Avio Aero: un’eccellenza tecnologica nazionale con una lunga storia alle spalle. Per il futuro ci sono GCAP, Eurodrone ed AW249

Di Fabrizio Scarinci

ROMA. Report Difesa ha intervistato l’Ingegner Pierfederico Scarpa, Strategy, Marketing and Sales Vice President di Avio Aero, che, come noto, rappresenta una delle maggiori realtà italiane ed europee dell’industria aeronautica. 

L’Ingegner Pierfederico Scarpa

Nel corso dell’intervista, ci si è concentrati, in modo particolare, su alcuni dei momenti più importanti della lunga storia dell’impresa, sulle sue principali attività e, naturalmente, sulle sue prospettive future.  

Ingegnere, quest’anno si celebra il centenario della fondazione dell’Aeronautica Militare, ma anche la vostra azienda ha una storia molto lunga. Ci può fare una breve descrizione di questo vostro percorso?  

Certamente. Come lei ha ricordato, la nostra azienda, nata in seno alla FIAT, ha una storia molto lunga, iniziata nel 1908; solo cinque anni dopo il primo volo dei fratelli Wright e circa un quindicennio prima che la nostra Aeronautica diventasse una Forza Armata indipendente. 

Inizialmente nei nostri stabilimenti venivano fabbricati velivoli completi; una scelta che sarebbe stata successivamente accantonata per concentrarci sulla produzione dei motori, che per decenni ci ha consentito di operare con successo sul mercato dei velivoli militari.

Il Motore turboelica Catalyst. Innovativo prodotto di Avio Aero sezionato da Airbus Defence & Space come propulsore del primo drone europeo

Dalla fine degli anni 80, grazie ad accordi con le principali aziende operanti nel settore dell’aeronautica commerciale – General Electric, Rolls-Royce e Pratt & Whitney – siamo entrati anche in questo mercato cruciale, aumentando le nostre capacità e le nostre competenze investendo nella ricerca e nello sviluppo di nuove soluzioni. Un’eccellenza riconosciuta globalmente, tant’è che oggi oltre l’80% degli aerei civili vola con componenti realizzate da Avio Aero. 

L’acquisizione da parte di General Electric nel 2013 ha, poi, gettato le basi per un processo di consolidamento che ha portato l’azienda a diventare una delle principali realtà per la propulsione civile e militare in Europa.

Tutto questo sempre mantenendo una forte identità italiana e un certo grado di indipendenza rispetto al nostro azionista di riferimento; cosa resa possibile anche grazie all’identificazione di Avio Aero come azienda di interesse nazionale strategico e sottoposta allo strumento normativo “Golden Power” da parte del Governo italiano, un’iniziativa che va a tutelare il patrimonio tecnologico e le capacità strategiche aziendali.  

Quali sono i maggiori programmi di tipo militare in cui siete attualmente coinvolti?  

Di programmi, naturalmente, ce ne sono diversi. In ambito militare quelli più significativi degli ultimi decenni sono verosimilmente costituiti dalla partecipazione alla realizzazione del turboalbero T700/CT7, che equipaggia la flotta di elicotteri EH101, NH90 e AW101, e allo sviluppo dell’Eurojet EJ200, ovvero il motore degli Eurofighter Typhoon.

Un esemplare di EJ200 prodotto da Avio Aero

Programmi sui quali siamo ancora oggi impegnati, assicurando il nostro supporto quotidiano ai velivoli in dotazione alla nostra Aeronautica; un’attività complessa e variegata che svolgiamo nelle basi aeree (inclusa, ovviamente, quella di Cameri) e nel nostro stabilimento di Brindisi dedicato alla produzione di componenti, assemblaggio e revisione dei motori in uso con le nostre Forze Armate. 

Se il T700/CT7 e l’EJ200 sono il passato e presente delle nostre attività a supporto dell’Aeronautica e delle altre Forze Armate, il futuro è rappresentato dalla nostra partecipazione ad alcuni dei programmi di maggiore importanza strategica: l’Eurodrone, l’AW249 e il Global Combat Air Programme (GCAP).

Il nostro motore turboelica avanzato Catalyst è stato infatti selezionato, lo scorso anno, da Airbus Defence & Space come propulsore del primo drone europeo, nato dalla collaborazione industriale tra Italia, Francia, Germania e Spagna.

L’AW249, ovvero il Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta dell’Esercito, sarà equipaggiato dal “nostro” CT7-8E6, versione avanzata del collaudatissimo T700/CT7, che costituirà la spina dorsale della componente elicotteristica italiana.

Sul GCAP, invece, lavoreremo insieme a Rolls-Royce e IHI Corporation per sviluppare e realizzare il propulsore e il sistema di gestione della potenza di quello che sarà il caccia di sesta generazione. Due programmi che definiranno il nostro futuro, continuando a posizionarci al fianco del nostro cliente militare e nel novero delle principali aziende del settore.

Rappresentazione grafica dei caccia di sesta generazione in fase di sviluppo nell’ambito del Programma GCAP

Quale impatto potrebbe avere sulle attività della vostra azienda l’aumento delle spese militari deciso del nostro governo e da quelli di numerosi Paesi che fanno parte del nostro circuito di alleanze?  

Come abbiamo potuto osservare nel corso degli ultimi mesi, il mondo sta senz’altro vivendo una fase di importanti cambiamenti, che coinvolgeranno, inevitabilmente, anche le aziende operanti nel settore della Difesa.  

Da parte nostra, intendiamo da sempre cogliere ogni possibile opportunità; ragion per cui ci sforziamo di investire adeguatamente sia sullo sviluppo delle nuove tecnologie sia sulla formazione del nostro personale, cercando di cogliere in anticipo le tendenze dei mercati e di programmare nel modo migliore possibile le nostre attività, che, come noto, sono caratterizzate da cicli piuttosto lunghi.

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