Boeing: presentato il drone imbarcato da rifornimento in volo MQ-25 Stingray

Di Fabrizio Scarinci

WASHINGTON. Nei giorni scorsi Boeing ha presentato la prima versione di produzione del drone imbarcato MQ-25 Stingray, destinato, nel prossimo futuro, ad operare dalle portaerei della Marina statunitense.

Concepito soprattutto come avio-rifornitore, tale velivolo è il risultato di un lungo e complesso programma di sviluppo cominciato nell’ormai lontano 2006, quando l’US Navy iniziò a mostrare interesse per una piattaforma d’attacco stealth di tipo “unmanned” che fosse in grado di operare nell’ambito di scenari convenzionali ad alta intensità e di penetrare anche i sistemi difensivi di tipo più avanzato.

Un MQ-25 Stingray in volo

Tale progetto (denominato UCLASS) si sarebbe, però, rivelato troppo costoso e complesso da gestire e, già nel 2012, la Forza Armata avrebbe mutato i propri requisiti, scegliendo di procedere allo sviluppo di un mezzo tecnologicamente più semplice e maggiormente adatto alla conduzione di missioni ISR (Intelligence, Surveillance & Reconnaissance) nell’ambito di scenari a più bassa intensità, come, ad esempio, quelli di carattere asimmetrico o quelli inerenti la lotta alle organizzazioni di stampo terroristico.

Tuttavia, anche questo secondo progetto si sarebbe rivelato piuttosto complesso e i considerevoli ritardi da esso accumulati avrebbero fatto sì che, nel 2016, l’US Navy mutasse di nuovo i propri obiettivi.

Questa volta si sarebbe scelto di puntare sulla realizzazione di un’aviocisterna che consentisse alla flotta di “liberare” gli F/A-18 Super Hornet e gli F-35C dall’assolvimento delle cosiddette missioni di rifornimento “buddy-buddy”, che costituiscono circa un quarto delle loro sortite durante le crociere operative.

Due F/A-18 E/F della Marina statunitense impegnati nel cosiddetto rifornimento “buddy-buddy”

Nel 2018 la gara per la costruzione del velivolo sarebbe stata definitivamente vinta da Boeing, che avrebbe ricevuto 805 milioni di dollari per la realizzazione dei primi quattro droni, a cui, nel 2020, se ne sarebbero aggiunti altri tre.

Attualmente, la Marina statunitense intende dotarsi di almeno 76 Stingray, con i primi esemplari che dovrebbero essere schierati a bordo della portaerei Theodore Roosevelt o della George H.W. Bush intorno al 2026.

Quanto agli altri requisiti, sebbene essi siano stati temporaneamente accantonati al fine di velocizzare la progettazione della piattaforma, l’US Navy non vi avrebbe affatto rinunciato e non è da escludersi che, nei prossimi anni, non vengano sviluppate nuove varianti del mezzo dotate di avanzate strumentazioni ISR e limitate capacità d’attacco al suolo.

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