Balestra: storia ed evoluzione di un’arma sempre letale. In uso oggi anche all’estero in alcuni reparti antiterrorismo

Di Paola Ducci*

LIMOGES (nostro servizio particolare). Quando, nel marzo 1199, durante l’occupazione di alcuni territori francesi, Riccardo Cuor di Leone esultava per la vittoria ai piedi del piccolo castello di Châlus-Chabrol, nella regione di Limoges, ormai conquistato, mai avrebbe pensato che il fato potesse essere così bizzarro e crudele con lui.

Fu infatti colpito al collo dal dardo di una balestra lanciato da uno degli ultimi resistenti francesi, ancora asserragliati nel castello.

La tomba di Riccardo Cuor di Leone

Nessuno inizialmente si rese  conto di quanto potesse essere  stato mortale quel colpo.

Lo stesso Riccardo riparò nella sua tenda senza la consapevolezza della situazione.

Morì poco dopo, ucciso dal colpo di uno strumento di alta precisione nelle mani di un balestriere ottimamente addestrato.

Esempi di dardi da balestra

Fortuna o capacità? Probabilmente la seconda, perché i balestrieri, fin dall’antichità, erano preparati a essere un vero e proprio corpo scelto e tali erano considerati. Dei moderni snipers, diremmo oggi.

La balestra è arma antichissima quasi quanto l’arco, di provenienza indocinese: il suo utilizzo risale al secondo millennio a.C. e sappiamo con certezze che fu in auge soprattutto nel Basso Medioevo in Europa.

Questa  divenne l’arma da lancio più temuta di quel periodo, prima dell’arrivo dell’arco lungo inglese, durante la guerra dei cent’anni.

Tutti gli eserciti cristiani si dotarono di corpi di balestrieri, equipaggiati con armature identiche a quelle della fanteria e protetti durante le fasi di caricamento da un grande scudo chiamato pavese e retto da un portascudo chiamato pavesaro.

La scuola di balestrieri più prestigiosa fu quella francese, ma anche le scuole italiane di Genova, di Pisa e di Lucca si guadagnarono grande fama, soprattutto per  il loro contributo alla prima crociata, tanto da  fornire elementi addestrati e armati a molti eserciti stranieri del tempo.

Temibilissima e decisamente efficace rispetto all’arco, con un tiro di tipo lineare e non parabolico come l’arco, la balestra necessitava di uno studio del territorio prima di schierare i balestrieri.

Permetteva un puntamento molto più preciso e una maggior gittata e i suoi bolzoni, frecce piuttosto tozze, possedevano un elevatissimo potere di penetrazione.

Dalle forme più diverse e modificate attraverso i secoli, la balestra ha interessato anche i responsabili militari e le Forze dell’Ordine di reparti speciali.

I primi a riscoprire i vantaggi di quest’arma silenziosa e micidiale furono i militari francesi durante la guerra d’Indocina, proprio in quei territori da dove questa proviene.

La forza di penetrazione di un dardo di una balestra

In quella guerra alcuni reparti di Forze speciali creati dall’allora Capitano Trinquier, i Groupements de Commandos Mobiles Autonomes (GCMA), usavano la balestra per eliminare le sentinelle Vietminh o gli esploratori che precedevano il grosso delle truppe avversarie in movimento.

Quest’arma offriva, oltre alla silenziosità, anche il vantaggio di rendere impossibile la localizzazione del tiratore, soprattutto nella folta vegetazione della giungla. In seguito, durante la guerra in Vietnam, i balestrieri furono impiegati in seno ai reparti autonomi di Special Forces e SEALs.

La balestra utilizzata dai mountagnards nel conflitto del Vietnam

 

Anche i Berretti Verdi dell’US Army e gli incursori subacquei dell’US Navy riscoprirono i vantaggi della balestra nell’ambito della guerra non convenzionale.

Oggi molti reparti speciali delle Forze Armate occidentali sono equipaggiati di balestre che si rivelano più efficaci di un’arma da fuoco per determinati compiti come l’ elevatissimo potere di perforazione, soprattutto alle corte-medie distanze (sino a 30-40 m); l’ottima precisione alle normali distanze d’impiego, anche se sprovvista di ottica di mira o altri sistemi di puntamento; la facilità d’uso e costo di addestramento irrisorio; la discrezione assoluta, in quanto la localizzazione precisa del tiratore è pressoché impossibile da stabilire per l’avversario (assenza di vampata e di fumo che possono rivelare la posizione del tiratore); l’ottimo rapporto costo-efficacia.

Truppe peruviane con balestre

Oltre che dai reparti speciali delle Forze Armate, la balestra è stata adottata anche da numerosi gruppi speciali antiterrorismo proprio per i vantaggi che offre in ambito tecnico-operativo.

*Editor per l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa

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