Biden in visita a Kiev: gli USA in Ucraina per “restare”. Prevista per la giornata di oggi l’importante tappa di Varsavia

Di Fabrizio Scarinci

KIEV. Avvenuta praticamente a sorpresa (anche se, a dire il vero, non per Mosca, che era stata avvertita già alcune ore prima in via precauzionale), la visita effettuata ieri nella capitale ucraina dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden rappresenta senz’altro un evento di assoluto rilievo.

Stando a quanto si è avuto modo di apprendere, infatti, il Capo della Casa Bianca avrebbe avuto con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky un lungo colloquio riguardo ai prossimi mesi di guerra e ad un nuovo pacchetto di aiuti da mezzo miliardo di dollari che Washington sarebbe intenzionata a donare alle Forze Armate di Kiev.

Il Presidente americano Joe Biden e quello ucraino Volodymyr Zelensky durante l’incontro di ieri

Aggiungendosi alle considerevoli forniture messe a disposizione nel corso degli ultimi due mesi, a quanto dichiarato dallo stesso Joe Biden riguardo all’intenzione statunitense di restare al fianco di Kiev anche dopo la fine del conflitto e alla dura condanna degli efferati crimini contro l’umanità commessi dai russi in territorio ucraino espressa dalla Vice-Presidente kamala Harris nel corso della recente Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il supporto offerto oggi costituisce, sicuramente, un’ulteriore testimonianza di come, al netto del timore che i russi possano definitivamente scivolare tra le braccia dei cinesi e delle conseguenti aperture degli ultimi mesi (ricordiamo, a tal proposito, il piano di pace statunitense respinto a fine gennaio sia da Putin che da Zelensky e la recente dichiarazione di Biden secondo cui gli USA non avrebbero intenzione di incentivare eventuali tentativi ucraini di riprendere la Crimea), il contrasto alle iniziative di Mosca sul campo di battaglia rimanga (soprattutto alla luce del massiccio reclutamento recentemente posto in essere dal Cremlino) uno degli elementi cardine della strategia di Washington nell’ambito del conflitto.

Un operatore britannico con un sistema missilistico anticarro portatile FGM-148 Javelin. Questi sistemi hanno giocato un ruolo fondamentale nelle prime fasi del conflitto e un cospicuo numero di essi dovrebbe essere incluso anche nell’ambito del prossimo pacchetto di aiuti

Ovviamente, l’incontro non ha mancato di suscitare furibonde reazioni da parte russa, con diversi opinionisti a dir poco inviperiti riguardo all’accaduto e l’ormai immancabile Vice-Presidente del Consiglio di Sicurezza ed ex Presidente Dimitri Medvedev che, dal suo profilo Telegram, ha dichiarato come Biden avrebbe “giurato fedeltà al regime nazista ucraino fino alla tomba” e come le consegne di armi all’Ucraina avrebbero il solo scopo di “far guadagnare denaro al complesso-militare industriale occidentale”.

Affermazioni a cui, ormai, ci si è sicuramente abituati, ma che, in ogni caso, danno un’idea piuttosto precisa di quanto elevato sia livello di demonizzazione dell’Occidente raggiunto nell’ambito della propaganda interna russa; un elemento che potrebbe certamente indicare come il Cremlino (con buona pace di coloro che ancora credono alla possibilità di intraprendere una trattativa in tempi rapidi) stia effettivamente preparando il Paese ad un conflitto di lungo termine, nell’ambito del quale (stando anche a quanto avrebbero sostenuto alcuni dei suoi più alti funzionari in occasione del respingimento del piano di pace statunitense) sembrerebbe abbastanza sicuro di riuscire a prevalere sul nemico.

Dopo la sua visita a Kiev, il Presidente Biden è nuovamente ripartito alla volta di Varsavia, da dove, nelle prossime, ore è previsto che tenga un importante discorso in risposta a quello che, sempre nella giornata di oggi, Vladimir Putin dovrebbe rivolgere al suo Paese.

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