Bielorussia: un libro di Giulia De Florio (Edizioni Morcelliana) racconta gli anni del potere di Lukašenko e dell’opposizione alla sua politica

ROMA. Trenta anni di dittatura in Bielorussia.

Da poche settimane Aljaksandr Lukašėnka, Presidente della Bielorussia dal 1994, è stato confermato alle elezioni per un settimo mandato.

Lukashenko e Putin

 

Dissidenti, osservatori internazionali, commissioni parlamentari discutono sulla legittimità della sua Presidenza e sulle condizioni del popolo bielorusso che da trenta anni si trova a vivere sotto quella che viene definita una dittatura, per un paese che viene considerato satellite della Russia di Putin.

Sul tema è stato pubblicato il nuovo testo curato da Giulia De Florio, presidente di Memorial Italia, docente di Lingua e traduzione russa all’Università di Parma, dal titolo Bielorussia viva tra dittatura e resistenza (1994-2024) per il marchio Scholé dell’Editrice Morcelliana (pp. 128, 12 euro).

Un libro che fa il punto, attraverso i diversi contributi di studiosi che lo compongono, sulla attuale situazione della Belarus – con prefazione dello storico Marcello Flores – e che vuole ricostruire le battaglie per i diritti e le libertà reclamate dal suo popolo.

Cuore del volume le immagini dei manifesti del grafico Arthur Vakarov, tra i più influenti designer della Bielorussia, oltre che dissidente politico, pensati con lo scopo di riflettere sulla condizione del popolo bielorusso, che da trenta anni è costretto ad accettare le limitazioni, le restrizioni e le scelte controverse del governo Lukašėnka, come quella di sostenere la guerra russa in Ucraina.

La copertina del libro

 

Nato a Minsk, capitale della Belarussia, dove ha vissuto per 47 anni, Vakarov è stato costretto a fuggire per evitare la repressione politica.

I suoi manifesti sono stati esposti in Italia per la prima volta a Brescia nell’esposizione dal titolo “Bielorussia: 30 anni di regime in 30 manifesti” al MO.CA (Palazzo Martinengo Colleoni, via Moretto 78, Brescia), a cura dalla Cooperativa Cattolico-democratica di cultura, dell’ Ordine degli Avvocati di Brescia e Memorial Italia per approfondire la situazione bielorussa.

Nel 2024 ricorreva il trentennale dall’insediamento di Aljaksandr Lukašenka (più noto in Italia come Aleksandr Lukašenko) nella carica di Presidente della Bielorussia.

Da quel luglio del 1994, l’ex Repubblica sovietica ha conosciuto una costante e drammatica discesa agli inferi non solo in ambito economico e produttivo, ma anche sul piano dei diritti civili e dell’identità culturale.

La dittatura di Lukašenka ha, infatti, modellato il paese sull’esempio dell’ingombrante alleato russo, tanto da adottarne cultura e lingua.

Non mancarono proteste, soffocate nel sangue, animate da intellettuali, scrittori, artisti che rivendicarono con orgoglio l’identità bielorussa controbattendo con coraggio al despota russofilo.

Tra queste figure di dissidenti spicca Arthur Vakarov, costretto all’esilio per sfuggire a un’ingiusta detenzione.

Tramite le creazioni per il progetto 30 anni di dittatura in 30 manifesti, e la sua arte acuta, cruda, dissacrante, il designer ha stigmatizzato le atrocità della dittatura di Lukašenka.

 

Giulia De Florio (ed.) Bielorussia viva tra dittatura e resistenza (1994-2024) – pp. 128, euro 12 – Morcelliana Editore 

 

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