Persano (Salerno). Black Shadow, (Ombra Scura) è questo il nome che il Reggimento “Cavalleggeri Guide” (19°) ha dato alla sua esercitazione in bianco che ha visto impiegati anche assetti di altri Reggimenti della Brigata Garibaldi di Caserta, comandata dal generale di Brigata, Nicola Terzano, come l’8° Bersaglieri, l’8° Artiglieria terrestre, il 21° Genio, il 4° Carri, oltre al Reggimento logistico.
Nell’area addestrativa di Persano (Salerno) l’esercitazione era incentrata sulla manovra di vari reparti di una Brigata pesante in territorio ostile, dove l’intelligence aveva segnalato la presenza di forze nemiche che erano pronte ad attaccare in certe precise ore del giorno.
Nel briefing pre missione al comandante dello Squadrone dei Cavalleggeri Guide – accanto a lui anche quello del Genio, i cui assetti assetti sono stati impiegati in tutto il loro potenziale – sono state date tutte le informazioni utili a portare a termine la missione: meteo, eventuali azioni del nemico, il suo armamento.
Per aprire la strada al grosso delle truppe, l’esercitazione ha previsto l’impiego di esploratori a bordo di autoblindo Puma, appoggiati dalle blindo pesanti Centauro.

Esercitazione “Black Shadow”: attività di uno sminatore.
L’esercitazione simulava l’attraversamento di un ponte dove viene ritrovata una “mina contro carro”. Un ostacolo che doveva essere superato con l’intervento del Genio, i quali l’hanno fatta brillare (l’azione è stata materializzata da un fumogeno di colore bianco).
Gli esploratori hanno ripreso così la marcia che però è stata bloccata per “un’imboscata” da parte di “elementi ostili”. La rapida reazione ha disarticolato il dispositivo nemico (materializzato con l’accensione di un fumogeno di colore rosso).

Autoblindo Puma e blindo pesanti Centauro in esplorazione.
Il prosieguo dell’esercitazione ha visto, come terza fase, l’attivazione da parte di un carro leggero nemico (è stato utilizzato per materializzare l’attivazione un fumogeno di colore rosso). Il compito della pattuglia esplorante era quello di fissare l’obiettivo per poi chiedere il supporto dei carri armati Ariete per eliminare la minaccia (a materializzare questa attività è stato utilizzato fumogeno di colore bianco).

Due carri armati del 4° Reggimento Carri in esercitazione.
La pattuglia così ha potuto continuare il movimento fin quando non è stata individuata “un’unità di mortai” nemici. A questo punto, per individuare la provenienza del fuoco in modo da eliminare la minaccia la pattuglia ha chiesto l’intervento dell’artiglieria.
Alcuni operatori del Nucleo SAOV/S dell’8° Reggimento Artiglieria terrestre “Pasubio” con appositi strumenti hanno individuato la provenienza della “minaccia”.

Nucleo SAOV/S dell’8° Reggimento artiglieria terrestre.
La potenza di questa strumentazione è molto utile per gli artiglieri perchè consente loro di scoprire, attraverso un occhio elettronico la posizione di eventuali nemici ad una distanza di circa 25 chilometri, con un’ottima autonomia in termini di alimentazione, tanto da consentire di stare molto ore senza che lo strumento debba essere ricaricato. La strumentazione può essere utilizzata sia di giorno che di notte. E’ molto agevole nel trasporto, tanto che può essere fatto individualmente.
Grazie a registrazioni video e fotografiche che poi vengono inviate con un messaggio via computer immediatamente al posto comando, gli artiglieri possono comunicare dal punto più avanzato dove si dovessero trovare alle retrovie. Il tutto avviene in modo occultato, nel pieno silenzio, senza comunicazioni radio che potrebbero essere intercettate.
La “Black Shadow” è terminata poi con iil dispiegamento dei bersaglieri che hanno compiuto un’attività di controllo e di rastrellamento dell’area, in modo che la manovra potesse continuare.

Attività dei bersaglieri in azione di rastrellamento.