Dalla Blue Line (Libano del Sud) – dal nostro inviato. I possibili problemi tra il Paese dei Cedri e l’antico nemico Israele potrebbero nascere dalla costruzione in corso di un muro di cemento lungo la Blue Line nel lato israeliano.
I circa 9 metri di altezza di questa linea di difesa e di protezione vede le autorità di Tel Aviv mettersi in una posizione di chiusura da eventuali infiltrazioni dal Libano, per evitare che si registrino episodi di scontri come nel passato.
I caschi blu di ITALBATT inquadrati nella missione UNIFIL, della Task Force Paladin su base 7° Reggimento Alpini di Belluno ed i Cavalieri del Reggimento Piemonte (2) di Villa Opicina della Brigata Julia (per la prima volta in Libano) hanno il compito di monitorare la loro area di responsabilità per il rispetto delle risoluzioni ONU.
Molte attività vengono condotte insieme alle Forze Armate libanesi (LAF), le quali chiaramente sono le prime che devono intervenire, in quanto i caschi blu italiani si devono occupare solo ed esclusivamente di controllare la situazione lungo la linea di demarcazione tra Israele e Libano.
Sarà poi UNIFIL e di conseguenza le Nazioni Unite che, in caso di frizioni tra i due Paesi, dovranno intervenire.
I peacekeepers italiani si occupano anche di garantire la sicurezza dell’area dove si tiene la riunione del cosiddetto “tripartito”. Un vertice al quale partecipano, tra gli altri, alti ufficiali israeliani e libanesi ed il Force Commander di UNIFIL. Una nuova riunione si terrà la prossima settimana.
Dalla base 1-31 un plotone si occupa di buona parte delle attività lungo la Blue Line.
In particolare, in questo periodo, il loro lavoro consiste nel monitoraggio dei lavori di costruzione del muro vicino i blue pillars (i barili blu messi come segno di riconoscimento di un approssimativo confine figlio degli accordi post I Guerra Mondiale, precisamente del 1923 e della linea di demarcazione dell’armistizio del 1949, firmato dopo la guerra del 1948). A fare da guida per il rispetto del diritto internazionale la Risoluzione ONU 1701 del 2006.
La Blue Line che è lunga circa 120 chilometri ed insiste nei settori Ovest ed Est (circa 30 chilometri solo per l’area di competenza di ITALBATT) ha ancora numerosi campi minati messi a protezione di quella che e’ stata la ritirata di Israele dopo il 2006.
Dal 2007, UNIFIL ha deciso di marcare tutta la linea con oltre 540 pillars piantati nel terreno. Approssimativamente sono quattro per ogni chilometro. Un modo per assicurare la visibilità da un punto all’altro e che rendono la linea di demarcazione visibile a chi si trova sul terreno.
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