Campania: bradisismo nei Campi Flegrei e sicurezza. La velocità di sollevamento del suolo è inferiore a quanto avveniva nella crisi precedente (1982-1984)

Di Pierluigi Musto

NAPOLI. I Campi Flegrei sono una caldera caratterizzata da un particolare fenomeno  denominato “bradisismo” che consiste in un lento movimento verticale del suolo  dovuto a cause vulcaniche tra gli effetti i più evidenti alla popolazione sono i terremoti.

Monte di Procida visto da Torregaveta

Dal 2005 si sta assistendo ad una fase di “Unrest” con la ripresa di un sollevamento che nel periodo in cui scrivo ha raggiunto i 155 cm circa nel suo punto massimo misurato attraverso un sensore ubicato al Rione Terra, area di particolare attenzione storico – archeologica del Comune di Pozzuoli.

Il sollevamento non è uniforme su tutta la caldera infatti la deformazione degrada radialmente dal suo centro disegnando una forma  a campana che si mantiene costante nel tempo e che dimostra che la sorgente di spinta (al momento) resta immobile nel tempo.

La velocità di sollevamento del suolo è inferiore a quanto avveniva nella crisi precedente (1982-1984) quando il suolo si sollevò fino a circa 180 cm.

Negli ultimi anni si sta assistendo all’incremento della sismicità con scosse che hanno raggiunto una Md=4.6 +-03 (Md=magnitudo durata che si adotta nel monitoraggio a cura dell’Osservatorio Vesuviano sede INGV di Napoli) .

L’attuale sismicità è definita “vulcano – tettonica” in quanto attivata dagli sforzi di taglio determinati principalmente dal differenziale di deformazione all’interno della caldera in aree sismogenetiche ben note.

Gli eventi sismici hanno ipocentri confinati nei primi 3 km di profondità, soltanto in diversi terremoti nel Golfo, nei pressi della costa di Baia- Bacoli, si possono avere ipocentri un po’ più profondi in quanto il gradiente geotermico (l’aumento della temperatura con la profondità) è leggermente minore.

Talvolta le scosse si raggruppano in sciami sismici (secondo le procedure di comunicazione dell’Osservatorio Vesuviano consultabili attraverso il seguente link: https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/attivita-di-monitoraggio/procedure-di-comunicazione

La popolazione flegrea è costretta a convivere con questo fenomeno e teme che la sismicità possa anche peggiorare. Nel Maggio 2024 e Marzo 2025 a seguito di due eventi particolarmente energetici è stata necessaria l’evacuazione preventiva di alcuni edifici con notevoli disagi per la popolazione.

L’Osservatorio Vesuviano emette dei bollettini settimanali sull’attività dei Campi Flegrei (pubblicato al Martedì) consultabili attraverso il seguente link: https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/boll-sett-flegrei e bollettini mensili pubblicati nei primi giorni del mese successivo a cui si fa riferimento, consultabili attraverso il seguente link: https://www.ov.ingv.it/index.php/monitoraggio-e-infrastrutture/bollettini-tutti/bollett-mensili-cf

L’INGV di cui l’Osservatorio Vesuviano è la sede di Napoli ha messo a disposizione una sezione speciale del blog INGV vulcani dedicato prettamente ai Campi Flegrei, in essa ci sono approfondimenti utili ad un’ ampia conoscenza del fenomeno e della crisi in atto. Ciò è particolarmente utile per la mitigazione dei rischi. Il link di questa sezione speciale è : https://ingvvulcani.com/speciale-campi-flegrei/

Dal 10 Ottobre si sta evidenziando un lieve aumento della velocità di sollevamento con un tasso che risulta essere di 25 mm/mese di media. Tale valore dovrà essere confermato con i prossimi dati di monitoraggio e segue un periodo in cui tale valore era di 15 mm/mese.

Punta Pennata (bordo di un cratere di Bacoli) e Monte di Procida sullo sfondo

Più volte tutti i massimi esperti sul fenomeno hanno dichiarato che fin quando si avrà  sollevamento del suolo ci sarà sismicità; i terremoti comunque non sono prevedibili e non è prevedibile nemmeno il meccanismo di rottura pertanto non è possibile anticipare il carattere di sequenze sismiche ed anche eventi singoli.

E’ necessario quindi che la popolazione interessata si attenga il più possibile alle norme di protezione civile in termini di prevenzione.

A tale scopo la protezione civile ha pubblicato un vademecum  consultabile attraverso il link: https://iononrischio.protezionecivile.it/it/preparati/terremoto/ e periodicamente attiva delle campagne informative nell’area flegrea.

Sarebbe necessario monitorare lo stato di ogni edificio tenendo presente che le continue sollecitazioni possono indebolire soprattutto le strutture maggiormente vulnerabili.

E’ necessario tener presente che i terremoti con epicentri in area flegrea sono potenzialmente meno pericolosi rispetto a quelli di origine tettonica che hanno caratteristiche tecniche differenti.

L’Osservatorio Vesuviano ha messo a disposizione della popolazione i segnali sismici in tempo reale di alcuni sismografi (non solo dell’area flegrea) L’ interpretazione deve essere a cura di personale altamente specializzato.

Ecco il link del sismogramma della Solfatara : http://portale2.ov.ingv.it/segnali/CSOB_HHZ_attuale.html

E’ possibile consultare l’elenco ufficiale dei terremoti flegrei negli ultimi 2 anni (con il progetto GOSSIP) attraverso il link:  https://terremoti.ov.ingv.it/gossip/flegrei/index.html

Si possono leggere varie informazioni aggiuntive come i tempi di arrivo delle onde P ed S nelle varie stazioni sismiche.

A proposito del rischio vulcanico, quindi di una futura eventuale eruzione flegrea, dal 2012 il territorio è in “allerta gialla” ovvero di attenzione, che ultimamente è stata confermata in quanto non ci sono elementi tali da far pensare ad una evoluzione negativa del fenomeno.

L’Osservatorio Vesuviano  (sede INGV di Napoli)  è l’Ente preposto (e RESPONSABILE) dei dati emessi. La sua attività non si limita al  solo monitoraggio: i vari esperti sono attivi nella comunicazione attraverso i media ed incontri pubblici.

Annualmente vengono fatte pubblicazioni scientifiche  (non solo dall’INGV )  su varie riviste internazionali il cui scopo è quello di aumentare la conoscenza e renderla pubblica “in primis” a tutta la comunità scientifica e dopo anche al largo pubblico.

La lingua ufficiale delle pubblicazioni  è l’inglese, si adotta un linguaggio che “ovviamente” non può essere del tutto comprensibile alla popolazione.

Talvolta i risultati  possono essere contraddittori, ciò non deve meravigliare, avviene in tutti i campi scientifici,   rappresenta “il sale della ricerca” dove è necessario ed è attivo un confronto continuo .

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