Carabinieri: a Massa 8 misure cautelari per i dirigenti di Cooperativa di gestione di strutture protette per minori e famiglie in difficoltà

Massa. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Massa hanno eseguito, oggi, su disposizione della locale Procura della Repubblica, 8 ordinanze di applicazione di misure cautelari a seguito dell’indagine denominata “Accoglienza”,

Indagine dei Carabinieri a Massa

Tutti sono indagati per corruzione e traffico di influenze illecite.

Dalle indagini è emerso un collaudato sistema posto in essere dai dirigenti di una Cooperativa che gestisce un elevato numero di strutture protette per l’accoglienza di minori e di nuclei familiari disagiati, basato sulla metodica assunzione di parenti e amici di funzionari pubblici, tra cui quelli addetti al controllo del settore, e di coloro che, per qualche ragione, erano reputati “utili alla causa”.

Siffatto sistema corruttivo, oltre a creare una commistione tra controllore e controllato, è emerso dall’inchiesta, ha permesso ai dirigenti della società di ottenere innumerevoli vantaggi, quali l’accumulo di ingenti profitti economici massimizzati dall’inserimento di utenti all’interno delle strutture in numero notevolmente superiore a quello consentito per legge,e dalla sistematica elusione dell’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con i vari Enti della Pubblica Amministrazione.

Sono emerse così gravissime violazioni degli standard minimi richiesti, consistenti, ad esempio, nel somministrare agli utenti – anche minori – cibo di scarsa qualità e in quantità insufficienti.

Sempre secondo l’accusa non sarebbero state garantite condizioni igienico-sanitarie adeguate e l’assistenza di personale qualificato.

I minori avrebbero dormito in giacigli di fortuna, sarebbero stati vessati con continue minacce e sottoposti a manovre di costrizione fisica denominati “contenimento”.

Il tutto, approfittando, da un lato, del fatto che i soggetti preposti al controllo erano stati corrotti dai gestori con assunzioni “di comodo”, e, dall’altro, della situazione di debolezza degli utenti, impossibilitati a ribellarsi ed esplicitamente minacciati, nel caso avessero denunciato queste gravissime condotte, di ritorsioni.

Come emerso dalle indagini, la Cooperativa nel 2011 aveva dichiarato redditi per circa 200 mila euro e, sei anni dopo, i ricavi erano saliti a 2.740.000,00 euro.

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