Carabinieri: arrestate 37 persone appartenenti a una struttura piramidale criminale

CASERTA. Nelle prime ore della mattinata, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, a conclusione di una complessa e articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare (in carcere ed agli arresti domiciliari) emessa dal Tribunale di Napoli -Sezione del GIP – nei confronti di 37 soggetti.

I Carabinieri durante l’operazione

Nell’arco di oltre tre anni di investigazioni, è stata accertata l’operatività di queste fazioni e documentata una pluralità di reati commessi da soggetti appartenenti a una struttura piramidale ben definita.

Arrestate 37 persone appartenenti a una struttura piramidale criminale

L’attività ha consentito di appurare, tra l’altro:

–            lo svolgimento di incontri tra esponenti di vertice delle citate fazioni criminali finalizzati a concordare il ripristino di una “cassa comune”, pur mantenendo la loro sostanziale autonomia in termini operativi, economici e territoriali storicamente a loro appartenuti

–            che un indagato avrebbe curato la pianificazione e la realizzazione delle dinamiche criminali per attuare il controllo capillare del territorio e il reperimento di somme di denaro indispensabili per il sostentamento del gruppo, affermandosi come punto di riferimento non solo i per gli affiliati, ma anche per coloro che, sebbene non contigui al sodalizio, consapevoli della sua posizione di vertice, a lui si sarebbero rivolti per giungere alla soluzione di controversie e dinamiche private;

–           che una di queste fazioni

  • sarebbe ancora organizzata su vincoli di sangue e guidata dai familiari più stretti dello storico capo clan, da tempo detenuto in regime di 41-bis. In particolare, il clan sarebbe stato gestito da uno dei figli, che, sebbene detenuto, avrebbe utilizzato telefoni cellulari illegalmente introdotti nella struttura carceraria e rinvenuti con l’ausilio di personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, impartendo ordini e direttive funzionali alla direzione della fazione e a dirigere le attività illegali eseguite da sodali liberi, arrivando perfino a progettare l’omicidio di un noto affiliato, per ridimensionare la sua ascesa criminale all’interno del clan. Inoltre, altre due figlie, per la loro appartenenza alla famiglia, avrebbero continuato a percepire stabilmente somme di denaro ricavato dalle diverse attività delittuose;

 

  • eserciterebbe il controllo delle attività delle agenzie di onoranze funebri dell’agro aversano, in virtù di accordi criminali stretti già negli anni ’80, attraverso un “consorzio di imprese”, che è stato sottoposto a sequestro;

 

  • condurrebbe attività usuraie (con la cessione di somme di denaro in favore di imprenditori e cittadini, che, sebbene in condizioni di forte difficoltà economica, si sarebbero visti applicare tassi d’interesse finanche del 240%);

 

  • avrebbe avuto la disponibilità di armi con le quali avrebbe espresso la propria forza intimidatrice per assicurarsi il controllo del territorio.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta

Oltre al reato associativo, a carico di esponenti delle due fazioni sono stati contestati reati fine, come estorsioni in danno di numerosi operatori commerciali (con lo scopo di piegarne la volontà, un imprenditore sarebbe stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), traffico di sostanze stupefacenti e contestuale controllo dell’attività di cessione di droga realizzato da terzi soggetti, che sarebbero stati costretti a versare denaro a esponenti del clan per garantirsi la gestione  delle piazze di spaccio.

Un momento dell’operazione

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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