LECCE . Si nascondeva nella camera di un B&B a Torre Lapillo (Lecce) un 51enne, latitante dall’8 marzo di quest’anno dopo una condanna a 30 anni di carcere per omicidio, confermata dalla Cassazione.
A stanarlo sono stati i Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, che dopo la sua fuga non hanno mai abbandonato l’idea di trovarlo ancora in zona.

L’uomo era stato ritenuto colpevole del reato di omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi commesso il 17 marzo 1999 ai danni di un 21 enne, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga e poi assassinato in una zona di campagna compresa tra Lizzanello e la frazione di Merine, a pochi chilometri da Lecce.
La vittima, secondo il quadro ricostruito dai Carabinieri del ROS 18 anni i dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle con una Tokarev semi-automatica calibro 7,62, mentre tentava la fuga da un commando di 4 persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione, fra cui lo stesso latitante, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, tirato in ballo anche da due collaboratori di giustizia.
Dopo la condanna in primo grado a 30 anni con il rito abbreviato e conferma della pena in appello, i giudici della Cassazione avevano annullato con rinvio la condanna del latitante, ragion per cui era stato instaurato un nuovo processo d’appello a Taranto. in seguito alla decisione definitiva della condanna a 30 anni arrivata il 7 marzo scorso, l’uomo si era reso “uccel di bosco”, ma alla fine è stato rintracciato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).
Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni, i militari dell’Arma hanno individuato il presunto nascondiglio del latitante, poco distante dalla spiaggia.
Sono rimasti appostati, giorno e notte, per essere sicuri che fra gli ospiti della struttura ci fosse proprio il 51enne da catturare.
Prima di entrare in azione, due Carabinieri, hanno prenotato una stanza spacciandosi per una coppia di turisti arrivati in Salento per il “ponte” festivo.
Poi , una volta individuata la camera occupata dal latitante, hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendolo di sorpresa.
Il 51enne, che naturalmente aveva trovato rifugio nella struttura, senza dare il vero nome e cognome.
Al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata, oppure qualche sporadico spostamento nei dintorni per fare la spesa, ma naturalmente la sua versione è tutta da verificare.
L’uomo aveva vari telefoni con diverse utenze telefoniche, oltre a capi di abbigliamento non solo estivi ma anche invernali, pertanto non è escluso che avesse pensato di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.
Sono in corso ulteriori indagini da parte dei Carabinieri, mirate a ricostruire il periodo di latitanza e a scoprire le persone che lo hanno protetto e aiutato dal giorno della sua fuga.
L’uomo è stato portato in carcere a Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva,
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