Carabinieri: I militari del ROS e del Comando provinciale di Reggio Calabria sequestrano beni a Girolamo Mazzaferro. Considerato vicino alla cosca dei Piromalli

Reggio Calabria. Nell’ambito dell’Operazione “Provvidenza bis”, il Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri, coadiuvato in fase esecutiva dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, ha sequestrato, oggi, beni per un valore di circa un milione e mezzo di euro.

Sequestrati beni ad un noto esponente mafioso in Calabria

Il provvedimento è stato emesso dal locale Tribunale della Repubblica – sezione misure di prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) reggina.

Interessato alla decisione della magistratura Girolamo Mazzaferro, considerato esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta “Piromalli” di Gioia Tauro (Reggio Calabria).

I Carabinieri hanno operato nelle province di Reggio Calabria e a Roma.

Hanno sequestrato 2 imprese agricole attive nel comune di Gioia Tauro, con un patrimonio aziendale ed un volume d’affari annuo di circa 200 mila euro; 4 immobili (tra cui 3 abitazioni, 1 terreno agricolo) siti nei comuni di Gioia Tauro e di Roma, con un valore stimato di circa 600 mila euro; 2 immobili (1 deposito ed 1 terreno edificabile su cui era già stata programmata una lottizzazione immobiliare) acquisiti mediante usura in danno di due cittadini gioiesi con un valore stimato di circa 700 mila euro.

L’indagine patrimoniale è iniziata tra il gennaio ed il febbraio 2017, portando alla disarticolazione della cosca “Piromalli” ed all’arresto dei propri esponenti apicali, tra cui anche lo stesso Mazzaferro, risultato direttamente collegato a tre fratelli Piromalli.

Gli accertamenti hanno consentito di ricostruire il percorso di crescita imprenditoriale di Girolamo Mazzaferro che sin dagli anni ’60 divenne un esponente di rilievo della ‘ndrina operante sulla piana di Gioia Tauro e vincitrice del primo conflitto di mafia scoppiato tra gli anni ’70 ed ’80, oltre ad essere ggetto del procedimento “Paolo De Stefano + 59” che è considerato la pietra miliare della storia del contrasto alla mafia calabrese.

In tale contesto, forte dei guadagni illeciti acquisiti a seguito della partecipazione nel 1975 all’appalto relativo alla costruzione del V Centro siderurgico di Gioia Tauro, trasformato poi nell’attuale porto, Mazzaferro aveva avviato unitamente al fratello Teodoro che lo scorso giugno è stato interessato da una misura di prevenzione patrimoniale con il recupero di un patrimonio illecito di 6 milioni e mezzo di euro, un’innumerevole serie di investimenti immobiliari nei territori di Gioia Tauro e Palmi, con il concorso finanziario dei fratelli Piromalli.

Girolamo, hanno scoperto gli inquirenti, dava supporto criminale al fratello Teodoro, facendosi da garante con i vertici della cosca “Piromalli” per ottenere ingenti capitali di provenienza illecita con cui avviare numerose lottizzazioni immobiliari nei comuni di Gioia Tauro e Palmi.

In questi ultimi anni, Girolamo Mazzaferro ha assunto, come è emerso dall’inchiesta, una posizione di responsabilità ancora maggiore in seno all’organizzazione, avendo un raccordo diretto con i Piromalli.

Oltre ad interloquire con i rappresentanti di diverse cosche della fascia tirrenica della Calabria quali gli Alvaro e i Crea.

E’ anche considerato il più qualificato punto di riferimento criminale dell’organizzazione sul territorio.

E c0sì. sempre come è emerso dall’inchiesta, forte di tale posizione, Mazzaferro ha acquisito, nella Marina di Gioia Tauro, grazie all’usura in danno di due cittadini gioiesi, un deposito ed un terreno edificabile su cui era stata già pianificata una lottizzazione immobiliare.

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