Carabinieri, il ROS sgomina un traffico di armi tra il nostro Paese e la Libia. In carcere un cittadino italiano

Roma. I Carabinieri del Raggruppamento Operativo speciale (ROS), oggi, all’aeroporto di Ciampino (Roma), all’atto del rientro in Italia annoda un 76enne di Ascoli Piceno, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) ascolano, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

I Carabinieri dei ROS

L’uomo è ritenuto responsabile di intermediazione nella vendita di materiale d’armamento.

Il provvedimento, emesso nell’agosto 2016 e non notificato all’uomo in quanto detenuto in Libia per il reato di immigrazione clandestina, scaturisce da indagini dei ROS diretta dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, che aveva documentato l’illecito tentativo di introdurre nel Paese nord africano un ingente quantitativo di armi e munizioni (per un valore di 17 milioni di euro) ad opera del 76enne.

Il quale era il broker nel traffico illegale di armi, con l’intermediazione di un egiziano. Le armi erano destinate a due fratelli libici che facevano da intermediari in favore di acquirenti che si non potuti identificare, in violazione dell’embargo cui era assoggettata la Libia a seguito di varie risoluzioni ONU.

Il tentativo di importazione delle armi, provenienti da Serbia, Slovenia e Bulgaria mediante società riconducibili al 76enne, non si concretizzava in quanto l’egiziano, dopo essersi impossessato dell’anticipo di 190 mila euro versato dagli acquirenti, si rendeva temporaneamente irreperibile facendo fallire gli accordi.

Le indagini hanno consentito anche di raccogliere a carico del cittadino italiano indizi di colpevolezza sul compimento di analoghe condotte  relative all’intermediazione di materiali d’armamento destinato alla Corea del Nord, all’Iraq, al Libano e agli Emirati Arabi senza essere in possesso delle prescritte autorizzazioni.

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