CARABINIERI NAS: controlli presso le strutture ricettive per anziani, 6 chiuse, 87 operatori senza vaccinazione COVID e 4 anziani vaccinati grazie all’intervento dei militari

Roma. Il perdurare dello stato di emergenza sanitaria richiede, costantemente, la prosecuzione di mirate verifiche dei Carabinieri NAS sulla corretta erogazione dei servizi di cura ed assistenza a favore delle persone anziane e disabili ospitate presso cliniche e strutture a loro dedicate, con particolare attenzione alla riduzione del contagio da COVID-19, anche sulla scorta della recente Ordinanza del Ministero della Salute che consente l’accesso di familiari e visitatori presso le suddette strutture.

Con queste finalità, nella prima decade di maggio è stata realizzata, d’intesa con il Ministero della Salute, una campagna di controlli condotta nell’intero territorio nazionale che ha interessato la verifica di 572 strutture sanitarie e socio-assistenziali, constatando irregolarità presso 141 di esse, pari al 25% degli obiettivi ispezionati.

Le ispezioni hanno determinato la contestazione di 197 violazioni penali ed amministrative, per un valore di 43 mila euro, deferendo all’Autorità giudiziaria 36 persone e segnalandone ulteriori 136 alle Autorità amministrative.

Nel corso dell’attività, i Carabinieri NAS hanno rilevato 63 violazioni per inosservanza delle misure di contenimento alla diffusione da COVID-19, riconducibili alla mancata attuazione di protocolli per la prevenzione anti-COVID, delle operazioni di sanificazione ed uso di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori.

Gli accertamenti hanno evidenziato anche criticità importanti circa il livello di assistenza fornito agli ospiti. In primo luogo è emersa la presenza di operatori sanitari e personale addetto alle strutture risultati privi di copertura vaccinale, divenuta obbligatoria da aprile scorso. Tale fenomeno, riscontrato in almeno 42 strutture socio-sanitarie in varie province per complessivi 87 tra infermieri, fisioterapisti, operatori socio-assistenziali e restante personale destinato al contatto diretto con gli anziani, rappresenta un potenziale anello di debolezza nella strategia di tutela al possibile contagio degli anziani ospiti, proprio in un periodo di riapertura delle visite esterne dei familiari.

Inoltre, alcuni interventi, tra i quali quelli condotti dai NAS di Pescara, Genova, Torino e Catania, hanno rilevato situazioni di abbandono di anziani, non accuditi in relazione alle patologie sofferte ed alle loro esigenze fisiologiche e motorie, in alcuni casi sfociati addirittura nella mancata somministrazione dei farmaci essenziali per garantire le terapie necessarie per gli ospiti malati e ultraottantenni.

Ulteriori situazioni di minore assistenza sono state rilevate per sovraffollamento di anziani rispetto ai posti previsti, mancanza di trattamenti riabilitativi e di personale privo di abilitazioni professionali nonchè detenzione di farmaci non idonei o scaduti, per i quali si è proceduto al sequestro di 72 confezioni.

A causa dello stato di abusivismo o di gravi criticità sono state oggetto di sospensione e/o chiusura 6 strutture ricettive, per valore economico stimato in oltre 4 milioni di euro. Gli interventi di cessazione delle attività irregolari hanno determinato il conseguente ricollocamento degli anziani ospiti presso le abitazioni dei propri familiari o il trasferimento in altre strutture idonee.

Tra gli episodi più rilevanti, tra i quali si segnala la somministrazione del vaccino a 4 anziani di una RSA di Monteodorisio (CH), a seguito dell’intervento dei militari del NAS di Pescara che avevano appurato che gli stessi non erano ancora stati raggiunti dal locale servizio vaccinale, si riferiscono quelli riportati qui di seguito.

Un Carabiniere dei NAS in una struttura per anziani

I NAS di Salerno al termine degli accertamenti avviati a seguito della diffusione di un focolaio di infezione da Covid-19 all’interno di una RSA ubicata nell’Avellinese, sono stati deferiti all’A.G. il titolare, il direttore sanitario ed il gestore del servizio di assistenza dei degenti della struttura ricettiva, ritenuti responsabili di non avere assicurato la formazione del personale sanitario e di non aver fornito validi dispositivi di protezione individuale. Agli stessi è stata inoltre contestata la mancata predisposizione di idonee misure organizzative previste dai protocolli sanitari, causando una rapida diffusione dell’infezione che ha interessato tutti i pazienti, gli operatori sanitari e i dipendenti della citata struttura.

I NAS di Pescara a conclusione di una ispezione condotta presso 3 distinte strutture ricettive per anziani delle province di Pescara e de L’Aquila, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria i legali ed il direttore sanitario, responsabili del reato di abbandono di persone incapaci ad attendere a loro stessi, non fornendo agli anziani ospiti il setting assistenziale del quale avevano bisogno.

I NAS di Genova durante un’ispezione presso una residenza protetta sita in Calice Ligure (SV), ha consentito al NAS di individuare una situazione di malagestione degli anziani ospiti, i quali venivano lasciati dolosamente senza le terapie nei giorni festivi, provocando agli stessi scompensi e sofferenze, falsificando il registro delle terapie in modo da attestare falsamente la regolarità delle somministrazioni.  Sono state deferite alla Procura della Repubblica il direttore sanitario e quello amministrativo anche per esercizio abusivo della professione sanitaria.

Inoltre presso una residenza protetta di Brugnato (SP), sono stati individuati 7 operatori socio assistenziali che non si sono sopposti alla vaccinazione obbligatoria preventiva per l’infezione da COVID disattendendo le misure di contenimento e gestione dell’emergenza in atto.

I NAS di Pescara hanno segnalato all’Autorità Sanitaria ed Amministrativa 3 legali responsabili di altrettante strutture assistenziali per anziani, ubicate rispettivamente nei comuni di Casalbordino (CH), Monteodorisio (CH) e Città no Santangelo (PE) poiché responsabili di aver condotto le strutture sanitarie interessate da carenze igienico-strutturali ed organizzative, con evidenti infiltrazioni di acqua piovana dal soffitto, distacco dell’intonaco dei servizi igienici e delle camere.

Nel corso dell’attività ispettiva eseguita presso la RSA di Monteodorisio (CH) è stato accertato che quattro anziani ospiti non erano stati ancora sottoposti a vaccinazione al covid-19. I militari operanti, al riguardo hanno contattato il responsabile del servizio A.S.L., il quale ha provveduto ad inviare sul posto un medico che ha provveduto ad inoculare la prima dose di vaccino agli anziani degenti.

I NAS di Catania hanno accertato che il personale sanitario operante presso 3 comunità alloggio di Messina, Milazzo (ME) e Acireale (CT), per un complessivo di 12 dipendenti, ha scelto in autonomia di non sottoporsi alla profilassi vaccinali per il covid-19. Inoltre è stato appurato che gli anziani ospitati presso la struttura del capoluogo messinese non risultavano censiti all’Autorità e non era stato predisposto il documento di valutazione rischi per il personale operante, motivi per i quali il titolare è stato deferito all’Autorità giudiziaria.

Inoltre nel corso di una ulteriore ispezione presso una comunità alloggio per anziani di Catania, il NAS ha constatato l’indebita vaccinazione del convivente della titolare della struttura, il quale aveva avuto accesso al servizio poiché artatamente inserito nell’elenco degli operatori del centro. Entrambi sono stati deferiti all’AG per il reato di falso.

I NAS di Potenza hanno disposto l’immediata chiusura di RSA per anziani non autosufficienti di Rivello (PZ) a causa delle gravi carenze igienico sanitarie presenti nella struttura e nell’area di preparazione dei pasti nonché il sovrannumero di ospiti presenti rispetto a quelli autorizzati. Il valore dell’attività è stimato in 800 mila euro.

I NAS di Viterbo hanno individuato una casa famiglia per anziani ubicata a Rieti risultata funzionante in assenza di autorizzazione all’esercizio e dei relativi requisiti organizzativi e funzionali, tra i quali operatori addetti all’assistenza in numero insufficiente. Tra questi 5 operatori sanitari sono risultati non sottoposti alla prevista vaccinazione per Covid-19. Ad esito dell’intervento, è stata disposta la chiusura della struttura e la ricollocazione degli ospiti in altre destinazioni idonee.

Infine i NAS di Taranto hanno segnalato alla competenza Autorità Sanitaria una infermiera professionale in servizio presso una struttura sanitaria assistenziale per anziani di Ostuni (BR) che non aveva fornito il proprio consenso alla vaccinazione anti Sars-Cov-2; inoltre la struttura presentava la zona destinata all’isolamento dei casi sospetti/confermati da Covid-19 difforme da quanto indicato nella planimetria; infine anche i  locali previsti come “infermeria” e “raccolta materiale sporco” erano stati utilizzati come stanze di degenza degli ospiti.

 

 

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