Cosenza, A Cosenza e provincia e a Torre Annunziata (Napoli) nell’ambito di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica cosentina i Carabinieri del locale Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) coadiuvati dall’Arma territoriale, hanno eseguito la notifica del provvedimento di “avviso all’indagato della conclusione delle indagini preliminari”, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Cosenza.

Palazzo Arnone sede del TPC di Cosenza
Interessati dal provvedimento 9 persone indagate perché ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di falso in atto pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari chiude l’attività investigativa convenzionalmente denominata “Cerchio Magico”, svolta dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza con il supporto dei militari della Compagnia Carabinieri di Castrovillari (Cosenza).
Le investigazioni, avviate nell’agosto del 2017 a seguito di un articolo stampa e avvalorate anche da attività tecniche, hanno fatto emergere elementi di prova nei confronti di un operatore economico del cosentino, attivo da anni nel settore dei beni culturali, nonché di alcuni funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza (ABAP).

Il palazzo sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cosenza (ABAP)
E’ sta anche scoperta un’irregolarità nelle procedure di somma urgenza con riferimento a vari appalti pubblici nel settore dei beni culturali, per i quali i funzionari ministeriali avrebbero proposto alla Stazione Appaltante l’affidamento diretto delle lavorazioni a favore di due ditte riconducibili allo stesso soggetto economico;.
Sono state anche verificate attestazioni non veritiere, nella contabilità dei lavori, circa l’esecuzione di verifiche sui cantieri che, in realtà, non sarebbero mai state effettuate (o, comunque, effettuate solo da alcuni dei firmatari dell’atto) o il compimento di lavori di fatto non ancora eseguiti.
E sono stati scoperti lavori che sarebbero stati eseguiti, in alcuni casi, ancor prima che la Soprintendenza ABAP cosentina avviasse la loro procedura di affidamento, circostanza sintomatica della certezza, da parte del soggetto economico aggiudicatario, di ottenere la successiva formalizzazione dell’incarico.
Le indagini hanno poi evidenziato che ci sono stati atti di gara sottoscritti con riferimento a lavori apparentemente ancora da realizzarsi ma in che in realtà sarebbero già stati eseguiti prima dell’avvio della procedura di affidamento, così da ottenere il pagamento di opere realizzate sine titulo.
I lavori pubblici sarebbero stati affidati al medesimo soggetto economico dalla suddetta Soprintendenza o dal Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Calabria per l’importo complessivo di circa 4 milioni di euro (tra il 2014 e il 2018) corrispondente a circa il 70% di tutti i lavori appaltati nel periodo.
Infine sono state scoperte violazioni dei doveri di segretezza correlate al proprio ufficio, da parte dei funzionari ministeriali, che avrebbero avvisato il suddetto operatore economico dell’esistenza di un’indagine avviata dai Carabinieri TPC di Cosenza sulla regolarità delle procedure di affidamento espletate dalla Soprintendenza ABAP di Cosenza e dal Segretariato Regionale del Ministero per la Calabria, e lo avrebbero tenuto costantemente aggiornato sugli sviluppi dell’attività investigativa, concordando la documentazione da trasmettere agli organi inquirenti e le strategie difensive da seguire in vista di eventuali convocazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria.
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