Locri (Reggio Calabria). I Carabinieri della Compagnia di Locri, questa mattina, ad Ardore (Reggio Calabria) e Bovalino (Reggio Calabria) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) presso il Tribunale di Locri su richiesta della competente Procura della Repubblica.
Interessate dal provvedimento 23 persone (14 dei quali sarà ristretto in carcere, 6 sottoposti agli arresti domiciliari e 3 al divieto di dimora nei comuni di Ardore e Bovalino)-
Tutti sono indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata all’organizzazione di delitti contro il patrimonio, quali estorsioni, ricettazioni, riciclaggi, furti e truffe, nonché contro la fede pubblica, l’ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività d’indagine, sviluppata dal novembre 2019 dalle Stazioni Carabinieri di Ardore Marina e Bovalino, coordinata costantemente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, i cui esiti hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo criminale attivo nel territorio dei comuni locridei.
Secondo quanto emerso dalle indagini, questo gruppo è riconducibile ad elementi appartenenti alle locali comunità Rom – storicamente radicate sul territorio in posizione non conflittuale e non concorrenziale con la criminalità organizzata – che hanno pianificato e commesso delitti di rilevante gravità contro l’ordine pubblico, la persona, il patrimonio e la fede pubblica.
In particolare, l’attività investigativa ha consentito di delineare gli assetti interni della consorteria indagata, le responsabilità dei singoli associati in ordine all’organizzazione ed alla pianificazione dei delitti, alla scelta delle vittime ed alle modalità di attuazione.
Inoltre, sono in corso approfondimenti volti ad indagare cointeressenze e contatti esistenti con le locali cosche di ‘ndrangheta.
Nell’inchiesta, i cui esiti sono compendiati nell’informativa dei due Comandi di Stazione, depositata nel luglio scorso, sono stati ricostruiti e documentati la molteplicità di episodi criminosi di rilievo, dai furti in abitazione, alla ricettazione, dallo spaccio di sostanze stupefacenti (eroina e cocaina), alla detenzione abusiva di armi e munizioni, dallo smaltimento illecito di rifiuti (materiali di risulta, pericolosi e speciali), alle truffe con sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori, di equini, anche con la partecipazione di minorenni e con la disponibilità di armi.
I comuni fatti oggetto di queste azioni criminali sono stati quelli di Ardore, Bovalino, Bianco, Brancaleone, Caulonia, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, San Luca, Sant’Ilario dello Jonio e Siderno.
Il gruppo oggetto di indagine, che aveva base operativa nei complessi popolari di Bovalino e di Ardore, era capeggiato da un 36enne, considerato promotore ed organizzatore dell’associazione, che coordinava le attività illecite del sodalizio criminale.
L’uomo era affiancato da uno zio 54enne, parenti prossimi di Nicola Berlingeri assassinato e rinvenuto cadavere nel comune di Ardore nell’aprile 2012, indicato in altre operazioni di Polizia Giudiziaria come a capo della “Cosca degli Zingari”.
E’ emerso dall’inchiesta che, con riferimento ai reati di truffa, l’associazione sfruttava siti di annunci online per individuare la merce ed “agganciare” le vittime (in alcune occasioni genitori costretti a vendere i propri beni per poter curare i figli affetti da gravi patologie).
Ed è riuscita, con artifizi e raggiri, a sottrarre o a farsi consegnare i beni in vendita, che, successivamente, rivendeva nel mercato nero o su Internet.
Diversi furti in abitazione sono stati ricostruiti, avviando le investigazioni dalle denunce presentate da privati cittadini, vittime dei reati predatori della comunità Rom, specificatamente nelle ore notturne.
Il gruppo delinquenziale era solito guadagnare profitti anche dalla vendita al dettaglio di eroina e cocaina.
In particolare, le droghe erano occultate in intercapedini ricavate nei sottoscala e nelle pertinenze del complesso residenziale pubblico di Bovalino, utilizzato come base operativa, da dove veniva prelevato e ceduto agli acquirenti su richiesta.
Le indagini condotte dai Carabinieri, supportate anche da un’attività tecnica, hanno consentito, inoltre, di individuare e riscontrare la presenza di armi nella disponibilità del sodalizio criminale.
Il reggente dell’organizzazione supportato dal sodale, maneggiavano le armi anche in presenza dei bambini di età prescolare (4-5 anni).
Nel maggio scorso, una mirata attività condotta dai militari del Gruppo Carabinieri di Locri, in collaborazione dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, ha permesso di sequestrare armi perfettamente funzionanti, in ottimo stato di conservazione, e di procedere all’arresto di un familiare di uno degli odierni arrestati.
Molteplici i reati ambientali commessi dagli indagati, che dietro compenso in denaro, effettuavano recuperi di rifiuti di vario tipo, dal materiale di risulta ai rifiuti pericolosi e speciali che, privi di alcuna autorizzazione e non curanti delle normative vigenti, smaltivano illecitamente anche in aree protette da vincoli paesaggistici ed ambientali (torrenti e valloni) con grave pregiudizio per l’ambiente e conseguente grave rischio idrogeologico.
Non ultimo, gli indagati, sempre secondo quanto evidenziato dalle indagini, si sono resi responsabili di maltrattamenti di animali.
Sono stati documentati episodi nei quali gli indagati hanno legato animali con violenza, mettendogli una corda al collo.
Li sollevavano per poi scaraventarli a terra, ove venivano colpiti con ripetuti calci dai figli minori.
E’ stato scoperto poi che dopo aver maltrattato delle galline, le gettavano vive in pasto ad un gruppo di cani, chiusi in un recinto per osservare la scena.
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