Monreale (Palermo) – dal nostro inviato. La presenza costante dei militari dell’Arma dei Carabinieri si fa sentire sia nel contrasto alla microcriminalità che a quella organizzata, come la mafiosa.
Nel corso del nostro reportage a Palermo e nella sua più immediata provincia abbiamo avuto modo di conoscere quanto il controllo del territorio sia fondamentale per la sicurezza dei cittadini e delle istituzioni.
A questo proposito abbiamo intervistato il Colonnello Luigi De Simone, Comandante del Gruppo Carabinieri di Monreale.

Il Colonnello Luigi De Simone, Comandante del Gruppo Carabinieri di Monreale
Colonnello, come opera il vostro Gruppo?
Il Gruppo nasce come comando demoltiplicatore delle competenze di un Comando Provinciale presso città metropolitane molto grandi.
L’Arma ha istituito Gruppi, a livello ordinativo, a Palermo (2 Gruppi), Napoli, Roma, Milano e nelle città calabresi più esposte a livello di criminalità.
Il Gruppo coordina le attività, sia sul piano preventivo che nell’azione investigativa, sulla criminalità comune e anche organizzata, tramite le Compagnie da esso dipendenti.
Il Gruppo di Monreale ha competenza su 7 Compagnie delle 12 dipendenti dal Comando provinciale
Oltre alle Compagnie operano sul territorio della provincia palermitano ricompreso nella competenza del Gruppo di Monreale 57 Stazioni che abbracciano un po’ tutti i Comuni.

Il controllo del territorio dei Carabinieri
Il Gruppo ha anche una propria struttura investigativa. Sotto il diretto coordinamento del Reparto Operativo, esso sviluppa un’attività di contrasto ai fenomeni mafiosi ancora presenti e radicati sul territorio, nonostante le nostre numerose azioni di contrasto.
Qual è il comune più lontano di vostra competenza?
Quello di San Mauro Castelverde che arriva fino al confine con Tusa (Messina).
La nostra competenza si estende su un territorio estremamente vasto, di oltre 3,600 Km2, pari a circa il 79% del territorio dell’intera Provincia di Palermo, che si sviluppa, oltre che evidentemente nel monrealese, ad ovest della città di Palermo, con la Compagnia di Partinico (confine con la Provincia di Trapani), e abbraccia tutta la zona a sud del capoluogo, tramite le Compagnia di Corleone e Lercara Friddi (al confine con la provincia di Agrigento), nonché quella ad est con la Compagnie di Termini Imerese e Cefalù (al confine con la provincia di Messina), sino a raggiungere i territorio delle Petralie, ove opera la Compagnia di Petralia Sottana (confinante con la provincia di Caltanissetta).
Ad osservare la carta della provincia di Palermo si può dire che avete sotto controllo un territorio molto vasto, dove operano tutti i mandamenti mafiosi.
Esattamente. Sono presenti nel nostro territorio cinque mandamenti mafiosi: Partinico, Corleone, San Giuseppe Jato (dove Giovanni Brusca un tempo la faceva da padrone Ndr), Trabia e di San Mauro Castelverde. Proprio recentemente, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, abbiamo disarticolato e arrestato i vertici di quest’ultimo mandamento dove venivano fatte numerose estorsioni imposte con le intimidazioni, i soprusi, le vessazioni.

Molte le operazioni antimafia operate dai Carabinieri
Colonnello, in questo periodo storico le pistole della mafia stanno “tacendo”?
Quest’anno ci sono stati omicidi nel territorio di Belmonte Mezzagno. Si sta ancora indagando per cercare di fare luce su delitti anche molto efferati, avvenuti di giorno con quelli che al momento, sembrano tipiche modalità mafiose.
Per quanto riguarda la commissione di reati cosa si riscontra?
Non si registrano diffusi fenomeni di microcriminalità. Non c’è un particolare allarme sociale per i reati predatori che, effettivamente, si registrano con numeri piuttosto contenuti in valori assoluti.
Dal punto di vista criminale registriamo assetti di criminalità organizzata che aggrediscono i finanziamenti pubblici che arrivano alle amministrazioni locali, tentando di aggiudicarsi un appalto, un subappalto, l’affidamento diretto di un lavoro.
Oltre a questo sono molto, continuiamo a riscontrare nel corso delle indagini la presente di richieste estorsive ai danni di imprenditori e anche commercianti. A questo proposito abbiamo riscontrato ancoraggi a vecchie dinamiche per il controllo del territorio.
E’ una forma di assoggettamento che può colpire tutti gli operatori economici e imprenditoriali, senza alcuna distinzione, anche con richieste di somme modeste, commisurate alle disponibilità della vittima.
Da recenti indagini sono state documentate anche richieste estorsive addirittura a danno di giostrai che partecipavano a una festa patronale. Ed è proprio questa la violenza mafiosa che impone l’assoggettamento al clan di un determinato territorio.
Per fortuna, nel corso di ultimi 10 anni, le nostre indagini hanno decapitato gli assetti più pericolosi delle organizzazioni mafiose attive sul territorio. Ma ancora riscontriamo una certa vivacità in alcune aree sulla quali manteniamo una guardia altissima. In molti comuni, come Forza di Polizia, ci siamo solo noi, specialmente nelle zone più lontane dalle grandi città.
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