Carabinieri: sequestrati nelle Marche cactus famosi per le loro capacità psicotrope dovute al contenuto di mascalina

San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). I Carabinieri del Raggruppamento Carabinieri CITES di Roma – Reparto Operativo, unitamente ai militari dei Nuclei Carabinieri CITES di Fermo ed Ancona e delle Stazioni Carabinieri Forestale di Fermo ed Ancona hanno arrestato, nei giorni scorsi, un uomo di 42 anni, residente a San Benedetto del Tronto per detenzione e coltivazione di piante considerate sostanze stupefacenti dalla normativa nazionale.

Le piante sequestrate dai Carabinieri

I militari entrati nell’abitazione del soggetto, a seguito di perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, hanno potuto constatare la detenzione di 253 piante appartenenti al genere Lophophora (Peyote), cactus che crescono nelle zone desertiche del Messico, famosi per le loro capacità psicotrope dovute al contenuto di mascalina, alcaloide psichedelico utilizzato nei riti sciamanici dai nativi americani, poi molto diffusa negli anni ’70.

Le piante, occultate in una serra nelle pertinenze dell’abitazione del soggetto, sono state tutte sequestrate dai Carabinieri Forestali che nel corso delle perquisizioni hanno anche rinvenuto altri 53 esemplari di cactus in via di estinzione, tutelati dalla Convenzione di Washington (CITES), detenute illegalmente  dal soggetto senza alcuna documentazione riguardo la regolare origine.

La classificazione piante sequestrate

Al soggetto è stato contestato anche il reato previsto dalla normativa CITES sanzionabile  fino a 200 mila euro di ammenda o 1 anno di arresto.

Per il riconoscimento delle piante tutelate dalla CITES i militari si sono avvalsi della consulenza di uno dei massimi esperti di cactus e piante succulente in Italia.

Sequestrate, inoltre, 4 testuggini terrestri anche queste prive di documentazione attestante la regolare detenzione.

Sono in corso le attività investigative per accertare la mole del traffico posto in essere dal soggetto arrestato, inizialmente collocato agli arresti domiciliari su disposizione della Procura della Repubblica di Ascoli Piceno.

L’arresto è stato convalidato dal GIP di Ascoli Piceno il quale dopo l’interrogatorio e in relazione all’incensuratezza dell’arrestato ha deciso di liberarlo.

L’indagato rischia le gravi pene stabilite dal DPR 309/1990 “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza” che vanno dalla reclusione da sei a venti anni alla multa da 26 mila a 260 mila euro.

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