Caso Cospito: le decisioni del Governo Meloni. Resta in carcere ad Opera, al 41 bis, dove ci sono adeguati presidi sanitari

ROMA. Posizione ferma del Governo Meloni sul caso Cospito, l’anarchico che ieri è stato trasferito nel carcere di Opera (Milano), detenuto in regime di 41 bis e che da mesi sta facendo lo sciopero della fame.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni

Ieri, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, quello dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio hanno informato i colleghi del Consiglio dei ministri.

Nordio, informa una nota di Palazzo Chigi,  ha ricordato le ragioni che “hanno determinato l’Autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo di cui all’articolo 41 bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito e, nel pieno rispetto dell’autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, ha rilevato che la Corte di Cassazione è chiamata a rendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo”.

La sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri

“Per la parte di propria competenza – prosegue la nota – il ministro della Giustizia ritiene di non revocare il regime di cui all’articolo 41 bis e ha precisato che, sentite tutte le istituzioni interessate, si è fatto carico delle condizioni di salute del detenuto, avendone disposto in data odierna (ieri Ndr) il trasferimento, sempre in regime di 41 bis, nell’istituto di pena di Opera, che è munito degli adeguati presidi sanitari”.

Nel suo intervento il titolare del Viminale ha sottolineato, come la rete di supporto nei confronti del detenuto, “manifestatasi in plurimi episodi di atti vandalici o incendiari e in manifestazioni di piazza, anche violente, rassicurando che gli accresciuti rischi per la sicurezza hanno determinato un innalzamento dell’attenzione e delle misure necessarie per fronteggiarli”.

Tajiani ha riferito del rafforzamento “del sistema difensivo della rete diplomatica italiana all’estero, reso necessario dalle ostilità manifestate nei confronti di sedi di ambasciate e consolati, in varie località, da Atene a La Paz, da Barcellona a Madrid, fino a quelle più recenti di Berlino, oltre che nei confronti di beni appartenenti a personale diplomatico”.

Il Consiglio dei Ministri, nel suo insieme, conclude la nota “ribadisce, nel rispetto della decisione assunta dal ministro della Giustizia, la volontà di non scendere a patti con chi usa violenza e minaccia come strumento di lotta politica”.

Alle 11,00 di oggi è intanto in agenda una conferenza stampa dei tre ministri.

E gli anarchici sono pronti alla mobilitazione e alle manifestazioni a Roma.

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