Madrid. “Siamo militari e ci piace pianificare e prevenire”. Lo ha detto il Capo dello Stato Maggiore della Difesa, Fernando Alejandre, interpellato sull’eventuale invio di militari a Barcellona per contrastare le azioni indipendentiste catalane. “L’Esercito – ha spiegato Alejandre – sta predisponendo materiale logistico per essere pronto ad ogni ncessità”.
A quanto si può capire l’obiettivo della Forza Armata è quella di appoggiare le Forze ed i Corpi di Sicurezza statali se il Governo Rajoy dovesse attivare il Piano “Cotta di Maglia”.
Intanto, all’indomani del discorso al Parlamento di Barcellona del presidente catalano Puigdemont che ha dichiarato l’indipendenza ma l’ha sospesa per favorire il dialogo con Madrid, il Governo centrale continua per la sua strada. (1507712647915_Declaracio-n-de-Independencia)
Il capo del Governo Mariano Rajoy, oggi, nel corso di una conferenza stampa, alla fine dei lavori del Consiglio dei ministri straordinario, ha detto che Puigdemont deve confermare se ha dichiarato la secessione. Il premier spagnolo ha aperto la strada verso l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione che consente fra l’altro di sospendere l’autonomia della Catalogna.
Sempre seguendo il solco costituzionale, la richiesta di chiarimento rivolta a Puigdemont è il primo passo previsto dalla legge prima che il Governo possa chiedere al Senato l’attivazione dell’articolo 155.
Come già anticipato da Report Difesa (https://www.reportdifesa.it/catalogna-uno-scontro-politico-costituzionale-per-il-referendum-independentista/) , all’esame dell’Esecutivo di Madrid oltre all’articolo 155 c’è anche l’articolo 116 che permette di istituire il cosiddetto “stato d’eccezione” da istituire in Catalogna. Entrambi possono essere utilizzati da Rajoy se dovesse optare per la mano dura. Per l’applicazione dell’articolo 155 ci vuole il via libera del Senato, dove il Partito popolare ha la maggioranza assoluta. Mentre per l’articolo 116 è necessario quello del Congresso, dove però Rajoy è minoritario.
Pronta è arrivata la risposta dalla Generalitat catalana. “Se il Governo spagnolo deciderà di applicare l’articolo155 contro la Catalogna, noi andremo avanti”, ha affermato il portavoce dell’esecutivo catalano Jordi Turull. “Se applicano il 155 – ha aggiunto – vuole dire che non vogliono il dialogo e sarà chiaro che dobbiamo essere coerenti con i nostri impegni”. (Sp_cost)
Da parte sua la Commissione europea fa sapere di sostenere “gli sforzi per superare le divisioni e la frammentazione e assicurare l’unità e il rispetto della Costituzione spagnola”, ha detto il vicepresidente dell’esecutivo comunitario Valdis Dombrovkis.
Intanto, il segretario del Partito socialista operaio spagnolo (PSOE) Pedro Sanchez ha dichiarato di avere raggiunto un accordo con Rajoy per avviare una riforma della Costituzione che ridefinisca fra l’altro lo statuto della Catalogna. Sanchez ha aggiunto che una Commissione sarà formata a breve e lavorerà per sei mesi. Le conclusioni saranno sottoposte al Parlamento.
Il leader del PSOE ha aggiunto che anche per la tenuta di un referendum di auto-determinazione, cui si è detto contrario, è necessaria una riforma della Costituzione.
Sulla questione catalana è intervenuto il portavoce della cancelliera tedesca, Ulrike Demmer. “Una dichiarazione di indipendenza della Catalogna sarebbe illegale e non sarebbe riconosciuta”. ha detto rispondendo a una domanda sul discorso pronunciato ieri dal presidente catalano Carles Puigdemont, nella consueta conferenza stampa di Governo.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Francia. “Ogni dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte delle autorità catalane sarebbe illegale e non potrebbe in alcun caso essere riconosciuta”, si legge in una nota diffusa dal Ministero degli Esteri. “Continuiamo ad essere preoccupati per la situazione in Catalogna – prosegue la nota – , dopo le dichiarazioni di Carles Puigdemont. Ogni soluzione a questa crisi va trovata nel quadro costituzionale spagnolo. L’unità e la legalità costituzionale vanno rispettate e tutelate”.
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