Barcellona. Il voto per il referendum indipendentista in Catalogna si farà. Lo ha confermato il vice presidente catalano Oriol Junqueras. Domenica prossima saranno chiamati al voto 5,3 milioni di cittadini catalani e saranno aperti 2.315 collegi elettorali con 6.249 seggi. Si voterà “pacificamente” dalle 8 del mattino alle 20 nonostante il veto di Madrid, ha detto il portavoce del governo catalan,o Jordi Turull nella conferenza stampa di presentazione del voto.
“Nè il governo nè i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male”, ha affermato il vicepresidente Oriol Junqueras, denunciando “lo stato di eccezione” voluto da Madrid.
Di contro le dichiarazioni del portavoce del Governo spagnolo Inigo Mendez de Vigo che ha detto che il 1° ottobre “non ci sarà alcun referendum in Catalogna”.
Madrid per rispondere ai movimenti degli indipendentisti ha inviato più di 10 mila tra poliziotti della Polizia nazionale e della Guardia civil. Lo scontro politico potrebbe essere portato nelle strade e nelle aule dei Tribunali.
“Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale – ha accusato il portavoce del governo – contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo”.
Il capo del Governo, Mariano Rajoy non è andato a Tallin dove è in corso il vertice informale dell’Unione europea sul digitale. La sua assenza è chiaramente legata alla necessità di restare in Spagna per seguire da vicino il referendum sull’indipendenza della Catalogna.
Intanto si muovono anche i baschi. Il Parlamento di Bilbao ha approvato con i voti del partito nazionalista moderato PNV (Partito nazionalista basco) di Inigo Urkullu e degli indipendentisti di Bildu un sostegno ai catalani, aggiungendo di opporsi allo svolgimento del voto di domenica.
Il sindaco di Barcellona, Ada Colau (Podemos) ha scritto una lettera ai primi cittadini delle 27 capitali dell’Unione europea per chiedere di fare da intermediari nella crisi catalana.
La Colau, nella missiva ha precisato che quanto sta avvenendo nella sua città e in Catalogna non va considerato come una questione interna spagnola ma è problema che deve essere affrontato nella sua dimensione europea. “L’Europa – sostiene ancora la Colau – non può non reagire alle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali che l’offensiva di Madrid provoca in Catalogna”.
Ma la risposta della Commissione è stata “rispettiamo l’ordine costituzionale della Spagna”.
Qualora vincesse il sì, il Parlamento catalano potrebbe votare una dichiarazione di indipendenza in due giorni. Ma presidente Carles Puigdemont, giusto ieri, aveva affermato che una “Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza” al momento non è sul tavolo del suo governo.
In tutto questo bailamme politico segnaliamo una curiosità. La Generalitat di Cataluña, oggi, ha presentato le urne che saranno utilizzate. Si tratta di contenitori di plastica bianca, translucido con un tappo nero ed il logo della Generalitat.
Le urne sono state prodotte da un’azienda cinese, la Smart Dragon Ballot Expert (http://www.ballotexpert.com) con sede a Guangzhou, nel Sud del Paese.
L’azienda ha fabbricato recentemente per la Francia 10 mila urne. Ma non ha mai fatto nulla per la Spagna. Ha esportato, dal 2008, in Papua, Australia, Ciad, Ghana, Níger o Nigeria. La Lituania è stato l’unico Paese europeo che è stato suo cliente. Smart Dragon vende i suoi prodotti in Internet nel sito online Alibaba.
© RIPRODUZIONE RISERVATA