Catania. I Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare (COMSUBIN), distaccati presso il Comando delle Forze di Contromisure Mine (MARICODRAG) e presso il Nucleo Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi (SDAI) di Augusta (Siracusa), nei giorni scorsi, hanno neutralizzato una mina da fondo avio lanciata, di produzione americana, risalente alla II Guerra Mondiale.
L’ordigno è stato rinvenuto dal cacciamine “Termoli”, impegnato nell’esercitazione di contromisure mine “ITA MINEX 2019”, in una zona a 4 miglia a Sud Est del porto di Catania.
La bonifica è stata richiesta dalla locale Prefettura a seguito della segnalazione del MARICODRAG.
Dopo un’attenta ricognizione, gli artificieri subacquei della Marina hanno confermato la presenza della mina.
Iniziate le operazioni di rimozione dal fondo dell’ordigno che, con tutte le cautele del caso, è stato imbragato e rimorchiato in una zona di sicurezza individuata dall’Autorità Marittima, a circa 5 miglia dalla costa, dove, attraverso le consolidate procedure tese a preservare l’ecosistema marino, è stato distrutto.

L’intervento dei Palombari della Marina Militare
I cacciamine, come nave “Termoli”, sono unità dotate di sistemi ad elevato tasso tecnologico impiegate per la ricerca subacquea e la rimozione dai fondali di ordigni bellici, nonché per l’individuazione e messa in sicurezza di relitti e beni archeologici sommersi.
Tali attività sono finalizzate a garantire il libero accesso ai porti e mantenere aperte le vie di comunicazione marittime assicurando il libero transito dei mercantili e la sicurezza della navigazione contribuendo in maniera sostanziale all’incolumità di quanti dal mare e sul mare operano quotidianamente e traggono il frutto del proprio lavoro.
L’ordigno recuperato dai PalombariQuesti interventi rappresentano una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio per ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione a favore della collettività.
I consigli che arrivano dalla Forza Armata sono questi: chiunque dovesse imbattersi in oggetti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, non deve in alcun modo toccarli o manometterli, ma deve denunciare il ritrovamento, il primo possibile, alle autorità di polizia competenti.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e bonificato oltre 44 mila ordigni esplosivi di origine bellica, mentre dal 1° gennaio 2019 sono già 7.954 i manufatti esplosivi rinvenuti e neutralizzati nei mari, fiumi e laghi italiani, senza contare i 8.895 proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm.
Con una storia di 170 anni alle spalle, i Palombari del COMSUBIN rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
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