Cina: i prototipi dei nuovi caccia di sesta generazione dimostrano i progressi tecnologici del Paese. Forte la riduzione del gap che lo separa dagli USA

Di Fabrizio Scarinci

PECHINO. Nel corso delle ultime settimane, la Repubblica Popolare cinese ha svelato ben due nuovi prototipi di velivoli da combattimento.

Al momento, le informazioni trapelate al riguardo sarebbero ancora piuttosto scarse.

Questi due nuovi jet, entrambi con ala a delta, sembrerebbero, però, configurarsi come piattaforme stealth decisamente all’avanguardia, assimilabili, probabilmente, alla cosiddetta sesta generazione.

Nello specifico, il primo dei due velivoli ad essere stato svelato, temporaneamente denominato J-36, avrebbe condotto il suo primo volo il 26 dicembre scorso, affiancato da un J-20S biposto della People’s Liberation Army Air Force.

Un’immagine del primo volo del velivolo temporaneamente denominato J-36

Sviluppata presumibilmente dalla Chengdu, tale piattaforma, dal design particolarmente innovativo, sembrerebbe avere una lunghezza stimata di circa 23 metri e un’apertura alare di circa 24/24 metri (dimensioni dunque superiori a quelle del già imponente J-20, caratterizzato da una lunghezza di 20,9 metri e da un’apertura alare di 12,88 metri).

Dalle immagini disponibili sembrerebbe, poi, emergere la presenza di tre prese d’aria e di altrettanti scarichi bidimensionali: caratteristiche che, stando a quando affermato da diversi analisti, farebbero pensare alla presenza di tre motori.

Sulla base di quanto appena detto è, quindi, facile ipotizzare che si tratti di un velivolo concepito per l’assolvimento di missioni a lungo raggio; una capacità che Pechino sembrerebbe intenta a sviluppare sempre più soprattutto allo scopo di mettersi nella condizione di colpire le basi e gli assetti navali statunitensi presenti nella regione indopacifica in caso di conflitto.

A poche ore di distanza dal primo volo del J-36 avrebbe poi volato anche un secondo jet sviluppato, stando alle poche informazioni disponibili, dalla Shenyang Aerospace Corporation.

Il secondo dei due velivoli svelati a dicembre

Di dimensioni molto più contenute, questa seconda piattaforma, temporaneamente denominata Shenyang J-50, sembrerebbe rispondere soprattutto alle esigenze legate alla difesa dello spazio aereo e del territorio della Repubblica Popolare; un proposito del tutto complementare con quello legato alla proiezione di potenza a lungo raggio espresso con lo sviluppo del J-36.

Come specificato in apertura, i due velivoli in questione si configurano al momento come prototipi e, non diversamente da quanto accade negli USA con i programmi NGAD ed F/A-XX, bisognerà senz’altro attendere alcuni anni prima che, a partire da essi, possano essere sviluppati mezzi e/o sistemi di sistemi pienamente operativi.

Molto più vicina nel tempo dovrebbe, invece, essere l’introduzione di velivoli di quinta generazione come il J-35, caccia sviluppato dalla Shenyang Aerospace Corporation al fine di equipaggiare la crescente componente aeronavale della PLAN, e il J-35A, pensato per la People’s Liberation Army Air Force.

Il prototipo del nuovo J-35A presentato in occasione del recente Zhuhai Airshow 2024 – Credit: China News Service

Progetti che, non meno degli arditi programmi volti a sviluppare piattaforme di sesta generazione, forniscono, senz’altro, una chiara dimostrazione di quanto il gap tecnologico tra USA e Cina si stia progressivamente riducendo, con conseguenze di certo poco piacevoli sia per Washington che per i suoi alleati dell’Indopacifico.

Restando sempre in campo aeronautico, infatti, si stima che le Forze Aeree cinesi dispongano ormai di circa 300 J-20 (anch’essi multiruolo di quinta generazione) e di svariate centinaia di jet di quarta generazione equipaggiati con sistemi d’arma sempre più insidiosi.

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