Milano. L’ultimo Rapporto Clusit, che riporta i dati più aggiornati relativi al cybercrime, analizza 850 attacchi gravi nel primo semestre 2020.

In aumento i cyber attack
Si tratta di un trend in costante crescita, che definisce il semestre il peggiore di sempre a livello globale.
In particolare, secondo i dati del Rapporto Clusit 2020, gli attacchi perpetrati verso le Infrastrutture Critiche sono aumentati dell’85% nei primi 6 mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019; verso i Gov Contractors del 73,3%.
Gli attacchi che hanno avuto come obiettivo il settore della ricerca e delle istituzioni scolastiche sono cresciuti del 63%.
Nel semestre si è inoltre registrato un incremento degli attacchi rivolti alle stesse istituzioni governative pari al 5,6%, sempre rispetto allo stesso semestre dello scorso anno.
“Di fronte a questo scenario – spiega Gabriele Faggioli, presidente Clusit, – che sottende un’accelerazione del cyber crimine con logiche industriali, crediamo che sia fondamentale sviluppare la ricerca e l’innovazione, anche attraverso il finanziamento a startup e iniziative imprenditoriali italiane nel settore della cybersecurity”.

Gabriele Faggioli, presidente Clusit
L’avvio di imprese nel settore della cybersecurity sembra incontrare maggiori criticità nel nostro Paese rispetto al resto del mondo.
I dati dell’Osservatorio Cyber Security & Data Protection del Politecnico di Milano evidenziano infatti che su un totale di 254 start up nell’ambito della cybersecurity avviate nel mondo a partire dal 2015, solo il 2% è italiano; in termini di finanziamento, la media italiana è stata di un milione di dollari, a fronte dei 15 milioni di dollari ricevuti in media nel resto del mondo.
Per attuare una strategia efficace di cyber difesa, secondo gli esperti Clusit, adeguati investimenti in ricerca e innovazione dovrebbero prevedere anche forme condivise di sapere e collaborazione tra pubblico e privato, così come la proposizione di un programma formativo nazionale che sviluppi a lungo termine le competenze necessarie. In particolare, le tecnologie dual use oggi disponibili sul mercato e il loro utilizzo da parte dei diversi stakeholder rappresentano l’asset emblematico di questa cooperazione.
“Pensiamo che questi siano i primi e urgenti passi da compiere per mettere in moto un processo virtuoso di crescita non solo tecnologica, ma anche economica dell’intero sistema Paese – conclude Faggioli -. Lavoriamo in questa direzione anche con le istituzioni; in gioco ci sono continuità sociale ed economica”.
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