Ginevra. Dopo oltre 7 ore di colloqui, tenutasi a Ginevra, tra il vice segretario di Stato americano Wendy Sherman e del vice ministro degli Affari Esteri russo Sergey Ryabkov (ieri sera si è tenuta anche una cena di lavoro) le parti si sono lasciate sembra non con grandi cambiamenti.
Sul tavolo l’ammassamento di truppe vicino al confine con l’Ucraina, mentre aumentano i timori per una possibile invasione russa.
Non si sono registrati progressi nei colloqui.
“La conversazione è stata difficile, lunga, molto professionale, profonda, concreta, senza alcun tentativo di abbellire nulla, abbiamo voluto evitare spigolature – ha detto il vice ministro russo -. Abbiamo avuto l’impressione che la delegazione americana abbia preso molto sul serio le nostre proposte russe”.
Come ha sottolineato Ryabkov, la questione della non adesione dell’Ucraina e della Georgia alla NATO è “una questione di sicurezza nazionale per la Russia”.
“È assolutamente imperativo per noi assicurarci che l’Ucraina non diventi mai membro della NATO – ha evidenziato ancora Ryabkov – Vorremmo che la formula adottata dal vertice di Bucarest del 2008 fosse ritirata e sostituita con la seguente: Ucraina e Georgia non diventeranno mai membri della Alleanza del Nord Atlantico. Siamo stanchi di condurre conversazioni vuote, da mezze promesse, da interpretazioni errate, che spesso avvenivano in trattative a porte chiuse. Non ci fidiamo dell’altra parte. Occorrono garanzie forti, giuridicamente significative, non promesse, ma garanzie, con le parole must di non diventare mai membri della NATO”.
Il diplomatico ha sottolineato che Mosca ha spiegato in dettaglio a Washington la logica delle sue proposte e perché ottenere garanzie legali sulla non espansione della NATO sia “un imperativo assoluto”.
Mosca ritiene che altre questioni chiave siano l’ottenimento di garanzie legali sul non dispiegamento militare vicino ai confini russi.
Gli stessi russi hanno chiesto che “la NATO cessi di rinforzare i territori che hanno aderito dopo il 1997”.
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Da parte sua, il capo della delegazione americana, Wendy Sherman, ha affermato che Washington “non permetterà a nessuno di chiudere la porta della NATO ad un altro Paese” e non discuterà su questioni riguardanti altri Stati senza la loro partecipazione.
La Sherman ha aggiunto che gli Stati Uniti sono pronti a discutere con la Russia sul dispiegamento di missili e sull’istituzione di restrizioni reciproche sulla scala delle esercitazioni militari con maggiore trasparenza.
Sempre oggi, il vice consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Jon Finer ha detto alla CNN di non “vedere una situazione in cui gli Stati Uniti si allontanano” dai colloqui con la Russia, anche se i funzionari del Cremlino prendono posizioni durante le discussioni di questa settimana che sono considerate “non avviate” dagli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi, il Cremlino avevano detto che che la NATO terminasse di espandersi ad Est e si impegnasse a far sì che l’Ucraina non divenisse nuovo membro dell’Alleanza Atlantica.
Mercoledì, una delegazione russa incontrerà i membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico al Consiglio NATO-Russia a Bruxelles.
Ma il segretario di Stato americano Antony Blinken ha già sminuito le prospettive di una svolta.
“È difficile vedere fare progressi concreti – ha detto – invece di parlare, in un’atmosfera di escalation con una pistola puntata alla testa dell’Ucraina. Quindi, se vogliamo davvero fare progressi, dovremo vedere una riduzione dell’escalation. La Russia si sta ritirando dalla minaccia che attualmente rappresenta per l’Ucraina”,
Per Blinken non si tratta nemmeno di fare concessioni.
“Si tratta – ha aggiunto -. di vedere se, nel contesto del dialogo e della diplomazia, ci sono cose che entrambe le parti, tutte le parti possono fare per ridurre le tensioni”.
Intanto, il Presidente USA Joe Biden ha detto al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di una telefonata all’inizio di questo mese che gli Stati Uniti e i loro alleati “risponderanno in modo decisivo se la Russia invaderà ulteriormente l’Ucraina”.
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