Di Fabrizio Scarinci
TEL AVIV. Dopo aver annunciato uno stanziamento speciale da 8 miliardi di dollari in favore di Israele, il governo statunitense avrebbe deciso di supportare lo sforzo bellico di Tel Aviv anche attraverso misure più dirette.

Tra queste spiccherebbero, in modo particolare, il significativo rafforzamento del dispositivo militare a stelle e strisce presente nel Mediterraneo orientale, che, stando a quanto affermato da alcune fonti, potrebbe prendere il via già nei prossimi giorni con l’arrivo del gruppo di battaglia della portaerei Gerald Ford al largo della costa israelo-palestinese, e l’imminente fornitura all’IDF di ingenti quantitativi di sistemi di difesa e munizioni intelligenti.

Proprio con riferimento a tali forniture, nei giorni scorsi Israele avrebbe effettivamente richiesto nuovi stock di missili intercettori per il sistema Iron Dome (utilizzato in modo a dir poco intensivo nel corso delle ultime 48 ore) e bombe guidate di tipo SDB (Small Diameter Bomb) per i propri cacciabombardieri.
Quanto a questi ultimi ordigni, le dotazioni dell’aeronautica di Tel Aviv dovrebbero già essere nell’ordine di alcune migliaia, e il fatto che vi siano state ulteriori richieste potrebbe senz’altro indicare l’intenzione di intraprendere una campagna di bombardamenti particolarmente intensa.

Secondo la testata statunitense “Politico”, al fine di rifornire l’IDF, l’Amministrazione Biden potrebbe attingere anche a delle (poco conosciute) scorte americane già presenti in Israele che Washington avrebbe autorizzato ad utilizzare solo in caso di estrema necessità.
In ogni caso, tali misure di assistenza non dovrebbero avere alcun impatto sugli aiuti destinati all’Ucraina.
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