Conflitto Russia-Ucraina: milioni di profughi in cerca di protezione e assistenza affrontano la dura strada per la fuga

Di Flavia De Michetti

Roma. In Ucraina sono stati registrati ripetuti bombardamenti e attacchi che hanno colpito infrastrutture civili, causando un considerevole numero di vittime.

Migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare frettolosamente le loro abitazioni, portando con sé lo stretto necessario e andare in cerca di protezione e assistenza.

All’inizio della guerra i Paesi situati immediatamente oltre i confini dell’Ucraina si sono trovati ad accogliere quasi mezzo milione di profughi.

Una cifra in continuo rialzo. Nel caso in cui lo scontro dovesse aggravarsi ancora, nei prossimi mesi si prevede un esodo di circa 4 milioni di persone.

I dati riportati (raccolti da una varietà di fonti) continuano a crescere in maniera esponenziale.

Ieri, la Polonia  ha registrato l’accoglimento di circa 547,982 cittadini ucraini, l’Ungheria di 133,009, la Moldavia di 97,827, la Slovacchia di 79,059.

Seguono la Romania con 51,261, la Federazione Russa con 47,800, la Bielorussia con 374 e gli altri Stati europei con 88,147.

Per l’evidente stato di emergenza l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati ha sostenuto che “è in corso una risposta regionale tra le Agenzie per i rifugiati, a sostegno degli sforzi dei Paesi che li ospitano. Il piano regionale di risposta ai rifugiati riunisce le Nazioni Unite, le ONG e altri partner sul campo e si concentra, principalmente, sul sostegno ai governi degli Stati ospitanti per garantire un accesso sicuro al territorio per i rifugiati e i cittadini di Paesi terzi in fuga dall’Ucraina, in linea con gli standard internazionali”.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, inoltre, aggiunge che il piano regionale “si concentra anche nel provvedere ai servizi di protezione essenziali e all’assistenza umanitaria”.

In questo scenario apocalittico emergono testimonianze dei civili, ormai sconvolti e disorientati.

Un’immagine della situazione umanitaria

Tuttavia, secondo le recenti posizioni adottate da Varsavia nei confronti dei profughi, la Polonia sorprende in maniera positiva per “uno sforzo di accoglienza incredibile”.

In tutta questa grande confusione la stampa aveva riferito che i cittadini nigeriani e di altri Paesi africani residenti in Ucraina avevano raccontato che “non vengono fatti salire sui treni che portano al confine, perché le autorità danno la priorità alle donne ai bambini locali”.

Inoltre. si fanno strada denunce di persone “lasciate in mezzo al nulla lontani chilometri dalla frontiera”.

Queste sono le testimonianze riportate da Blaise Chiagorom, Presidente Nigerian Students Association in Poland (NSAP), studente di un Master in relazioni internazionali, presso la WSB University (con sede a Varsavia).

Negli ultimi giorni l’attivista si è mosso avanti e indietro con la località di confine di Medyka, a pochi passi da uno degli 8 valichi di frontiera con l’Ucraina, per “aspettare le persone in un centro per la registrazione e l’accoglienza, situato a qualche chilometro dalla linea di confine, poiché ai volontari non è permesso arrivare fino al valico di frontiera”.

A causa delle recenti accuse di respingimenti e abusi ai danni dei cittadini africani in Ucraina, è intervenuto il Presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, per dire che “tutti coloro che fuggono da una situazione di conflitto hanno lo stesso diritto a un passaggio sicuro ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite e il colore del loro passaporto o della loro pelle non dovrebbe fare differenza”.

L’attivista Chiagorom condivide la denuncia di un ragazzo, il quale ha riferito di un gruppo di cittadini africani costretti a scendere da un pullman sul quale erano saliti, pagando un regolare biglietto a Kiev.

Secondo quanto riporta l’Agenzia di stampa italiana DIRE, queste persone sarebbero ora ferme in una località lontana diversi chilometri dal confine senza alcuna possibilità di spostarsi, oltre che in balia dei possibili bombardamenti.

Il presidente della NSAP rende note le diverse difficoltà per raggiungere la frontiera, sottolineando che per entrare in Polonia le persone devono affrontare ore, se non giorni, di file.

Tuttavia, una volta superato questo ostacolo gravoso la situazione cambia completamente.

Il volontario ha descritto che “le autorità alla frontiera polacca timbrano il passaporto e lasciano entrare, mettendo a disposizione un pullman per portare tutti, ucraini e non, in centri di raccolta dove vengono consegnati anche viveri”, Chiagorom ha aggiunto inoltre che “le stesse autorità si comportano in modo tranquillo, mentre i cittadini locali aiutano, fornendo anche delle case dove far stare le persone appena arrivate”.

Un importante aiuto, secondo l’attivista, è provenuto anche dall’Ambasciata della Nigeria e dalle Associazioni della diaspora nigeriana in Polonia.

Il conflitto Russia-Ucraina sembra aver messo in ginocchio l’Europa intera.

Nonostante le gravi ripercussioni economiche e i molti rischi e problemi ai quali far fronte, il Vecchio Continente apre le sue porte per offrire rifugio e protezione a centinaia di migliaia di profughi in fuga dalla guerra.

Cittadini ucraini costretti a fuggire dal loro Paese

Nel frattempo, l’Unione Europea si impegna a garantire la protezione temporanea ai cittadini ucraini che si rifugeranno in uno degli Stati Membri.

La conferma ufficiale è prevista per i prossimi giorni, probabilmente per la giornata di oggi, durante la quale la Commissione europea proporrà la concessione dello status di rifugiato, il quale garantirà protezione temporanea agli sfollati.

A differenza degli anni precedenti (come il 2015, nel caso dei rifugiati siriani), l’Unione Europea è più che mai unanime e unita nell’intento di offrire il proprio sostegno al popolo ucraino.

Un evento mai verificatosi nella storia, fino ad oggi.

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