Conflitto ucraino: nuovi aggiornamenti sugli attacchi contro le basi Engels e Dyagilevo, sulla risposta russa e sull’ultimo attacco di Kiev contro la base di Kursk

Di Fabrizio Scarinci

KIEV. Nel corso delle ultime ore sarebbero emersi alcuni importanti dettagli sia riguardo agli attacchi condotti ieri da Kiev contro le basi russe di Engels e Dyagilevo (collocata nei pressi di Ryazan), sia riguardo alla risposta russa, che si sarebbe concentrata su diverse aree dell’Ucraina.

La base di Dyagilevo in un’immagine di qualche anno fa

Per quanto riguarda gli attacchi lanciati da Kiev, secondo numerose fonti sarebbero stati condotti entrambi (dunque anche quello ai danni dell’aeroporto di Dyagilevo, dove inizialmente si era sparsa la voce secondo cui a provocare l’esplosione fosse stata un’autocisterna) con droni da ricognizione ex-sovietici di tipo Tupolev Tu-141.

Usati molto spesso anche nel ruolo di aero-bersagli, questi velivoli, dotati di un’autonomia di circa 1000 km (più che sufficiente a raggiungere le due località colpite anche a partire dal territorio ucraino), sarebbero stati modificati per l’occasione con l’aggiunta di una testata di guerra e di un sistema GPS, grazie al quale avrebbero raggiunto i loro bersagli con una certa precisione.

Vecchia immagine di un drone Tu 141. Gli ucraini hanno condotto i loro attacchi modificando alcuni di questi velivoli

Per quanto riguarda, invece, i bombardamenti condotti dai russi in risposta a tali azioni, ad essere coinvolti sarebbero stati circa 10/12 bombardieri pesanti di tipo Tupolev Tu-95 “Bear”, Tupolev Tu-160 “Blackjack” e Tupolev Tu-22M “Backfire” (oltre, forse, a qualche unità della marina di Mosca presente nel Mar Nero), che avrebbero lanciato dai 70 ai 100 missili da crociera (a quanto pare soprattutto di tipo Kh-101, Kh-555 e Kh-22) sia contro alcune infrastrutture energetiche collocate nelle regioni di Odessa, Mykolaiv, Sumy e Zythomir (dove si sarebbero verificate varie interruzioni di corrente), sia contro la stessa città di Kiev, dove, tuttavia, le difese antiaeree e antimissilistiche ucraine avrebbero abbattuto la quasi totalità dei missili in arrivo.

Un bombardiere Tupolev Tu 22M in fase di decollo. Alcuni di questi velivoli avrebbero preso parte agli attacchi di ieri contro le infrastrutture energetiche ucraine

Una rappresaglia riuscita, dunque, solo in parte (come, del resto, molte delle azioni dello stesso tipo condotte nel corso delle ultime settimane), che non avrebbe inficiato la volontà ucraina di continuare a condurre azioni in profondità nel territorio russo; come dimostrato anche stanotte da un ulteriore attacco contro la base aerea di Kursk, dove un altro drone suicida (non è ancora chiaro, in questo caso, di che modello si tratti) avrebbe colpito la struttura causando un incendio di vaste proporzioni.

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