Corea del Nord: introdotto un nuovo sottomarino lanciamissili

Di Fabrizio Scarinci

PYONGYANG. Il 6 settembre scorso, alla presenza del leader supremo nord-coreano Kim Jong Un, si è avuto il varo del sottomarino lanciamissili “Hero Kim Gun-Ok”, destinato, nel prossimo futuro, ad operare con la Marina militare di Pyongyang.

Stando alle immagini diffuse dalla stampa del regime, il mezzo in questione sembrerebbe essere un vecchio battello diesel-elettrico Type 033 (variante cinese della classe “Romeo” sviluppata in Unione Sovietica) con alcune modifiche dovute alla necessità di ospitare una sezione dedicata al lancio dei missili.

Il nuovo sottomarino durante il varo

Quanto a questi ultimi, essi dovrebbero essere circa una decina, anche se non si sa ancora nulla di preciso riguardo alla loro tipologia.

A tal proposito, una delle ipotesi maggiormente accreditate sembrerebbe consistere in una combinazione di quattro “Pukguksong” (missili balistici con capacità nucleari ed un raggio d’azione stimato tra i 1.200 e i 2.500 km) e sei KN-23 (vettori sempre di tipo balistico caratterizzati da una gittata di circa 5/600 km), ma non viene esclusa neppure l’eventuale installazione di qualche missile da crociera di tipo “Hwasal-2”.

Nel ruolo di sottomarino lanciamissili, l’Hero Kim Gun-Ok si affiancherà allo Yongung, un mezzo molto simile ai Kilo di fabbricazione sovietica che, al momento, sembrerebbe essere (anche se, per alcune fonti, solo a livello sperimentale) l’unico battello della Marina nord-coreana destinato all’assolvimento di tale compito.

Per il resto, la flotta subacquea di Pyongyang (sulla carta, una delle più numerose del pianeta) sarebbe composta da altri 20 obsoleti Type 033 e da oltre 50 unità di tipo costiero introdotte a partire dai primi anni 90.

Dotando di capacità balistiche la sua Marina militare, il regime di Kim Jong Un intende, verosimilmente, mettere una parte delle proprie forze nucleari in condizione di colpire il nemico anche nel caso in cui la loro componente basata a terra venisse neutralizzata.

Ovviamente, per il Nord-America, così come per altri territori posti a grande distanza dalla penisola coreana, il fatto che Pyongyang possa installare missili a corto e medio raggio non particolarmente sofisticati su sottomarini di vecchia concezione come quelli appena menzionati non dovrebbe costituire una minaccia particolarmente grave.

Nondimeno, per Paesi quali Giappone e Corea del Sud, così come per le forze statunitensi stazionate in Estremo oriente, l’esistenza di tali mezzi potrebbe anche rivelarsi (sempre che i nord-coreani riescano a farli funzionare in modo efficiente) una spiacevole variabile di cui tenere conto.

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