Corea del Nord, siamo veramente andando verso una guerra nucleare? Seul intanto si organizza per rispondere ad un attacco di Kim

Di Valeria Fraquelli

Seul. In Corea del Sud sembra che il conflitto sia già scoppiato. Rifugi antiatomici e bunker sono già pronti per un eventuale attacco nucleare ed i cittadini hanno svolto esercitazioni per sapere come comportarsi se un missile di Pyongyang dovesse raggiungere Seul o un’altra grande città sudcoreana. La Corea del Sud ha chiesto agli Stati Uniti armi, mezzi ed equipaggiamenti ed ha ottenuto un innalzamento notevole al limite della sua potenza di fuoco.

Insomma, sembra che qui tutto sia pronto per fronteggiare un attacco da parte del Nord. La paura è sempre altissima. Basta vedere quale sia il programma di riarmo del Governo di Seul, con nuovi sistemi lanciamissili, sottomarini nucleari altamente sofisticati in grado all’occorrenza di lanciare missili balistici, navi da guerra moderne e più veloci e almeno altri quattro sistemi THAAD scudo antimissile.

Carri armati sud coreani

Sono già cominciate imponenti esercitazioni congiunte tra la Marina sudcoreana e quella statunitense che hanno lo scopo di fare capire a Kim Jong Un che sta davvero scherzando con il fuoco.

“Le esercitazioni hanno lo scopo di migliorare la nostra capacità di risposta immediata contro le provocazioni navali da parte di nemici. Se il nemico provoca ovunque, sull’acqua o sotto, reagiremo in maniera pronta annientandolo in mare”, ha dichiarato Choi Young-chan, comandante del più importante gruppo navale sudcoreano.

La Marina Usa ha inviato in zona una delle sue grandi portaerei con tutto il suo gruppo da battaglia: aerei da ricognizione e da caccia, sistemi antisommergibile e bombe di profondità. A bordo anche squadre team delle Forze speciali statunitensi in grado di sferrare attacchi segreti con la massima efficienza.

Questi movimenti navali dureranno quattro giorni. In caso di pericolo imminente o di attacco conclamato potranno trasformarsi in una vera e propria operazione di guerra navale.

In tutto ciò fonti dell’intelligence sudcoreana hanno notato che alcuni missili balistici intercontinentali sono stati spostati in un’altra parte del Paese. E qualora venisse effettuato un lancio in questa posizione i nordcoreani potrebbero essere in grado di colpire facilmente l’isola di Guam, sede di importanti basi militari statunitensi e anche la costa ovest degli Stati Uniti.

Il Presidente russo Vladimir Putin punta invece sul dialogo e sulla diplomazia: secondo lui imporre nuove sanzioni ad un Paese già sanzionato più e più volte non solo è inutile ma è addirittura dannoso per la pace mondiale.

Il Presidente russo, Vladimir Putin chiede di utilizzar la diplomazia per risolvere la crisi coreana

Non ha senso secondo Putin punire ancora di più un Paese che già è sotto embargo e da sempre vive sotto la paura di un attacco da parte di potenze ostili perché non fa altro che aumentare ancora di più la tensione. La strada da seguire per disinnescare questa pericolosa crisi secondo la Russia è quella del dialogo e della diplomazia.

Ieri, al Consiglio di sicurezza straordinario delle Nazioni Unite sulla crisi coreana, l’ala interventista di è dimostrata pronta anche all’intervento militare se il regime di Pyongyang non dovesse smettere immediatamente i suoi test missilistici e nucleari. Un’ala senza dubbio capeggiata dagli Stati Uniti. L’ambasciatrice degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro, Nikki Haley ha tuonato: “Quando è troppo è troppo”, Una frase che ha fatto intendere che, questa volta, la misura è davvero colma e che se il regime nordcoreano continuerà con le sue provocazioni potrebbero davvero esserci conseguenze catastrofiche.

L’ambasciatrice Usa, alle Nazioni Unite, Nikky Haley

Il Presidente Trump ha dichiarato che ormai il tempo del dialogo e della diplomazia nei confronti del regime di Kim Jong Un sta davvero per finire e che, anche se si spera di potere risolvere la crisi con il dialogo, tutte le opzioni sono sul tavolo, compreso un attacco militare su larga scala.

Donald Trump, che già nei giorni scorsi si era detto adirato con Pyongyang, in questo momento ha fatto ben capire che non intende più tollerare nessuna provocazione da parte della Corea del Nord e che ogni nuovo tentativo di alzare la tensione internazionale sarà pagato a caro prezzo dal regime.

Il Presidente degli Stati Uniti è su tutte le furie con il dittatore Kim Jong Un e lo considera solamente uno che gioca con il fuoco e rischia di fare precipitare il mondo in una pericolosa guerra potenzialmente catastrofica.

Per Trump è molto importante che le Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale facciano sentire forte la loro voce contro chi minaccia la pace e la stabilità. Per ora l’opzione prediletta dall’amministrazione statunitense è il boicottaggio totale delle imprese nordcoreane nel mondo ed il blocco di tutti i fondi anche solo lontanamente riconducibili a Pyongyang.

“A questo punto – ha detto Trump – l’ONU deve considerare seriamente ogni modo di bloccare le fonti di valuta estera del regime nordcoreano, incluso lo stop alle forniture di petrolio e all’export di forza lavoro”.

Secondo il Presidente un buon compromesso potrebbe essere chiedere al regime nordcoreano di smettere il suo programma nucleare, in cambio della immediata cessazione di tutte le operazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti, un do ut des.

Un conflitto nella regione è assolutamente da evitare perché potrebbe portare ad una catastrofe globale ha sottolineato il governo di Mosca. È inutile pensare che Pyongyang smetta di sua spontanea volontà di produrre armi di distruzione di massa ha detto Putin, aggiungendo che i nordcoreani “mangeranno erba ma non fermeranno il loro programma militare finché non si sentiranno sicuri”.

Mentre tutti cercano il più possibile di evitare che si scateni una guerra globale, la Nord Corea continua con il suo programma di armamento nucleare e all’idrogeno e da Pyonyang fanno sapere che sono pronti alla guerra pur di difendere quello che considerano il loro spazio vitale.

In ogni caso sembra ormai chiaro che Pyongyang si prepara ad un altro lancio e questa volta potrebbe davvero scoppiare una guerra senza limiti.

Autore