Di Pierpaolo Piras
Pyongyang. Domani terminerà l’incontro di tre giorni, a Pyongyang, tra le due Coree. Ieri, Kim Jong-un, Presidente della Corea del Nord , col solito “hanbok” (abito nazionale coreano) accompagnato dalla moglie Ri Sol-ju , ha accolto il suo omologo Moon Jai-in e la consorte, Kim Jung-sook all’aeroporto della capitale. Non sono mancati ampi abbracci e larghi sorrisi, nel pieno delle migliori scenografie, tipicamente asiatiche, fatte di bande musicali, folle applaudenti e sventolio di miriadi di fazzoletti bianchi. Il corteo delle limousine si è presto diretto, tra due ali di folla osannanti, verso Paekhwawon, dove alloggerà Moon.

La stretta di mano presidenti coreani
Sono presto seguiti i colloqui e le relative quanto numerose dichiarazioni di entrambi.
Kim non nasconde la volontà di stabilire una maggiore cooperazione economica con il ricco Sud. Chiede un alleggerimento delle sanzioni, ancora in parte in vigore, ed una conclusione formale della guerra coreana del 1950-1953, terminata senza la stipula di un regolare trattato di pace. Al termine dell’incontro, Kim ha ringraziato Moon per il ruolo di mediazione per la buona riuscita del meeting di giugno con il Presidente USA, Donald Trump.
In effetti, Moon Jai-in è un personaggio che si è davvero evidenziato per le qualità politiche manifestate, nella difficile area di conflittualità politico-militare coreana.
Ha 65 anni , nasce da una poverissima famiglia di rifugiati nord-coreani e professa la religione cattolica. Di vivace e produttivo intelletto, a conclusione di un brillante cursus studiorum, diventa avvocato con un particolare interesse per le questioni sociali. Dopo una lunga attività politica, nel 2017 diventa Presidente della Corea del Sud.
Nelle fasi che hanno preceduto l’incontro con Trump dello scorso giugno, ha svolto un ruolo silenzioso ma non meno risolutivo del decisionismo di The Donald, semmai attivo nella penombra che quasi sempre segue e propizia ogni azione diplomatica di successo.
In cima all’agenda del Presidente sud-coreano sta il programma nucleare della Corea del Nord sul quale Kim Jong-un prese a giugno l’impegno per la ”completa denuclearizzazione nord-coreana, mentre cercava di convincere Kim a fornire dettagli sul precedente impegno inteso, a suo dire, alla completa denuclearizzazione della penisola”.
I negoziati tra Pyongyang e Washington sono, tuttavia, in fase di stallo dall’ultima volta, quando Kim incontrò Donald Trump a Singapore a giugno, con Kim che offriva solo dichiarazioni vaghe e poco sostanziali.

Kim e Trump, una stretta di mano molto diplomatica
In questa occasione ha, invece, dichiarato che avrebbe accettato di smantellare (dismantle) le strutture missilistiche in presenza di ispettori esterni e ha promosso ulteriori passi verso la denuclearizzazione, a condizione che anche gli USA adottino le misure di loro competenza. Su quest’ultima affermazione non ha aggiunto ulteriori chiarimenti.
In realtà, la diffidenza tra USA e Corea del Nord è ancora tanta: l’amministrazione americana aspetta ancora di riscontrare azioni concrete dal Nord, tra cui il congelamento delle sue attività nucleari e la presentazione di un elenco completo delle sue armi nucleari, strutture e materiali fissili.
Il Nord non ha pronunciato alcunché sulla presentazione di tale lista. Rimane poi la domanda se Pyongyang intenda privarsi dei propri impianti nucleari, gli stessi che finora hanno dato al suo regime il potere deterrente ed importanza sul piano internazionale. E’ facile pensare che senza di esso la Corea del Nord sarebbe un “quispue de populo” nel “mare magnum” dei tanti staterelli poveri di questo mondo.
In una dichiarazione congiunta, i due uomini hanno firmato di “smantellare permanentemente” un impianto di prova di motori missilistici ed un’importante postazione missilistica, sita a Dongchang-ri nel Nord-Ovest della Corea del Nord , risultata determinante per il programma dei missili balistici intercontinentali) e di consentire agli ispettori esterni di controllare materialmente queste operazioni.
Verso la conclusione dell’incontro, entrambi hanno promesso due cose: Impegnarsi attivamente per rendere la penisola coreana libera da armi nucleari trasformandola in una terra di pace e proporsi in forma congiunta per le Olimpiadi 2032.
Infine, entro breve tempo, Kim Jong-un, leader nordcoreano, visiterà la Corea del Sud .
Moon Jai-in è giunto in Corea del Nord con un largo seguito di uomini d’affari in qualità di rappresentanti dei maggiori gruppi industriali di Seul. Questo fa pensare che le intenzioni, almeno sul piano economico, sono serie e potenti.
Si sa che la guerra è nemica degli affari!
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