Di Pierpaolo Piras*
Roma. L’annus horribilis 2020 è stato dominato dalla pandemia da Coronavirus che ha devastato l’economia mondiale, specie dei Paesi più poveri.
La comunità scientifica mondiale ha moltiplicato più volte i propri sforzi per elaborare i rimedi terapeutici più idonei, atti almeno a ridurre l’impatto del virus sulla vita degli esseri umani e sulle risorse economiche dei singoli Stati.
Tutto è stato realizzato con significativo anticipo: sviluppo dell’organigramma più congruo e di innovativi sistemi diagnostici di laboratorio, studi clinici e, non in ultimo, la complesse revisioni delle procedure etico-normative.
Di recente è emerso il primo prodotto, il vaccino Pfeizer ad mRNA, stupefacente per la rapidità impiegata a produrlo e per l’enormità delle risorse finanziarie ed intellettuali spese per generarlo in così poco tempo negli Stati Uniti e Regno Unito.
A metà dicembre è iniziata la disponibilità vaccinica per 50 Stati.
Contestualmente all’utilizzo del vaccino, sono sorti i nuovi e importanti quesiti su di esso.
Report Difesa ne riporta alcuni.
Quanto è sicuro il vaccino verso il SARS-Covid-19 ?
L’autorevole Comitato Consultivo dell’Ente USA “Food and Drug Administration” ha per primo raccomandato l’utilizzo del vaccino riconoscendo la validità degli studi di ricerca eseguiti nelle fasi sperimentali (in laboratorio ed in vivo) e decretandone la sua sicurezza, nonostante la sua procedura accelerata , specie nella fase III di sperimentazione, praticata in vivo su 44 mila volontari (Pfeizer).
Analoga approvazione di sicurezza è stata espressa ufficialmente dal “Center of Health Security” della prestigiosa “John Hopkins University” (Baltimora-Maryland).
Quanto dovremmo preoccuparci della segnalazione di reazioni avverse (Allergie) ?
Riferendoci alle raccomandazioni della FDA, c’è una remota possibilità che il vaccino possa causare una reazione allergica di grave ipersensibilità immediata in alcune persone entro un’ora dal ricevimento dell’iniezione.
Ma è probabile che tali reazioni siano lievi e non pericolose per la vita. Finora nessuna iniezione ha avuto effetti letali.
Al di là del disdoro insistente della stampa e tv allarmistiche, le reazioni gravi verificatesi finora sono state pochissime e tutte rientrate nella normalità in breve tempo.
Nel dare il via libera al vaccino, la FDA sta richiedendo a Pfizer di aumentare il suo monitoraggio per le reazioni allergiche e comunicare formalmente i dati di follow-up.
La FDA e tutti gli Enti sanitari USA e del Regno Unito riconoscono unanimemente che il rischio di eventi avversi da vaccino è di gran lunga inferiore a quello che si corre a seguito della contrazione della malattia.
Il vaccino va preso se si sono avute reazioni ad altri vaccini, medicine o alimenti in passato?
La risposta breve è affermativa, ma con un avvertenza: le persone che hanno avuto gravi reazioni ai vaccini o ai farmaci iniettabili possono ancora praticare il vaccino Pfizer per Covid-19.
Ma dovrebbero primieramente valutare i rischi con i loro medici ed essere strettamente monitorati per 60 minuti dopo l’iniezione vaccinica.
In tali casi critici è necessario l’ulteriore raccomandazione di tenere a disposizione almeno una dose di “epinefrina” (come vasocostrittore ad effetto immediato) ed una elevata dose di cortisonici iniettabili per via endovenosa.
Inoltre, il gruppo di ricerca della “Johns Hopkins University (JHU)” nega motivi di preoccupazione per le persone con allergie a cibi, punture d’insetti o verso i medicinali.
Essi sottolineano che, negli studi fatti a questo riguardo, molte persone che hanno allergie hanno ricevuto più vaccini senza la manifestazione di alcuna reazione avversa.
Il vaccino può causare altri effetti collaterali?
La risposta della FDA è affermativa. Attraverso la disamina dei primi 44 mila casi esaminati nella fase III (Pfeizer), gli effetti collaterali più frequenti sono stati dolore nella sede anatomica d’iniezione, affaticamento, cefalea, brividi, febbre e dolori sia articolari che muscolari.
Tutti questi sintomi sono descritti come temporanei, o transitori.
Nel sistema biologico umano, i sintomi che la dottrina medica chiama come “collaterali”, sono ben conosciuti per tutte le vaccinazioni, nessuna esclusa.
Essi rappresentano la risposta (in un certo senso positiva) che l’organismo sta realizzando per proteggere sé stesso dalla “noxa” rappresentata dal virus, percepito come un corpo estraneo alla propria struttura.
Dunque, un fattore da individuare, comprendere ed eliminare nel migliore modo e nel più breve tempo possibile.
Perché gli effetti collaterali sono peggiori sulla seconda dose del vaccino?
Da alcune osservazioni sperimentali emerge che alcuni effetti collaterali si notano maggiormente dopo la somministrazione della seconda dose (richiamo) del vaccino.
La prima motivazione sta nel fatto che nel corso di questa fase inter-vaccinica, il vaccino prepara il tuo corpo a combattere la malattia attraverso un’attivazione di tutto il complesso immunitario in elaborazione contro il virus.
È stato dimostrato che, sebbene questi effetti collaterali possano essere spiacevoli, essi sono temporanei. Soprattutto, sono un’indicazione che il vaccino sta funzionando.
Quindi, la gente dovrebbe saperlo e non percepire che “c’è qualcosa che non va”. Anzi, è il contrario.
Viene notato anche che le persone anziane tendono ad avere meno effetti collaterali rispetto alle persone nella fascia più giovane dei 18-55 anni.
Questo fatto, oltre che già conosciuto, è ancora allo studio, ma sembra essere dovuto al sistema immunitario meno maturo, e pertanto meno “esperto” ma più attivo dei più giovani.
Quanto è efficace il vaccino ed è ben tollerato dalle persone che lo hanno ricevuto?
Nel grande studio clinico svolto nella fase III dalla Pfeizer, la somministrazione delle due dosi (la seconda dopo 4 settimane dalla prima) si sono dimostrate efficaci nella prevenzione di futuri casi di Covid nel 95% dei casi.
Per inciso, quest’ultima percentuale rappresenta più del doppio dell’efficacia del vaccino allestito annualmente per l’influenza, che in genere ha un tasso di efficacia del 40%.
Altri dati clinici affermano anche che il vaccino potrebbe avere un effetto preventivo dopo solo la prima dose. In questo caso il tasso di efficacia diminuisce al 52%.
Ci sono rischi associati ai vaccini realizzati con materiale genetico chiamato mRNA (RNA-messaggero)?
Il gruppo di valutazione e ricerca della JHU nega perentoriamente.
Il vaccino Pfizer usa uno “snippet” (frammento) di materiale genetico chiamato RNA messaggero (mRNA in breve) che non contiene il virus stesso, ma piuttosto un codice genetico associato al coronavirus che innesca la risposta immunitaria che il corpo umano utilizza per combatterlo.
Parte di ciò che rende l’mRNA così delicato e difficile da usare logisticamente – richiedendo queste condizioni glaciali (-80° Celsius) – è ch’è piuttosto delicato e degrada abbastanza rapidamente.
Un secondo vaccino versus COVID-19, prodotto da Moderna e già approvato dalla FDA, utilizza l’mRNA con lo stesso sistema d’efficacia.
Altri dieci vaccini sono attualmente in fase avanzata in tutto il mondo, utilizzando vari altri metodi di produzione e d’azione.
Il vaccino pone particolari preoccupazioni per quanto riguarda le malattie autoimmuni?
Secondo le conoscenze attuali, il vaccino è sicuro per le persone che soffrono di malattie autoimmunitarie o per coloro che vengono trattati con altre immunoterapie per allergie di 1° tipo, neoplasie maligne, artrite o altre condizioni.
Inoltre, non ci sono prove che i vaccini contro l’mRNA causino malattie autoimmuni o possano causare problemi alle persone affette da tali condizioni patologiche.
Esistono potenziali effetti collaterali a lungo termine?
Non ci sono prove scientifiche che il vaccino Pfizer possa causare effetti collaterali a lungo termine.
Il problema è seguito attentamente negli studi di follow-up, sia attuali che previsti per il prossimo futuro.
Storicamente sappiamo che i vaccini possono causare effetti collaterali. Ma questi sono rari e compaiono solitamente entro un tempo di sei settimane dalla prima dose.
Cosa non sappiamo dei vaccini?
- Non è ancora chiaro se il vaccino renda il vaccinato meno contagioso per gli altri
- Sono in svolgimento studi specifici su questo aspetto. Essi saranno disponibili minimo fra 3 -6 mesi.
- La FDA afferma che non è chiaro se il vaccino sia efficace e sicuro per i bambini di età inferiore ai 16 anni.
- Sono indispensabili maggiori informazioni per determinare per quanto tempo dura la protezione del vaccino e se sarà necessario praticarne una ogni anno, come accade per l’ influenza.
- I ricercatori mirano anche saperne di più sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino nelle donne in gravidanza e in allattamento
*Specialista in Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico-Facciale
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