
La mappa dell’Ucraina e della Russia

Un soldato russo
Si può anche formulare una stima ma da qui a dare per certo che ciò sia avvenuto mi pare fuori misura.
Leggo qua e là di chi si cimenta nel delineare che tipo di operazione militare Mosca metterà in pratica e lungo quali direzioni, con che cosa. Ci sta. Ma non esageriamo nel tirare giù elenchi di missili, carri armati, velivoli ed elicotteri di tutti i tipi, navi e via dicendo.
Alcuni arrivano persino a quantificare quante perdite dovranno sopportare i russi stessi.
Tutto questo sotto l’aspetto strategico non aiuta a capire ma solo a creare sensazione.
E chissà che cosa sta accadendo sulle orbite satellitari con i rispettivi strumenti spia che saranno incandescenti immagino.
Su questo però ho letto quasi nulla.
Ci riempiamo la bocca di “multi domain”, di guerra nello spazio, ma niente che io abbia letto ha posto l’accento “sugli assetti satellitari”.
Su questo, devo dire, data la reciproca paritetica “debolezza”, un po’ come per il nucleare, nessuno farà nulla e poi, francamente, per chi? Per Kiev?
Alcuni parlano dello schieramento di ben 127 mila russi, non circa 130 mila, precisamente 127 mila. Follie!!
Un’enfasi banale che darebbe l’idea sbagliata che nel modo moderno di fare una guerra oggi, la stessa guerra di sempre, al di là della grande retorica sul tema, il numero di militari sul terreno possa davvero essere determinante. La storia della guerra, infatti, ci dovrebbe insegnare quanto i numeri siano di volta in volta sempre meno importanti.
C’è sempre un modo più moderno, ripeto, di condurre la medesima guerra.
Gli ucraini, da parte loro, calcano la mano, ci avvertono che i russi potrebbe usare armi missilistiche a medio raggio per “distruggere oggetti vitali”. Ma va? Magari con qualche Iskander (raggio sui 500/700 chilometri circa) potrebbero colpire persino la capitale. Ma non mi si dica!!
E cosa dire della Bielorussia? Che i russi la utilizzino per un’eventuale puntata da Nord lungo il Dniepr su Kiev potrebbe stupirci?

Il Presidente bielorusso Lukashenko
Sul piano politico, Mosca ha avanzato delle “condizioni”, non delle richieste, sia chiaro!
E probabilmente aspetta solo che una sola di queste non venga accettata per passare alle vie di fatto e/o accetta di sedersi al tavolo per far finta di dialogare, per poi dimostrare che la diplomazia non può funzionare almeno in questo frangente.
Noi non sappiamo che cosa frulli nella testa del Presidente russo Vladimir Putin. Siamo arrivati a un passo dall’avanzare scommesse e al 50% si può “indovinare” oppure no.

Gli occhi di Putin sull’Ucraina
Ma non è questo il punto. Resta il fatto che gli americani, contrariamente a quanto creduto sino a ieri, non darebbero alcuna risposta scritta ai russi domani a Ginevra, almeno così avrebbe detto il segretario di Stato USA, Antony John Blinken.

Il Segretario di Stato USA Antony John Blinken
Anche se occorrerebbe conoscere le parole esatte da lui formulate per farsi una più precisa idea di che cosa questo passo possa significare.
A caldo me ne vengono in mente almeno cinque di ipotesi, alcune all’apparenza paradossali:
- Una provocazione per saggiare se Mosca stia bluffando oppure no. E’ una mossa molto pericolosa;
- Putin ha già avuto ciò che voleva e Blinken mente per tenere buoni i recalcitranti europei. E’ la dark diplomacy;
- Gli USA e i suoi più stretti alleati hanno già schierato intorno a Kiev e a ridosso del Donbass, diciamo, almeno 3 Corpi d’Armata corazzati e un centinaio di assetti aerei tra caccia e caccia-bombardieri tra Polonia, Baltici, Slovacchia o Germania e Dio sa dove ancora, a difesa del territorio ucraino. Ma nessuno se n’è accorto, a meno dei russi che quindi sarebbero disposti a tornare a più miti consigli per via di un rapporto di forze “locale” divenuto sfavorevole. Tralascio navi e affini. Ma è improbabile;
- Gli USA sarebbero intenzionati ad abbandonare la partita agli europei non essendo riusciti a consolidare un fronte unito e succeda ciò che deve succedere, considerando che la loro maggiore preoccupazione è altrove e che i sacri fervori per far entrare nella sfera occidentale l’Ucraina si sono in realtà da tempo raffreddati;
- La certezza che Putin abbia già preso paura delle eventuali ritorsioni “infernali”, come appena “ri-minacciato” dallo stesso Presidente USA, Joe Biden, in termini di “sanzioni mai viste”. Forse!! Ma, mi chiedo, minacciare sanzioni a questo punto è dimostrazione di forza o di debolezza?
L’Europa è rimasta assente, come inevitabile, anche se almeno la Germania la sua brava figura l’ha fatta, con il neo-ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, che ha frequentato un paio di tavoli senza peraltro concludere nulla. Ammirevole partecipazione di simpatia che probabilmente nasconde l’imbarazzo di un approccio indeciso sul North Stream 2.
Andiamo al sodo. Ma sul serio si crede che l’Europa Occidentale sia disposta a ricevere una qualche “missilata” sulle basi NATO o puramente USA per contrastare le voluttà zariste di Putin?
Solo perché sarebbe giusto, dicono i cultori dal cuore di panna, che il popolo ucraino sia libero di scegliere con chi stare e anche di entrare nella NATO?
E davvero si è oggi disposti a un “travaglio economico” per sacrificarsi per Kiev?

Il Presidente ucraino Zelensky
Non sto e non voglio influenzare una mia opinione. Sto solo, e ancora una volta, ponendomi delle domande. Anche se, ammetto, ciò che io penso sia ben chiaro.
E ancora, davvero oggi possiamo giocare sullo scommettere che non accadrà nulla credendo di interpretare “i ragionamenti russi”, scordandosi di quanto troppo spesso anche solo l’orgoglio ci abbia portati al disastro? Dimenticando che quando si ha la sensazione di stare per perdere una partita, si è anche pronti al “male peggiore”?
È la teoria del prospetto formulata trent’anni fa da Robert Jervis.

Robert Jervis
Cioè, meglio una guerra adesso che avere la certezza che tra una dozzina di anni l’Ucraina diventi un campo di schieramento americano costi quel che costi.
Purtroppo, con la sola pura razionalità raggiungeremmo la “pace perpetua”. Ma la realtà e la mutabilità dell’animo umano ci dicono altre cose.
Ripeto, probabilmente non accadrà nulla. Tuttavia, finire con un nulla di fatto non è possibile.
Se, infatti, non venisse sparato un solo colpo di cannone, sarebbe solo perché Putin avrà già avuto qualcosa, solo per il fatto che su tre risultati, metafora calcistica, due sono dalla sua.
*Generale di Corpo d’Armata Esercito (ris)
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