Zagabria. In un clima di dimenticare il passato, anche la Croazia fa la sua parte. E perciò il Comune di Zagabria ha deciso di cambiare il nome alla piazza intitolata al maresciallo Josip Broz Tito, indiscusso capo della Jugoslavia comunista.
Nella piazza ci sono Teatro nazionale e la sede dell’Università. Il nome è stato rimosso oggi. La decisione è stata approvata dalla coalizione locale con a capo il sindaco Milan Bandic, oggi populista indipendente, ma con passato socialdemocratico (da giovane era membro del Partito comunista, come moltissimi suoi connazionali).
Lo scorso giugno Bandic è stato riconfermato per la sesta volta consecutiva alla guida della città ma senza una maggioranza nell’assemblea municipale. Per governare, ha dovuto raggiungere un accordo con un nuovo partito di estrema destra che come condizione fondamentale ha posto appunto la rimozione del nome di Tito dalla piazza, che da oggi è dedicata alla Repubblica di Croazia.
La controversia sull’opportunità di mantenere il nome del leader comunista, nato nel 1896 in Croazia e di etnia croata, durava da anni.
Le organizzazioni di destra continuano a sostenere che Tito fu un dittatore comunista, responsabile della morte di migliaia di croati alla fine della Seconda guerra mondiale, quando i suoi partigiani vittoriosi giustiziarono circa 20 mila soldati del regime filofascista degli ustascia, ma anche alcune migliaia di civili in fuga dal comunismo. Per le sinistre rappresenta il volto glorioso della lotta antifascista dei popoli della ex Jugoslavia e una delle personalità più importanti della storia croata.
E nella decisione odierna le forze della sinistra vedono un’ulteriore prova che in Croazia è in atto una profonda revisione in negativo del passato antifascista durante la Seconda guerra mondiale, che sempre più spesso viene letto unicamente in chiave totalitaria, come preludio alla dittatura comunista