Patterson (New Jersey). Curiosità della storia. In queste ore la stampa internazionale sta raccontando tutto o quasi sull’attentatore di New York, l’uzbeko Sayfullo Saipov. L’uomo viveva a Patterson.
Da questa stessa città proveniva l’anarchico Gaetano Bresci che, la sera del 29 luglio 1900, a Monza, mentre il re d’Italia Umberto I si allontanava, a bordo di una carrozza scoperta, dalla palestra della società ginnica “Forti e liberi”, dove aveva premiato alcuni atleti, si avvicinò e lo uccise a colpi di rivoltella. Bresci, con questo atto, voleva vendicare gli operai uccisi due anni prima a Milano, durante una manifestazione contro il caro vita.

L’attentato ad Umberto I, a Monza
Il Generale Bava Beccaris diede ordine di sparare sugli operai. Bresci fu rinviato a giudizio dalla Corte d’Assise di Milano ed il processo si svolse molto velocemente. Fu giudicato colpevole del delitto di regicidio ed il 29 agosto 1900 fu condannato all’ergastolo (con i primi sette anni in segregazione cellulare continua), all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, all’interdetto legale, alla perdita della capacità di testare ritenendo nullo il testamento che per avventura fosse da lui stato fatto prima della condanna.
Fin dal suo arresto l’anarchico dichiarò di professare principi rivoluzionari e di aver fatto parte, a Patterson dove lavorava un’industria tessile, di un circolo anarchico che pubblicava il periodico La questione sociale.
Sostenne che l’idea di uccidere Umberto I era stata tutta sua. Trasferito nel penitenziario di Santo Stefano a Ventotene, la mattina del 22 maggio 1901, dopo dieci mesi di reclusione, Gaetano Bresci fu ritrovato morto.
Intorno al collo aveva un nodo scorsoio, fatto con un asciugamano. La morte fu archiviata come un suicidio.
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