Cyber attack, parla il Generale Vestito: “La Difesa sta già procedendo alla selezione e arruolamento di propri operatori cibernetici”

Roma. Il Generale di Brigata Aerea, Francesco Vestito è il comandante del Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche (CIOC). Un organo che si occupa di contrastare e neutralizzare una minaccia cibernetica attuata ai danni della Difesa in campo nazionale e/o nei Teatri Operativi.

Il Generale B.A., Francesco Vestito

Proviene dal Corso EOLO IV dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli). Ha conseguito il brevetto di pilota militare al ENJJPT nella Air Force Base di Sheppard (Texas, USA) con la Classe 90-06. Dopo il Transition Course sul TORNADO al TTTE in Cottesmore (Regno Unito) è stato assegnato al 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari) dove ha acquisito la Combat Readiness nel ruolo bombardiere.

Ha al suo attivo oltre 3 mila ore di volo sul Tornado IDS, operando nei Teatri Operativi nei Balcani, in Libia e Afghanistan. Ha comandato il 156° Gruppo della Joint Air Task Force per l’Operazione ISAF in Herat (Afghanistan) e del 6° Stormo di Ghedi (Brescia).

Tra le varie qualifiche, si menzionano quelle di Tornado Instructor Pilot, Weapon Instructor e Crew Resource Manager Facilitator. Ha anche frequentato il Tactical Leadership Program a Gilze Rijan (NLD), il Joint Combined Warfighting Course a Norfolk (Virginia, USA), il Safety Management System Course ad Amsterdam (NLD) ed il Defense Resource Management Course a Monterey (California, USA).

Tra gli incarichi precedenti, è stato, in ordine cronologico, capo del 1° e del 5° Ufficio del 3° Reparto dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, capo dell’Ufficio Sperimentazione e Direttore del Centro Innovazione della Difesa del III Reparto dello Stato Maggiore della Difesa. Ha conseguito il Master in Studi Strategici presso l’Air War College in Montgomery (Alabama, USA).

Report Difesa lo ha intervistato sul rischio dei cyber attack.

Generale Vestito, che tipo di collaborazione c’è tra il Comando Interforze per le Operazioni Cibernetiche italiano con gli omologhi Centri della NATO e con la NATO stessa?

La Difesa italiana è una dei membri del NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence (CCD COE) di Tallinn in Estonia, un centro di eccellenza accreditato all’Alleanza che si occupa dello sviluppo di nuovi concetti, della dottrina e delle esercitazioni in campo cyber. E’ altresì attivo un network con altri Comandi cibernetici alleati e/o europei, ma anche con Nazioni di altri Continenti, come quello sudamericano ed asiatico, per lo scambio continuo di buone pratiche nello specifico settore.

Un operatore del CIOC

Con la NATO è invece in atto un collegamento continuo per lo scambio di informazioni pertinenti a tale settore, per una condivisione immediata di rischi e minacce che vengono perpetrate nei confronti di tutto il sistema dell’Alleanza, comprese le Operazioni militari in corso.

Qual è il tipo di formazione e di preparazione tecnica che viene richiesta agli operatori?

Gli operatori seguono un triplo percorso di formazione. Esiste un livello di formazione base, che indottrina sugli elementi cardine della cyber security, per poi passare ad un irrobustimento della capacità di cyber defense, destinata alla vera protezione delle reti e del dispositivo informativo. Tali fasi sono condotte presso la STELMILIT di Chiavari (Genova). L’evoluzione finale si raggiunge con corsi avanzati di Cyber Operator presso la Scuola interforze CIFIGE, dove vengono formati gli operatori che si dedicheranno al cosiddetto vulnerability assessment dei sistemi.

Il jihadismo usa anche questo tipo di minaccia per la sicurezza nazionale ed internazionale

Quello del terrorismo in rete è un fenomeno assai diffuso, che però in un certo senso esula dagli schemi di risposta operativa del CIOC. Rientra piuttosto nel tema collaterale della Cyber Intelligence, condotto da opportuni organismi nazionali e della Difesa, oltre che agli organi deputati del Ministero degli Interni per tramite della Polizia Postale, specificatamente il cosiddetto CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche)

Altri Paesi hanno arruolato ex hacker per trasmettere le loro conoscenze e tecniche. Sarà una scelta che farà anche l’Italia? A breve o a lungo periodo?

Il Dicastero Difesa sta già attuando un procedimento di selezione ed arruolamento dei propri operatori cibernetici, che dovrà tener conto delle capacità innate dell’individuo, delle passioni professionali ma soprattutto dell’attitudine degli stessi a svolgere eticamente e con disciplina il ruolo di militare. In tale ambito esiste un’esigenza di capitalizzare quanto prima su persone già formate attraverso un reclutamento diretto, ovvero creare dei profili di formazione presso i canonici Istituti militari di ogni grado. E’ già in atto una collaborazione con le Università per ricercare comuni bacini da cui attingere a personale che dovrà avere in futuro capacità molto spinte.

La Difesa ricerca nuovi esperti cyber

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