Cyber: in aumento gli attacchi in molti settori. William Nonnis (Full Stack & Blockchain Developer): “La formazione di tutto il personale delle aziende private e della P.A., con continui aggiornamenti, dovrebbe essere il must di uno Stato efficiente”

Roma. Report Difesa intende esaminare, dal punto di vista della sicurezza nazionale, cosa sta accadendo nel settore cyber, alla luce anche delle ultime notizie di cronaca che hanno interessato Enti ed istituzioni in molte parti del nostro Paese.

Abbiamo intervistato William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer, esperto Blockchain prima per il Ministero della Difesa ora per ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).

William Nonnis

Nonnis, quali sono oggi le principali minacce informatiche a cui sono esposte le società manifatturiere?

I prodotti erogati dalle società manifatturiere risultano essere seriamente a rischio durante i processi di filiera, che sono i più importanti di tutto l’iter produttivo, quando l’interconnessione dei vari dispositivi IoT, che rappresenta il punto cruciale di vulnerabilità, può rendere il dato manipolato o falsato sul prodotto finale.

Come si è evoluto lo scenario nel corso del 2020, durante la pandemia che ha accelerato i processi di digitalizzazione?

La pandemia con: lo smart working, il telelavoro, la didattica a distanza, le video call professionali e di socializzazione (per citare solo alcuni degli esempi del macroscopico utilizzo che si è fatto del digitale nell’ultimo anno) ha evidenziato quelli che sono i limiti del nostro Paese, tanto bello quanto fragile, in questo processo di totale rinnovamento.

Tale trasformazione, dalla quale chiaramente non si potrà tornare indietro, affinché possa rappresentare un’importante opportunità di supporto per un benessere comune, all’insegna della trasparenza e della fiducia sociale, con azioni che soddisfino le esigenze quotidiane di ognuno di noi e in un ambiente sempre più ecosostenibile, necessita di un nevralgico cambio di paradigma sociale, culturale ed economico.

Un cambiamento che, solo con la digitalizzazione, l’innovazione e le infrastrutture IoT, adoperate largamente ed orizzontalmente, potrà effettivamente realizzarsi.

Occorre maggiore attenzione ai cyber attack

È possibile individuare alcuni settori verticali (per esempio automotive, farmaceutico, oil&gas, food & beverage) maggiormente sottoposti di altri ad attacchi cyber e per quali ragioni?

Attualmente tutti i settori da lei citati sono sottoposti a continui attacchi, perché le esigenze di avere informazioni su ognuno di noi, monitorando gusti, attitudini, propensioni, criticità, emotività, per incanalare e suggestionare meglio il mercato, conduce inevitabilmente a subire l’azione di attacchi da parte di persone e concorrenti poco onesti.

In termini di cultura della cyber sicurezza in ambito manifatturiero, come si colloca il sistema Italia rispetto agli altri Paesi occidentali?

Sappiamo bene che il “made in Italy” costituisce un’eccellenza mondiale ed il settore manifatturiero rende il sistema Italia leader incontrastato per qualità.

Tuttavia, per mantenere tale primato di competenza e professionalità, è necessario volgere tali capacità in ambito digitale.

Tutte le aziende e le loro filiere, devono essere, infatti, incentivate ad un radicale cambiamento, non solo per assetto tecnologico, ma per “sentimento” digitale, nel senso che non si dovrà più ragionare in termini “analogici”, ma percepire la nuova realtà ”onlife”, ossia sempre connessa e non scollegata da quella virtuale.

Un Cyber training

Quindi si deve realmente far comprendere cosa siano: il digitale, la digitalizzazione e la trasformazione digitale, compiendo una serissima e a tappeto, opera di informazione e formazione, partendo dal basso e dalla base, dalle scuole primarie, fino a quelle di secondo grado, per istruire, con la giusta consapevolezza, le nuove generazioni.

È bene, però, non trascurare di formare anche gli over, che appartengono al nostro tessuto sociale e pertanto hanno tutto il diritto di comprendere pienamente e di adeguarsi alle trasformazioni del nostro tempo.

Ovviamente, la formazione di tutto il personale delle aziende privato e della Pubblica Amministrazione, con continui aggiornamenti, dovrebbe essere il must di uno Stato efficiente, moderno ed affidabile per tutta la sua popolazione.

Quali indicazioni e strategie sono suggerite e sollecitate dal Ministero della Difesa per la cyber sicurezza dell’industria manifatturiera?

Il Ministero della Difesa cerca di dare un supporto/guida alla Nazione con le proprie alte e performanti competenze, essendo un dicastero molto attento alla tecnologia e ai grandi cambiamenti in atto, i pensi che oggi le guerre al 70% sono cibernetiche e aerospaziali.

Militari impegnati nel controllo delle Rete per prevenire attacchi cyber

Il Ministero per cui lavoro, cerca, quindi, di indirizzare al meglio la parte Difesa-Pubblica Amministrazione, ma ciò non è sufficiente alla salvaguardia dell’intera popolazione, perché la trasformazione digitale richiede il coinvolgimento di tutte le amministrazioni, ottimizzando processi e competenze al loro interno.

Entrando maggiormente nel dettaglio, di fatto, come deve essere strutturato un processo di produzione sicuro?

Il processo di produzione, per prima cosa, deve essere ben chiaro al personale della filiera, devono essere conosciuti quelli che sono i suoi rischi, i vantaggi e gli svantaggi.

Successivamente, lo stesso personale deve valutare quale processo innovativo inserire in una filiera, facendo un’ analisi costi-benefici, e successivamente integrare, step by step, la tecnologia che si ritiene migliore a tutto il sistema, azienda e filiera di produzione.

Pertanto il fattore umano gioca un ruolo fondamentale perché, come sempre ripeto nelle mie attività divulgative,“L’UOMO E’ AL CENTRO DEL CAMBIAMENTO” e se non riesce a governare la tecnologia rischia di esserne governato, con evidenti e grandi svantaggi per tutta la comunità, la quale, a sua volta, non potrebbe ricevere da quella stessa tecnologia di cui è divenuta suddita, il giusto sussidio per il proprio benessere.

Per le diverse realtà manifatturiere che vi partecipano, quali potrebbero essere le sfide e le criticità nell’implementazione di una strategia di difesa di filiera?

Le sfide, in una difesa di filiera, riguarderanno l’implementazione di oggetti intelligenti (droni, dispositivi IoTetc) e si renderà necessario investire nei singoli processi, comprenderne perfettamente le dinamiche, per poi calarsi nella filiera e dare garanzia al consumatore finale.

A tale sfida saremo sicuramente chiamati per non subire da parte di altri Stati, impari per cultura, storia, arte e tradizioni, a quelle del nostro grande Paese, l’appropriazione e lo sfruttamento, al meglio, delle risorse nostrane.

Oltremodo necessario, dunque, è il cambiamento di fortissima impronta innovativa e tecnologica, se non si vuole subire il cambiamento che altri Paesi stanno dando alle loro industrie a 360°.

Quali differenze di approccio – se ci sono – si evidenziano generalmente tra grandi aziende e piccole e medie impese (PMI)? Anche le PMI del manifatturiero possono implementare una strategia di cybersicurezza realmente affidabile? In che modo?

Sicuramente le differenze sono di budget, perché si dà più credibilità ad una grossa azienda rispetto ad una PMI ma, nell’ambito delle Startup in cui gravitano intelligenze brillanti e creative, professionisti competenti e capaci, possono avvenire importanti innovazioni strategiche in grado di stravolgere i processi con metodi nuovi (ossia da analogico a digitale), motivo per cui tali startup, possono considerarsi validi supporti sia di grandi aziende che di PMI, per una guida ad un cambiamento ormai inevitabile.

In aumento i cyber attack

Se volessimo fare uno scenario di previsione, come finirà quest’anno? E cosa dobbiamo aspettarci nel 2022, quando si parla di minacce informatiche ai danni dell’industria manifatturiera e di tecnologie/strategie di cybersecurity?

Dobbiamo aspettarci un utilizzo progressivo di nuovi settori e processi Fintech, tecnologie disruptive (Blockchain, AI, Iot, realtà aumentata, guida autonoma ed altro ancora) ma, per usufruirne ottimamente occorre la guida di esperti formatori-informatori che sappiano ben orientare, con le loro specifiche competenze, il cambiamento socio, economico e culturale che l’innovazione tecnologica sta causando nella quotidianità di ciascuno di noi, migliorandone di molto la qualità.

Per ciò che concerne la cybersecurity, ci sarà una grande richiesta di distinte professionalità, che già le tecnologie Disruptive richiedono (programmatori blockchain, esperti AI, esperti IoT, ed altri) perché, se così non fosse, le nostre abitudini saranno stravolte da un utilizzo/manipolazione dei nostri dati sensibili.

E’ davanti agli occhi di tutti infatti la sottovalutazione che si è fin qui fatta dei social a cui affidiamo con leggerezza le nostre informazioni e dai quali subiamo quotidianamente attacchi cyber, attraverso algoritmi intelligenti di vari stackholder che studiano targetizzano le nostre abitudini,tenendo via via sempre di più il controllo delle nostre vite

Nasceranno nuove opportunità lavorative e professionali con queste tecnologie?

Sicuramente si!

Come già accennato prima, “Blockchian, AI, IoT”sono il volano delle nuove tecnologie e, specialmente la Blockchian che, prima ancora di essere una tecnologia, rappresenta sicuramente una rivoluzione sociale e richiede figure professionali mirate, in ambito di settori pubblici, privati, economico, finanziari e sociali.

Il livello delle professionalità richieste è piuttosto elevato e variegato per il settore.

Da potenziare il mondo della cyber security

Pr cui, per l’occupazione, si apre finalmente un ventaglio di nuove figure tecniche da collocare facilmente.

Toccando infatti discipline classiche e storiche come la giurisprudenza e l’economia, ad esempio, il nuovo impulso tecnologico le trasforma in altro, creando materie nuove, a metà con l’informatica.

Di qui le figure di professionisti “ibridi”, che sappiano muoversi con la stessa disinvoltura nel mondo del digitale come in quello dei classici codici del diritto.

Professionisti, insomma, assolutamente al passo coi tempi che cambiano, sempre più preparati e multitasking, ma soprattutto le figure professionali nascenti, devono saper arricchire competenze, esperienze e conoscenze con un’ottima capacità comunicativa ed empatica, così da sapersi sempre ben relazionare con le comunità che andranno ad incontrare.

Proprio come me, che ricevo da questa prospettiva del mio lavoro, la maggiore ricompensa.

I sorrisi, infatti, e l’emozione che si scatena dal confronto e dallo scambio positivo e fattivo di idee è quel che più mi è caro, divulgando le nuove tecnologie e tentando di far cambiare abitudini e tradizioni ancorate, a vantaggio di un “buon futuro”, pulito, trasparente ed ora più che mai necessario.

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