Di Assunta Romano
Lione. Virus e malware sono in costante evoluzione e sempre più sofisticati. Tra questi, gli attacchi ransomware rappresentano la categoria più aggressiva per i sistemi informatici di tutto il mondo.
Il metodo adottato dagli hacker è molto semplice: inviano e-mail chiedendo agli utenti di installare aggiornamenti urgenti del sistema operativo. In realtà sono file “exe” ransomware che crittografano tutti i file e programmi per la cui decifrazione viene richiesto il pagamento di un riscatto. Esistono due tipi ransomware: i cryptor e i blocker. Dopo aver infettato un computer, i cryptor criptano i dati importanti, inclusi documenti, foto, salvataggi dei giochi, database e così via. Dopo averli criptati, i file non possono essere aperti e l’utente non ha più accesso ad essi. I blocker bloccano o simulano il blocco di un computer o dispositivo mobile mostrando un messaggio persistente con una richiesta di pagamento.
In occasione della conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi, il Segretario Generale dell’ INTERPOL Jürgen Stock ha lanciato l’allarme sottolineando l’urgenza di una cooperazione globale di tutte le Forze di Polizia per contrastare il fenomeno “Si tratta di una vera e propria pandemia. Attraverso le sue varianti, il ransomware si diffonde sempre di più in maniera capillare generando alti profitti per i criminali.”
Secondo una ricerca condotta da Chainanalysis ,società che supporta INTERPOL nella lotta contro il cyber crime, nel 2020 i pagamenti effettuati tramite ransomware sono stati pari a 350 milioni dollari, con un incremento del 311 % in un solo anno. Nello stesso periodo la media dei pagamenti dietro riscatto è aumentato del 171%, secondo dati forniti dalla società americana Palo Alto Networks.
“Occorre una strategia comune capace di prevenire e smantellare gli attacchi informatici con lo stesso spirito di collaborazione internazionale utilizzato per combattere la Mafia, la ‘Ndrangheta, il terrorismo ed il traffico degli esseri umani. Nonostante la gravità delle loro azioni, i criminali informatici adattano continuamente le strategie, operando senza confini e nessuna impunità”- ha aggiunto il Direttore dell’Interpol.
Alcune istituzioni pubbliche e private tra cui il Forum Economico Mondiale (WEF), l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine(UNODC) hanno esaminato gli attacchi informatici che hanno colpito nel mondo negli ultimi 12 mesi infrastrutture sensibili come scuole, ospedali, forniture alimentari e i principali oleodotti.
“Il ransomware è l’equivalente del “selvaggio West” nell’ universo digitale. Ognuno di noi, in qualsiasi momento, può diventare una vittima- ha dichiarato Tal Goldstein, responsabile della cybersecurity per il Forum Economico Mondiale. Il WEF d’intesa con INTERPOL sta lavorando per mettere a punto una struttura globale di supporto alle organizzazioni internazionali nella lotta contro i criminali informatici.
Nell’ambito di questo progetto, l’INTERPOL opererà a stretto contatto con le Forze di Polizia dei paesi membri al fine di identificare e smantellare la rete dei criminali informatici responsabili degli attacchi ransomware in tutto il mondo.
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