VARSAVIA. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, ha concluso oggi la sua visita in Polonia, durante la quale ha condotto colloqui bilaterali con il suo omologo polacco, generale Wiesław Kukula, e ha partecipato alla cerimonia di tumulazione dei resti di 31 soldati italiani che combatterono nella Seconda Guerra Mondiale e morirono da internati nel campo di prigionia di Lamsdorf, oggi Łambinowice.

Durante la prima giornata, Portolano è stato ricevuto a Varsavia dal capo di Stato Maggiore della Difesa polacca, con il quale si è confrontato sulla trasformazione, l’adattamento e la prontezza dei rispettivi strumenti militari, alla luce dei nuovi scenari e delle attuali sfide e minacce. In particolare, si sono scambiati i reciproci punti di vista sullo spazio geopolitico e geostrategico, soffermandosi sulla regione artica, il fianco Est dell’Alleanza, i Balcani occidentali, il Medio Oriente e il nord Africa. Infatti, le Forze Armate italiane e polacche cooperano in vari Teatri di operazioni, come, ad esempio, in Kosovo e in Bosnia, in Libano, in Iraq e in Somalia.
I due generali hanno anche affrontato il tema del supporto all’Ucraina, in termini di donazioni di sistemi di difesa e munizionamento, nonché di addestramento finalizzato alla rigenerazione delle Forze ucraine.
Inoltre, sono stati trattati gli impegni assunti dai rispettivi Paesi in ambito NATO in termini di spese per la Difesa e i discendenti obiettivi capacitivi dell’Alleanza in vari ambiti, quali il Main Battle Tank, l’Armoured Infantry Combat System, l’Air Defense, assetti marittimi di superficie e Underwater, Cyber e spettro elettromagnetico, Unmanned Aerial Vehicle (UAV) e counter-UAV, comunicazioni satellitari e campi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale. In tale quadro, si è fatto riferimento anche alle opportunità offerte dal fondo Security Action For Europe (SAFE) dell’Unione Europea.

Nel campo della cooperazione industriale, invece, i due generali si sono confrontati in merito a iniziative in tutti i domini e dimensioni, inclusa quella subacquea, non come semplici progetti di procurement, ma come vere e proprie forme di cooperazione strategica tra i due Paesi. In particolare, sono state esplorate le possibilità offerte dagli accordi Government-to-Government (G2G), quali opportunità di trasferimento di know-how tecnologico, coinvolgimento delle aziende della Difesa e dell’incremento dell’interoperabilità. In tale quadro, i due vertici hanno affrontato i rapporti con le rispettive industrie della Difesa e il necessario incremento delle capacità produttive, come elemento fondamentale della deterrenza.
Quale ulteriore ambito di cooperazione, Portolano ha messo in evidenza le possibilità offerte dallo stabilimento Final Assembly Check Out (FACO) Maintenance, Repair, Overhaul and Upgrade (MRO&U) di Cameri per l’assemblaggio e la manutenzione dei velivoli F-35 acquisiti dalla Polonia, e ha offerto la possibilità di ricorrere alle capacità addestrative della costituenda Pilot Training School dell’Aeronautica Militare a Trapani, per i piloti di F-35.
A seguire, Portolano ha deposto una corona alla tomba del Milite Ignoto e si è incontrato con l’ambasciatore italiano Luca Franchetti Pardo e con il personale dell’ambasciata.
Nel secondo giorno di visita, alla cattedrale di Campo delle Forze Armate polacche (Katedra Polowa Wojska Polskiego), il capo di Stato Maggiore della Difesa ha preso parte alla solenne cerimonia, officiata dal nunzio apostolico in Polonia monsignor Antonio Guido Filippazzi e dal vescovo ordinario delle Forze Armate polacche Wieslaw Lechowicz, in onore di 31 soldati italiani internati nello stalag 344 durante la Seconda Guerra Mondiale, le cui spoglie, ritrovate nei pressi di Varsavia dopo lunghe ricerche, saranno tumulate nel cimitero di Bielany, in Polonia. Con un commosso omaggio, il generale Portolano si è rivolto alle famiglie dei caduti e, in particolar modo, a quelle presenti, ricordando loro che la Difesa non lascia mai nessuno indietro. Pertanto, a distanza di oltre ottant’anni, i 31 soldati italiani potranno essere finalmente riconosciuti, ricordati e onorati, mentre le spoglie di altri 29 Soldati italiani, ritrovate nel medesimo sito, saranno riportate in Italia, con voli messi a disposizione dall’Aeronautica Militare.
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