Roma. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. è intervenuto oggi pomeriggio a Roma alla cerimonia di apertura dell’Anno Accademico delle Scuole e degli Istituti di Formazione della Difesa 2021-2022 presso l’Auditorium Andreatta del CASD (Centro Alti Studi della Difesa), alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’incontro tra il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Questo il testo integrale del suo intervento:
In occasione della cerimonia di apertura dell’Anno Accademico delle Scuole e degli Istituti di Formazione della Difesa 2021-2022, che segna l’avvio ufficiale della 73a Sessione dell’Istituto Alti Studi per la Difesa e del 24° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze, desidero innanzitutto rivolgere al Sig. Presidente della Repubblica il più deferente saluto a nome del Governo, delle Forze Armate e mio personale.

Picchetto d’onore interforze rende gli onori al Presidente Mattarella e al ministro Guerini
A lei, signor Presidente, desidero esprimere altresì il più profondo e sincero sentimento di gratitudine per la sensibilità e l’attenzione con cui sempre guarda e segue le donne e gli uomini in uniforme del personale civile della difesa.
Saluto ancora una volta il capo di Stato Maggiore della Difesa, il Generale Vecciarelli, le autorità militari, civili e religiose, i gentili ospiti presenti.
Saluto e ringrazio il professor Baldoni per la sua illuminante lectio magistralis e per gli spunti di riflessione che ha voluto condividere con noi su tematiche che con ogni evidenza, come abbiamo ascoltato, sono quanto mai attuali e strettamente legate al nuovo ruolo assunto dal CASD quale Polo formativo cyber dalla Difesa.
Desidero rivolgere un saluto particolare e un sentito ringraziamento al presidente del CASD, l’Ammiraglio Ottaviani, al corpo insegnati, al quadro permanente a tutto il personale del centro, perché grazie alla vostra professionalità, il CASD nel suo ruolo nuovo di scuola superiore ordinamento speciale della difes,a ha confermato di essere un imprescindibile riferimento per l’alta formazione e la ricerca a supporto di tutto il Paese, perfettamente incardinato nel sistema universitario italiano.
Un aspetto che quest’anno ha avuto particolare risalto come detto, con l’avvio del primo corso di dottorato in Scienze dell’innovazione e della sicurezza, aperto anche personale civile, per sviluppare sinergie tra il mondo accademico nazionale e la ricerca nel settore della Difesa.
Rivolgo un particolare saluto ai frequentatori militari e civili appartenenti alle Forze Armate e alla Guardia di Finanza, quelli provenienti da altre amministrazioni pubbliche, dal settore dell’industria, dal mondo dell’informazione, dall’università e dalla società civile, in genere.
Saluto i frequentatori stranieri la cui presenza conferma il prestigio di cui gode l’istituto nel campo delle relazioni internazionali.

L’intervento del ministro Guerini
Ci troviamo nel massimo istituto di formazione della nostra istituzione.
La nostra Università militare. So che oggi sono presenti anche comandati e personale di molti altri enti formativi e addestrativi delle nostre Forze Armate. È dunque un momento di grande importanza poiché non siamo chiamati a compiere semplicemente un rito di settore, ma siamo qui per celebrare, e la presenza del Presidente della Repubblica rende la cerimonia ancora più significativa, quel diritto alla formazione che costituisce un valore fondante della nostra società.
Nel nostro specifico ambito credo si è di tutta evidenza che la formazione militare costituisca il primo presidio di difesa dello Stato, a maggior ragione in un contesto geopolitico in costante evoluzione, che richiede un aggiornamento continuo di tecnologie, certo, ma anche di concetti, di comprensione della realtà e delle sue evoluzioni.
Pensiamo, ad esempio a quanto accaduto nell’Arena internazionale in questi ultimi mesi.
A quante e quali evoluzioni e involuzioni si sono sviluppate in una pluralità di crisi di situazioni conflittuali.
Ultima la conclusione della vicenda afghana, che rappresenta a mio modo di vedere un importantissimo ambito di riflessione di analisi, da cui trarre preziosi e necessari insegnamenti.
Non solo per la definizione degli specifici orientamenti di politica militare della nostra Difesa.
Ma per il futuro stesso della NATO e delle sue relazioni con le grandi organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’Unione europea.
Sulle lezioni apprese dall’esperienza afghana, Ammiraglio Ottaviani, chiedo anzi incoraggio il CASD, che già lo sta facendo, di organizzare momenti di confronto e studio per mettere a sistema, coinvolgendo gli altri dicasteri le esperienze accademiche, gli istituti di analisi e ricerca, le riflessioni che in queste settimane si sono sviluppate nel Paese.
Oggi, come dicevo occorre approfondire e sostenere sempre di più a qualsiasi livello, quel processo di comprensione della realtà in cui siamo inevitabilmente immersi.
Occorrono lungimiranza idee e progettualità.
La Difesa è una realtà fatta innanzitutto di persone, che devono essere formate e preparate ed addestrate, e loro impegno quotidiano ciò che fa la vera differenza.
Non tutto certamente può essere insegnato, perché non tutto è prevedibile, ma sicuramente si può trasmettere una forma mentis un’impostazione e un’agilità mentale intellettuale che ci consenta di misurarci anche con gli scenari più impensati e preoccupanti.
Occorre allora individuare e potenziare aree di elaborazione del pensiero, in cui indirizzi strategici della Difesa e del Paese prendano forma e si affinino. Luoghi in cui alimentare il dibattito sul vero valore delle Forze Armate, e far emergere il ruolo che la Difesa, quale inscindibile connubio d’istituzioni e competenze anche industriali, gioca a sostegno della sicurezza della competitività e del posizionamento del Paese nello scenario internazionale.
È questo il compito della formazione militare, oggi sempre più difficile perché indirizzato alla gestione di processi decisionali che intervengono in domini operativi nuovi e sempre più complessi.
Ce lo ha ricordato il professor Baldoni. A loro volta caratterizzati de-escalation improvvise e imprevedibili, dall’impiego di mezzi e sistemi d’arma, sempre più sofisticati e, cosa fondamentale, che generano effetti valutati non solo nelle implicazioni prettamente operative, ma anche nella loro risonanza mediatica, nella loro cornice giuridico legale, dentro e fuori i confini nazionali ed euro atlantici.
Sotto questo profilo il CASD ha un grande compito e una grande responsabilità.
Perché rappresenta un vero e proprio hub del pensiero strategico della difesa, aperto all’esterno, in grado di fornire il proprio contributo, in aree altrettanto strategiche.
Dimensione digitale, tecnologia, sicurezza cibernetica, sviluppo, innovazione organizzativa, studi giuridici per l’innovazione. Oggi quanto mai necessarie per affrontare meglio il futuro incerto e denso di sfide.
Osservando quanto si è fatto qui sinora, apprezzando la qualità del lavoro svolto e le professionalità disponibili, credo che nessun obiettivo sia fuori della nostra portata.
Continuando volgere lo sguardo in questo alto orizzonte, che coincide con le prospettive stesse del sistema difesa con il suo ruolo di membro attivo della comunità internazionale, voglio sottolineare, peraltro, che la formazione è già uno di quegli ambiti in cui le capacità della Difesa sono ampiamente e diffusamente riconosciute.
Una capacità testimoniata ad esempio, dall’importanza assunta nei teatri di conflitto, dalle attività di addestramento condotte dalle nostre Forze Armate nei confronti di militari, polizie e più in generale, apparati di sicurezza di altre nazioni amiche ed alleate.
Competenza ribadita anche dalla presenza qui di molti frequentatori stranieri che incarnano quella rete di collaborazione e dialogo volta al mantenimento della sicurezza internazionali di cui l’Italia è convinta fautrice.
In questo senso sono particolarmente significative le collaborazioni con i centri omologhi dei principali Paesi alleati e patron. È questa un’altra grande potenzialità del casd.
Incontrarsi, costruire un ambiente culturale comune, anche nell’ambito della formazione militare è, e lo voglio rimarcare con particolare enfasi, una via aggiuntiva per proiettarsi verso quel progetto di Difesa comune che riteniamo fondamentale per il raggiungimento di un vero protagonismo responsabile europeo.
Sotto questo aspetto il CASD è certamente un Forum di confronto privilegiato, dove sviluppare riflessioni ed elaborare categorie interpretative che aiutino l’Europa a rafforzare le proprie capacità per diventare un attore di livello globale nel contesto della difesa e della sicurezza in un mondo sempre più caratterizzato dal protagonismo di molteplici soggetti internazionali statuali e non.
Rafforzare la cooperazione, gli scambi di intelligenze, soprattutto a livello europeo può certamente essere una delle chiavi per accelerare questo processo e conseguire l’obiettivo che ci siamo prefissati e che lei, signor Presidente, ha più volte sottolineato nei suoi autorevoli interventi quale orizzonte imprescindibile per l’Unione europea.
La formazione militare, insomma, non è più soltanto come è sempre stata, una modalità, tra le altre, per costruire una cornice di prevenzione e di sicurezza. Essa è oggi uno strumento fondamentale per sostenere l’ambizione complessiva del nostro strumento militare.
Ma non è tutto. Il valore dell’alta formazione militare che qui al casd trova una delle sue massime espressioni, ha anche dei risvolti che interrogano la società nel suo insieme.
La cultura militare da questo punto di vista, fornisce delle indicazioni molto chiare, giacché da sempre si è confrontata con necessità di aggiornarsi senza sosta in un contesto di competizione in cui restare indietro significa esporre il Paese a rischio.
Sono aspetti questi sui quali ritengo sia estremamente utile, importante mantenere vivo il dibattito a tutti i livelli per far crescere la consapevolezza che la difesa è un patrimonio comune per lo sviluppo della nostra società.
Sono certo per questo di poter contare sull’impegno che le capacità umane e professionali di coloro che sono responsabili della formazione delle nostre donne e dei nostri uomini in divisa.
Dagli enti responsabili nelle varie forze armate dell’iniziale formazione di base sino a qui al centro alti studi per la difesa, la nostra università militare. Allo stesso modo confido nella capacità di tutti voi, frequentatori del casd, di tutte le scuole, istituti di formazione della difesa.
A voi formulo il mio più grande in bocca al lupo per il lavoro che vi attende per la vostra formazione culturale, tecnico professionale ed umana. Insieme all’ufficio di una brillante carriera al servizio del Paese.
A lei, signor Presidente, rinnovo la gratitudine di tutte le donne e gli uomini in uniforme, per la sua costante attenzione ai valori, agli interessi, alle priorità delle forze armate.
Viva il CASD, Viva le Forze Armate, Viva l’Italia.
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