Difesa: la Senatrice Rauti visita Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze

FIRENZE. Il sottosegretario alla Difesa, Senatrice Isabella Rauti ha visitato oggi lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che dal 2001 dipende dall’Agenzia Industrie Difesa.

La Senatrice Isabela Rauti nel corso della visita allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze

Sono molte le  attività che vengono condotte e che sono state presentate alla Senatrice Rauti, come  la produzione (su richiesta e in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale) di farmaci non reperibili in commercio, i cosiddetti “orfani” e di medicinali per emergenze, ma anche di cosmetici e alimentari, nonché il Servizio Ispettivo svolto per conto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e la coltivazione di cannabis e la sua lavorazione farmaceutica per uso medico.

Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, la cui storia si intreccia con quello di Torino istituito nel 1853, vanta una lunga tradizione ed è sede di moderne competenze che si sono rivelate preziose nell’emergenza come quella caratterizzata dall’epidemia di Covid-19.

Nella fase più acuta della pandemia, lo Stabilimento ha prodotto e distribuito, secondo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tonnellate di gel disinfettanti necessari al contenimento della diffusione del virus.

Un momento della visita a Firenze

Recentemente lo Stabilimento è entrato con un suo rappresentante nel Comitato Nazionale per le malattie rare (CoNaMr) del Ministero della Salute, ingresso dovuto all’impegno del Chimico Farmaceutico nel supporto delle persone affette da patologie rare con la produzione dei farmaci altrimenti non disponibili sul mercato.

Unica officina farmaceutica di Stato, lo Stabilimento ha sempre svolto un ruolo fondamentale nei grandi eventi della storia italiana, fornendo servizi sanitari e medicinali necessari nei conflitti mondiali, ma anche nelle esigenze di Protezione civile, legate alle calamità naturali, sempre in favore della collettività, come in occasione dell’alluvione di Firenze nel 1966 fino all’ultima, in ordine di tempo, in Emilia Romagna e Toscana nel 2023.

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