Difesa: Lorenzo Guerini partecipa alla riunione dei ministri della Difesa europei sullo “Strategic Compass”. Con Stoltenberg esaminata anche la questione afgana

Bruxelles. “Si tratta di un momento per molti aspetti storico per l’Unione Europea, poiché finalmente si sta riconoscendo nella dimensione della sicurezza e della difesa un tassello fondamentale nella costruzione di un’Unione maggiormente in grado di competere sulla scena mondiale, attraverso una maggiore autonomia strategica”.

L’arrivo del ministro Guerini per la riunione con omologhi europei

Lo ah detto, oggi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini intervenendo alla riunione dei ministri della Difesa europei sullo “Strategic Compass”.

Si tratta del documento di revisione strategica dell’Unione Europea in ambito Difesa che si è tenuto ieri alla presenza dell’Alto Rappresentante UE Josep Borrell, presso la sede della Commissione Europea.

“Per l’Italia questa autonomia non deve tradursi come la volontà di affrancarsi da qualcosa – ha aggiunto il ministro – ma come opportunità di rafforzare le proprie capacità per diventare attore di livello globale, in stretta cooperazione con la NATO, che resta l’organizzazione di riferimento per la Difesa collettiva nonché partner indispensabile per l’Unione Europea”.

Il ministro Guerini ha poi proseguito presso la sede della NATO i successivi incontri che hanno composto l’agenda, preparata dal Segretario Generale Jens e distribuita nei due giorni su tre diversi panel.

In tema di “deterrenza e difesa” che ha aperto le sessioni, Guerini ha ritenuto che molti progressi si siano già realizzati.

“La nuova Strategia Militare dell’Alleanza – ha spiegato  –  e il concetto di deterrenza e difesa sono documenti essenziali per favorire l’adattamento della nostra postura ai mutati contesti di sicurezza”.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini

Un approfondimento specifico ha riguardato le lezioni apprese dall’Afghanistan, dopo l’epilogo “drammatico” dello scorso agosto.

“La situazione nel Paese rimane estremamente incerta e dalle notizie che arrivano assistiamo a un forte degrado del rispetto dei diritti umani – ha evidenziato il ministro -. La situazione continua a richiedere un approccio condiviso di tutta la comunità internazionale”.

Per questo “occorre rilanciare il ruolo della NATO anche nell’attività di Institution Building e il crescente impegno in Iraq è un’importante opportunità”.

“E’ fondamentale – ha proseguito il titolare della Difesa – il processo di lezioni apprese che abbiamo avviato, che dovremo tenere in massimo conto. Certamente, dovremo sviluppare un approccio coordinato e integrato con i vari stakeholder, quali l’Unione Europea, Nazioni Unite, Banca Mondiale, rilevanti agenzie e organizzazioni non governative, valorizzando le peculiarità di ciascuno”.

I panel hanno proseguito nella giornata di oggi  con una sessione su “Nuclear Planning Group”, dedicata alla riduzione dei rischi nucleari e alle implicazioni delle tecnologie emergenti sulla postura nucleare della NATO e su potenziali minacce nucleari.

Un momento della riunione dei ministri della Difesa

Il successivo gruppo di lavoro si è concentrato sui due processi di revisione strategica in atto nelle due organizzazioni NATO e UE (rispettivamente Concetto Strategico e Bussola Strategica) e della loro rispettiva complementarietà e cooperazione.

A latere dei lavori della ministeriale, si è tenuto un incontro ristretto organizzato dal Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd James Austin, con alcuni dei Paesi che fanno parte della coalizione Anti-ISIS.

 

La discussione ha previsto un aggiornamento sui progressi militari, concentrandosi sulle priorità del prossimo anno, finalizzate a contrastare le reti globali dell’ISIS in Afghanistan e Africa.

“La centrale importanza che l’Italia annette al Continente africano – ha detto il ministro -. La minaccia terroristica di matrice jihadista preoccupa sempre più, anche a causa di alcuni fattori persistenti, quali la fragilità istituzionale, la vertiginosa crescita demografica e l’effetto dei cambiamenti climatici che stanno acuendo le frizioni inter-etniche”.

In questo contesto la strategia di intervento dell’Italia si rivolge ad alcune aree specifiche: in Sahel, nel Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea, aree dove da tempo abbiamo incrementato l’impegno militare in tutti i formati (bilaterali, UE e multilaterali) con lo scopo di aumentare il supporto alle istituzioni locali nel contrasto al terrorismo.

Il ministro ha poi concluso con un riferimento alla missione NATO in Iraq, della quale l’Italia sostiene il progressivo potenziamento e ne assumerà il comando nel prossimo maggio 2022.

“La NATO Mission Iraq – ha evidenziato – è uno strumento per rafforzare le capacità delle forze di difesa e sicurezza irachene. Guardiamo dunque con attenzione agli sviluppi post-elettorali per assicurarci di muovere i prossimi passi all’interno dell’Alleanza in maniera coerente alle necessità delle istituzioni irachene”.

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