Roma. Italia, Albania e Slovenia hanno creato un Centro di Eccellenza della NATO per quanto riguarda la Security Force Assistance (SFA).

Uno degli uffici dello SFA
Ovvero quell’insieme di attività, coordinate ed integrate per generare, impiegare e sostenere forze militari locali in supporto ad un’autorità legittima.
Stiamo parlando di uno degli elementi chiave del concetto strategico dell’Alleanza Atlantica, un fattore essenziale per la sicurezza e la ricostruzione di regioni instabili, da poco uscite da un conflitto.
Basti pensare ai casi della Bosnia e del Kosovo a partire dalla fine degli anni ’90 o senza andare troppo lontano all’Afghanistan e all’Iraq.

L’addestramento del personale iracheno
Senza dimenticare i Teatri operativi dove i contingenti NATO hanno operato e tuttora operano a favore delle Forze di sicurezza di quei Paesi nel quadro del Security Sector Reform.
La NATO con il termine Security Force Assistance (SFA) intende, dunque, un’assistenza a tutto tondo, da esplicare lungo più direttrici, riassumibili con l’acronimo GOTEAM (Generate-Organize-Train-Enable-Advice-Mentor).
Non è il semplice addestramento delle unità locali da parte degli istruttori della NATO ma si parte dalla generazione e dall’organizzazione delle Forze, per poi passare alla formazione vera e propria e all’operatività degli uomini e delle donne addestrati, senza contare le attività di consulenza e di mentorship nel corso dell’impiego.
Lo SFA è dunque un sistema che opera a livello strategico, operativo e tattico – vale a dire dal livello ministeriale a quello delle minori unità sul terreno – secondo un approccio complesso che punta a rendere autonome ed efficaci le Forze di sicurezza di quei Paesi a deficit di stabilità che possono contare sul supporto internazionale.
Le Forze Armate italiane vantano una notevole esperienza in questo campo soprattutto con l’Esercito e i Carabinieri. Senza dimenticare il ruolo della Marina e dell’Aeronautica.
Ormai è modalità di intervento più consolidata che viene applicata sia in ambito dell’Alleanza atlantica che dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite.
Per questa lunga esperienza, l’Italia è diventata la base del NATO Security Force Assistance Center of Excellence a Cesano di Roma nella sede della Scuola di Fanteria.
Il Centro sarà il punto di riferimento per l’Allied Command Transformation della NATO, oltre che per lo Stato Maggiore della Difesa, le Forze Armate e naturalmente i Paesi partecipanti.
Una delle priorità sarà quella di contribuire a sviluppare e sperimentare gli aspetti concettuali, dottrinali e di standardizzazione nel campo dello SFA, promuovendo la cooperazione e l’interazione delle forze chiamate ad operare sul terreno.
Ugualmente importante sarà la raccolta e l’analisi delle lezioni apprese dalle varie Nazioni della NATO, rendendole poi disponibili in seno all’Alleanza.
E ieri c’è stato il taglio del nastro del Centro. Che come detto vede il nostro Paese, la Slovenia e l’Albania quali Sponsoring Nations.

Il taglio del nastro
Il progetto è nato nel 2016 su proposta del Ministero della Difesa italiano con lo scopo di creare unHub di riferimento dedicato alla promozione degli sforzi dell’Alleanza per la stabilizzazione e la ricostruzione in qualsiasi scenario di crisi.
Il Centro è stato formalmente istituito il 13 dicembre 2017 con la firma di un Memorandum of Understanding tra le Nazioni partecipanti e l’Allied Command Transformation (ACT) ed ha conseguito l’accreditamento NATO nel dicembre scorso.
Alla cerimonia di inaugurazione ha presenziato il capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli che insieme alle massime autorità presenti delle altre due Sponsoring Nations, il capo di Stato Maggiore della Difesa della Repubblica albanese, Generale di Brigata Bardhyl Kollcaku ed il vice capo di Stato Maggiore della Difesa della Repubblica Slovena, Generale di Brigata Robert Glavas hanno eseguito il tradizionale taglio del nastro.

La foto ricordo
Dopo il taglio, c’è stata la visitata alla struttura del NATO SFA COE, dove è avvenuta la firma dell’Albo d’Onore da parte del generale Vecciarelli e lo scambio doni.
Tra le massime autorità presenti c’erano il Deputy Chief of Staff Resource & Management del Allied Command Transformation, Maggiore Generale Nerim Bitlislioglu, l’Assistant Secretary General for Operations John Manz come rappresentanti della NATO, il professor F.W. Luciolli, presidente dell’Atlantic Treaty Association e numerose altre autorità provenienti da tutte le organizzazioni del mondo civili e militari.
Nel suo intervento il capo di Stato Maggiore della Difesa, Vecciarelli si è augurato che le Sponsoring Nations aumentino “perché l’assistenza alle Forze di sicurezza è uno sforzo collettivo dell’Alleanza e non è uno sforzo di una singola Nazione”.

L’intervento del Generale Enzo Vecciarelli
E quanti più Paesi parteciperanno al COE SFAS tanti benefici si avranno per i vari partner, “migliorando le capacità di formazione e lo sviluppo della dottrina. Insieme possiamo raggiungere migliori risultati”.
Domandiamo al Generale di Corpo d’Armata e capo dello Stato Maggiore dell’Esercito, Salvatore Farina se lo SFA di Cesano ed il NATO Stability Policing, un Centro di eccellenza con sede a Vicenza lavoreranno insieme.
“Lo SFA – ha risposto il Generale – avrà bisogno del Centro di Vicenza (COESPU) ed avrà bisogno di altri Centri di eccellenza che aiutino in tutti i settori”.
Lo SFA sarà al servizio del HUB for the South di Napoli. “Questo è importantissimo – ha aggiunto il capo di SME – perché nelle direzioni strategiche della NATO si guarda ad Est nell’area euro-atlantica ma anche a Sud e, quindi, l’HUB for the South potrà servirsi dello SFA”.
Quindi il nostro Paese torna al centro della geopolitica? “L’Italia – ha spiegato il Generale Farina – è sempre stata al centro del Mediterraneo, della geopolitica euro-atlantica e continuerà ad esserlo”.
La collaborazione nata tra il nostro Paese, l’Albania e la Slovenia ha significato come ha evidenziato il Colonnello Franco Merlino, direttore dello SFA ha significato l’attenzione di questi Paesi verso un’area geografica “di estremo interesse e rilevanza in un contesto geopolitico e geostrategico in continua evoluzione. Mettere insieme questi due Paesi con il nostro rafforza la posizione italiana sulle strategie nazionali”.
Un punto importante del Centro di eccellenza di Cesano sono le risorse umane. Sulle quali il Colonnello Merlino ha particolarmente insistito. “Esse – ha spiegato a Report Difesa – sono l’aspetto fondamentale nella security force assistance. Scegliere la persona sbagliata che conduce questo tipo di assistenza a livello ministeriale, a livello istituzionale senza il giusto approccio e profilo caratteriale può creare più danni di quanto non possa crearne un altro tipo di soluzione”.

Il Colonnello Franco Merlino
La scelta degli operatori è, dunque, molto importante, così come la loro preparazione.
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