Torino. La riqualificazione del patrimonio immobiliare militare di Torino è un tema che vede il coinvolgimento di diversi attori e diversi stadi di sviluppo.

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta
Il primo accordo tra il Ministero della Difesa ed il Politecnico di Torino è stato siglato cinque anni fa e poi è stato rinnovato ed ampliato nel 2018, grazie alla sottoscrizione di una ulteriore nuova intesa tra lo stesso Dicastero, l’Agenzia del Demanio, il Politecnico ed il Comune di Torino.
Le numerose infrastrutture militari non più utili ai fini istituzionali costituiscono infatti un valore sociale ed economico di fondamentale importanza per il Paese ed, adottando strumenti e percorsi di valorizzazione adeguati, possono diventare un fattore di crescita economica e sviluppo del territorio, grazie a operazioni di riqualificazione, risparmio energetico, riduzione dell’impatto ambientale, riconversione ad altri usi.
In questa prospettiva, è stato presentato, oggi nel capoluogo sabaudo, un primo esempio dell’attuazione di quanto sottoscritto: è il Laboratorio di Idee per la riqualificazione e rifunzionalizzazione del complesso militare della Caserma Riberi, un compound sottoutilizzato e, in alcune sue parti, in degrado.
“Gli studenti hanno sviluppato ipotesi progettuali che si sono concentrate sull’area in questione, una porzione di città di grande qualità architettonica e baricentrica rispetto alla sede centrale del Politecnico e dell’ex Istituto di Riposo per la Vecchiaia, ora locali dell’Università degli Studi di Torino, adiacente gli impianti sportivi di Piazza d’Armi – spiega Paolo Mellano, direttore del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino che coordina l’iniziativa, insieme alla sua collega Daniela Bosia – un’area strategica che potrebbe diventare un polo di residenze universitarie, connesse alle già esistenti residenze per gli allievi della Scuola di Applicazione Militare, ed ad una futura foresteria del Ministero della Difesa per i militari di servizio a Torino per periodi da tre mesi ai tre anni, con famiglie al seguito”.

Un momento della presentazione del progetto
Un progetto che, ipotizzando queste attività, si è focalizzato sul ridisegno dei percorsi (veicolari, ciclabili e pedonali) e degli spazi pubblici, eliminando in toto o in parte la recinzione attuale della caserma, aprendo alla città gli edifici e le aree verdi che caratterizzano il complesso militare, e integrando queste destinazioni d’uso con nuove facilities per gli studenti e per la città, come ad esempio uffici pubblici e servizi di quartiere.
“Come Difesa siamo particolarmente orgogliosi dei positivi risultati finora raggiunti e, per questo, ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questi progetti, in particolare, i professori e gli studenti del Politecnico che hanno fornito il loro prezioso apporto di conoscenze e competenze scientifiche per restituire, non solo alla Difesa, ma a tutta la città di Torino, un’area urbana migliorata dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della vivibilità – ha commentato il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta – in questo contesto, ritengo che la collaborazione con il Politecnico di Torino sia preziosa e di altissimo livello per le specifiche competenze vantate da questo prestigioso Ateneo nel campo della riqualificazione deli immobili, dell’efficienza energetica, come anche nella realizzazione di programmi di ricerca e innovazione tecnologica sul territorio e a livello nazionale”.
Attraverso la riconversione delle ex strutture militari, infatti, saranno valorizzati edifici pubblici esistenti e non più utilizzati ma, con l’insediamento di attività universitarie e servizi pubblici, come nel caso della ex caserma Riberi, o con la futura completa trasformazione delle caserma Amione in una cittadella della Pubblica Amministrazione e della Dabormida in un polo di funzioni terziarie legate alle forze armate e nuova sede del Museo di Artiglieria, si realizzeranno importanti operazioni di riqualificazione urbana.
Per il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco: “C’è un legame molto profondo tra il Politecnico e le istituzioni militari, considerata la nascita del nostro Ateneo proprio come Scuola di Applicazione. Il tema della riqualificazione delle caserme è molto importante per lo sviluppo urbano futuro: sarebbe interessante, data la forte vocazione universitaria di Torino, che fossero impiegate con questa finalità, ad esempio per residenze universitarie, come nella proposta per la Caserma Riberi”.
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