Direzione Investigativa Antimafia: confiscati beni per oltre 50 milioni di euro a un imprenditore ravennate

BOLOGNA. La Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha eseguito un provvedimento di confisca definitivo, emesso dalla Corte d’Appello di Bologna, nei confronti di un imprenditore ravennate operante nel settore vitivinicolo.

Logo della Direzione Investigativa Antimafia

L’uomo risulta coinvolto in numerose vicende giudiziarie, a seguito delle quali è stato condannato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, nonché per numerosi reati di natura fiscale e è stato tratto in arresto dalla D.I.A., nel 2017, nell’ambito di una precedente inchiesta per riciclaggio e autoriciclaggio.

Sulla scorta degli accertamenti svolti, il Tribunale di Bologna aveva disposto, nel giugno 2021, la confisca del patrimonio dell’imprenditore ravvisando nei suoi confronti una pericolosità sociale di tipo generico per aver vissuto “Abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”, oltre a una pericolosità sociale qualificata in quanto indiziato del reato di “trasferimento fraudolento” di quote societarie a favore della propria convivente.

La Direzione Investigativa Antimafia

Il provvedimento della Corte d’Appello di Bologna di oggi, divenuto irrevocabile nel marzo 2023, confermando il Decreto del Tribunale, ha disposto la confisca di nove società attive nel settore vitivinicolo, 74 beni immobili, sei beni mobili registrati e 22 rapporti finanziari (uno dei quali in essere presso un Istituto di credito di San Marino) per uno stimato valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.

La misura ablativa si inserisce nell’ambito delle attività Istituzionali finalizzate all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali di tipo mafioso, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.

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