Eco, la nuova moneta africana

Di Valeria Fraquelli

Roma. In Africa è da tanto tempo che i vari Stati vogliono un’economia più trasparente, meno legata ai Paesi occidentali, che possa portare ad un vero sviluppo per tutti.

È dal 1983 che gli Stati africani che fanno parte dell’Ecowas (Economic Community of West African States) parlano di coniare, molto probabilmente per il 2020, una nuova moneta comune africana, il cui nome è stato già scelto: “Eco”.

Certo in Africa niente è facile. Gli Stati cambiano, si fondono e si disgregano. Inoltre, negli ultimi anni il pericolo del terrorismo internazionale ha rallentato il processo di unione delle varie economie.

Del resto l’obiettivo che non era stato raggiunto nel 1983, non e’ stato raggiunto neanche nel 2009 e nemmeno nel 2012 o nel 2015; questa volta si riprova con il 2020.
All’interno dell’Ecowas ci sono Paesi che hanno una economia più stabile e meno corrotta e ci sono invece Paesi che hanno un’economia debole e molto influenzata dalla corruzione dilagante.

Ci sono Stati che hanno una buona percentuale di popolazione scolarizzata e altri in cui la maggioranza della popolazione ha un bassissimo livello di studi.

La Nigeria e’ una delle maggiori potenze economiche del continente africano, il Niger è il Paese più povero del mondo e queste sono solo due delle differenze che ci sono tra i vari Paesi.

Senza contare che alcuni Stati africani sono ancora legati alla Francia dal franco CFA che non è altro se non un metodo che usano i francesi per avere ancora il controllo sulle loro ex colonie.

Infatti, questi Paesi per far parte dell’Eco dovrebbero “divorziare” dal Ministero del Tesoro francese, dove e’ conservato il 50% delle riserve di questa valuta.

Ma il franco CFA offre una parità fissa con l’euro e, di conseguenza, una maggiore stabilità , ed è attraente per il capitale straniero.

“Se tutti i Paesi della zona non abbandonano il franco CFA interrompendo qualsiasi relazione con il tesoro pubblico francese, la Nigeria non entrerà nell’Eco”, ha dichiarato dal il Presidente della Nigeria (la più grande economia africana e il primo produttore di petrolio), Muhammadu Buhari.

Gli Stati interessati

Questo spiega perchè molti Paesi che hanno il franco CFA come moneta nazionale siano alquanto restii ad abbandonarlo e giudichino quasi di secondo piano il progetto della nuova moneta africana Eco.

Del resto hanno paura che l’abbandono del franco CFA possa essere un boomerang, con inflazione altissima e la perdita di tutti i benefici di cui possono godere ora.

La parità con l’euro garantisce uno sbocco sicuro per tutte quelle materie prime, soprattutto petrolio ma anche uranio, diamanti ed altro, di cui l’Africa è ricca e deve assolutamente commerciare per cercare di attuare un programma di sviluppo che la porti al benessere.

Nessuno adesso sa dire quali saranno gli sviluppi futuri di questo progetto di unione economica, se gli Stati che hanno il franco CFA come valuta nazionale saranno disposti ad adottare l’Eco rinunciando ai benefici commerciali che attualmente hanno.

Intanto è nata “One platform for Africa”, la prima iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti nell’ambito dell’External investment plan, il Piano per gli investimenti esterni della Commissione Europea.

Il programma, che sarà realizzato in partnership con la banca multilaterale African Development Bank, si pone l’obiettivo di creare le condizioni per lo sviluppo dimensionale delle imprese africane con potenziale di crescita e di favorire l’interconnessione con il mercato italiano ed europeo.

 

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