Di Bruno Di Gioacchino
ROMA. Maurizio Molinari, con “La scossa globale. L’effetto-Trump e l’età dell’incertezza” (Rizzoli, novembre 2025), firma uno dei saggi più lucidi e necessari del nostro tempo.

È un libro che si legge come un atlante dell’instabilità contemporanea, ma anche come un racconto appassionato del mondo che sta cambiando sotto i nostri occhi.
Il ritorno di Donald J. Trump alla Casa Bianca non è, per Molinari, un semplice evento politico.

È un terremoto che scuote le fondamenta stesse dell’ordine mondiale nato nel secondo dopoguerra.
In queste pagine, l’autore ci accompagna dentro quella faglia geopolitica che separa il passato della supremazia americana dal presente incerto delle nuove alleanze sovraniste, dove tutto si negozia, tutto si scambia, tutto si misura sul breve termine.
La forza del libro sta nella capacità di Molinari di connettere i punti, di vedere il disegno sotto la superficie.
L’analisi si muove su più livelli: il ridisegno delle sfere d’influenza globali, la nascita di un asse delle autocrazie (Cina, Russia, Iran) e la frattura interna dell’Occidente, minato dai populismi, dalla crisi delle classi medie e dalla disinformazione digitale.
È un approccio che unisce rigore analitico e visione narrativa, e che restituisce un quadro coerente pur nella complessità del caos globale.
L’intuizione più affascinante è quella dell’instabilità come nuova forma di potere. In un mondo in cui le regole vacillano, i Paesi e gli attori capaci di gestire – o addirittura generare – il disordine acquisiscono un vantaggio competitivo.
È una prospettiva che ribalta la logica tradizionale della geopolitica e spiega con straordinaria chiarezza le mosse dei protagonisti della scena internazionale, da Mosca a Pechino, da Teheran a Washington.
Molinari scrive con precisione da analista e intensità da narratore.
Ogni pagina è sostenuta da dati, riferimenti storici e visioni strategiche. Le mappe, che sono la sua cifra stilistica, non sono semplici illustrazioni: sono chiavi di lettura.
Attraverso di esse il lettore comprende come le linee di tensione attraversino continenti, economie, tecnologie e coscienze collettive.
Il risultato è un libro che riesce a parlare tanto al lettore comune quanto agli addetti ai lavori.
Si avverte la mano del giornalista che osserva i fatti, ma anche quella dello studioso che li interpreta, con una chiarezza rara nel panorama editoriale italiano.
La scossa globale è, in definitiva, un’opera di grande respiro e di grande coraggio. Un libro che non si limita a descrivere il mondo, ma ci costringe a interrogarci su dove stiamo andando.
Un saggio che si legge tutto d’un fiato, ma che lascia a lungo il bisogno di riflettere.
Molinari non offre certezze: offre strumenti. E in un’epoca come la nostra, è forse la cosa più preziosa che si possa dare al lettore.
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