Di Chiara Cavalieri
IL CAIRO. Durante il quarto ciclo di dialogo strategico tra l’Egitto e la Cina, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha avuto un incontro significativo con il suo omologo cinese, Wang Yi.
In questa occasione, Shoukry ha messo in evidenza come la forza militare e l’arroganza non possano garantire né sicurezza né stabilità, né per Israele né per la regione nel suo complesso.

ll ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry con il suo omologo cinese, Wang Yi
Ha sottolineato che è fondamentale ripristinare i diritti legittimi del popolo palestinese, lavorando per la creazione di uno stato che comprenda l’intero territorio nazionale, con Gerusalemme Est come capitale e i confini del 1967, al fine di garantire una vera stabilità per Israele e per il Medio Oriente.
Un tema centrale del dialogo è stato l’analisi della situazione, con particolare attenzione alla Siria.
Shoukry ha evidenziato l’importanza cruciale di avviare un processo politico globale in questo Paese, per gestire una fase di transizione inclusiva, capace di riflettere la diversità settaria, religiosa ed etnica.
Ha insistito sulla necessità di preservare i diritti di tutte le minoranze siriane e di consentire a tutte le forze politiche di partecipare attivamente a questo processo.
Inoltre, il ministro degli Esteri egiziano ha condannato fermamente l’aggressione israeliana contro la Siria e la distruzione delle infrastrutture e dei siti militari, denunciando queste azioni come una violazione flagrante del diritto internazionale.
Ha anche criticato l’occupazione da parte di Israele di gran parte della zona cuscinetto, in palese violazione dell’accordo di disimpegno firmato in passato.
E ha poi ribadito l’importanza di preservare la sovranità siriana e l’integrità territoriale del Paese, rifiutando qualsiasi forma di interferenza esterna che possa portare vantaggi temporanei a paesi regionali o esterni, a scapito degli interessi del popolo siriano.
Queste dichiarazioni evidenziano la posizione dell’Egitto, insieme alla Cina, nel promuovere un approccio politico e diplomatico per risolvere le crisi nella regione, ponendo l’accento sulla necessità di un dialogo inclusivo e rispettoso delle diversità presenti in Siria.
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