Egitto: con Libia e Ciad aperto il più grande corridoio commerciale terrestre dell’Africa

Di Chiara Cavalieri*

IL CAIRO. Ieri, il Governo egiziano ha annunciato il via ufficiale a quello che si configura come il più ambizioso progetto infrastrutturale panafricano degli ultimi decenni.

Si tratta della realizzazione di un corridoio terrestre strategico che collegherà Egitto, Libia e Ciad per una lunghezza complessiva di 1.720 chilometri.

Il progetto, dal valore totale stimato in decine di miliardi di sterline egiziane, è pensato per trasformare la geografia commerciale del Continente africano, favorendo l’integrazione tra il Nord Africa e l’Africa subsahariana.

Un corridoio commerciale per l’Africa

La prima fase del progetto, che riceverà un finanziamento iniziale di 6 miliardi di sterline egiziane (circa 123,6 milioni di dollari), riguarda la realizzazione di un tratto di 100 chilometri all’interno del territorio egiziano, parte di una sezione più ampia che si estenderà per 400 chilometri in Egitto, 390 in Libia e 930 in Ciad.

La città di Kufra

Il corridoio prende il nome di East El-Uweinat-Kufra, e nasce per rispondere alla necessità strategica di potenziare le connessioni tra regioni africane scarsamente interconnesse ma potenzialmente complementari dal punto di vista economico.

La città libica di Kufra, in particolare, rappresenta un nodo vitale per gli scambi tra il Mediterraneo e il Sahel.

La zona del Sahel

Secondo fonti citate da Bloomberg, il progetto ha l’obiettivo dichiarato di creare una nuova dorsale commerciale in grado di aumentare gli scambi, ridurre i tempi di trasporto e rafforzare i legami politici e logistici tra i tre Paesi coinvolti. Si tratta di un’operazione dal forte valore geoeconomico, in grado di incidere anche sugli equilibri geopolitici dell’intera regione.

Il ruolo dell’Egitto e il piano di attuazione

Ad assumere la guida dell’iniziativa è il Ministero dei Trasporti egiziano, che ha già completato la fase di pianificazione e predisposto l’intero pacchetto tecnico e logistico per affidare i lavori alle imprese appaltatrici.

Le attività di scavo e livellamento avranno inizio nel terzo trimestre del 2025, mentre l’intera sezione egiziana dovrebbe essere completata entro tre anni.

Il costo complessivo stimato per la parte egiziana del progetto dovrebbe raggiungere i 24 miliardi di sterline egiziane e la sua realizzazione avverrà attraverso fasi successive di finanziamento e implementazione, coerenti con la natura transfrontaliera dell’opera e la necessità di coordinamento multilaterale.

Africa al centro delle nuove rotte

Questo progetto si inserisce nella strategia più ampia dell’Egitto di rilanciare il suo ruolo come hub logistico tra Europa, Asia e Africa.

Dopo l’espansione del Canale di Suez, l’aumento delle relazioni con la Cina e la Russia e il consolidamento del partenariato con l’Unione Africana, Il Cairo si pone oggi come attore trainante dell’integrazione infrastrutturale africana.

Dal punto di vista egiziano, il collegamento con la Libia e il Ciad rappresenta anche un passo avanti nella stabilizzazione delle aree di confine, spesso teatro di contrabbando, insicurezza e flussi migratori irregolari. Una maggiore presenza statale tramite la costruzione di infrastrutture essenziali può infatti contribuire al controllo dei territori e alla loro valorizzazione economica.

Un’opportunità per l’intera regione

Per la Libia, ancora alle prese con il lungo processo di ricostruzione post-bellica, il progetto offre l’occasione per ritornare protagonista nei flussi commerciali regionali, superando l’isolamento imposto dalle fratture interne e dal caos istituzionale.

Per il Ciad, uno dei Paesi più poveri del continente ma ricco di risorse naturali e snodo strategico nel cuore dell’Africa, l’iniziativa rappresenta una rara possibilità di collegamento stabile con il Mediterraneo, utile sia per esportare risorse sia per importare beni essenziali a costi ridotti.

Il Corridoio Est El-Uweinat-Kufra non è solo un’infrastruttura: è una visione di sviluppo e cooperazione tra Stati africani. Se realizzato con successo, questo progetto potrà diventare un modello replicabile in altre aree del continente, contribuendo alla costruzione di un’Africa finalmente integrata, interconnessa e più indipendente dalle rotte commerciali imposte da potenze esterne.

Restano aperte le sfide legate al finanziamento, alla sicurezza dei cantieri, alla cooperazione transfrontaliera e alla sostenibilità.

Ma per il momento, il segnale lanciato dall’Egitto è chiaro: il futuro africano si costruisce sulle strade che uniscono.

*Presidente dell’Associazione Eridanus, vice presidente di UCOI e UCOIM

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