Washington. A circa 100 giorni dalle elezioni presidenziali USA, di certo c’è solo che il candidato democratico che sfiderà l’attuale Presidente, Donald Trump, sarà l’oriundo irlandese Joseph Robinette (Joe) Biden, 77enne, di religione cattolica. Vista la sua età, potrebbe diventare anche il più vecchio dei Presidenti americani.
Biden è un veterano della politica americana essendo stato , dal 1973 al 2009, eletto in età giovanile poi per sei volte di seguito al Senato americano (1973-2009) e successivamente (2009-2017) designato come vicepresidente del candidato ufficiale alla presidenza, Barak Obama.
In questo momento storico, Biden sembra incarnare molte più speranze degli avversari di Trump, com’è attestato anche dalle numerose elezioni primarie dove il divario tra i due contendenti ha raggiunto, in alcuni casi, la differenza di 14 punti percentuali.
La tragedia pandemica da Covid19 ha profondamente diviso la società americana, segnandola con una recessione economica come non si vedeva dagli anni della “grande depressione” del 1929.
Oltre agli effetti economici , è in atto anche una sorta di guerra culturale segnata da grandi manifestazioni di piazza contro il razzismo e attacca persino i simboli storici più significativi degli USA.
Tutte circostanze che non sembrava potessero tagliarsi su un candidato non particolarmente attraente per gli elettori come il nostro Joe : è vero che egli è stato eletto senatore per sei volte nello stato del Delaware, ma in opposizione a questo dato politico è stato anche un candidato sconfitto a diverse elezioni primarie prima della carica vicepresidenziale con Obama.
Insomma, un uomo politico senza grandi qualità di spicco come solitamente occorre in tempi tragici e di emergenza.
Allora, come spiegare il grande vantaggio oggi vigente tra i due contendenti ?
Il Programma
Biden è un “progressista”, ma non in senso ideologico come lo si intende in Europa (ed in Italia in particolare) come succedaneo dell’ideologia socialista.
Egli predica a favore della classe media, dell’ambientalismo e della tutela delle risorse naturali e del governo della immigrazione.
Si dimostra meno arrogante e porta sempre la mascherina elogiando tutte le raccomandazioni sulla profilassi anti-Covid diramate dal mondo scientifico
Ma la nota che ha colpito maggiormente i commentatori è la sua ultima dichiarazione che qualora fosse eletto il suo Vicepresidente sarebbe stato una donna.
Questa notizia ha surclassato tutte le altre suscitando la ricerca della eventuale compagna di corsa verso le presidenziali.
Le donne americane più accreditate e favorite sembrano essere cinque:
- Kamala Harris, senatrice 55enne con antenati indiani e giamaicani, alto magistrato della California, già candidata alla nomina senza successo alla Corte suprema. Di le si ricorda l’aspro contradditorio con il giudice Brett Kavanaugh, poi divenuto membro della Corte suprema.
- Susan Rice. Viene dal mondo della diplomazia che conta: è stata rappresentante permanente alla Assemblea delle Nazioni Unite e componente del Consiglio per la Sicurezza Nazionale USA. Era stata proposta come segretaria di Stato di Hillary Clinton qualora questa fosse stata eletta alla Presidenza nel 2013. E’ ben conosciuta per il suo talento e conoscenze personali nelle relazioni con gli Stati africani.
- Elisabeth Warren. 71 anni, Senatrice dell’Oklahoma. Grazie al merito di una borsa di studio è laureata presso la prestigiosa università di Harvard , in Diritto Commerciale.
Nel corso della crisi finanziaria del 2011, ha presieduto la Commissione di supervisione economica nominata dal Congresso degli USA e intesa a stabilizzare il quadro economico in vista di un soccorso del sistema bancario.
E’ sua la costituzione di un’Autorità finanziaria federale capace di agire contro eventuali abusi nel mercato bancario e dei traffici borsistici.
- Val Demings. È una poliziotta. È stata la prima donna negli USA a raggiungere la posizione apicale di un intero distretto di polizia, quello di Orlando, importante città della Florida. Occupa un seggio alla Camera dei Rappresentanti.
- Karen Bass. È un medico, eletto alla Camera del Congresso dove guida il gruppo dei deputati di colore, il Black Caucus. E una delle più attive nel progetto di riforma della polizia nato dopo l’indignazione popolare sorta dopo il violento episodio di George Floyd.
- I media americani riportano altre candidate che però non sembrano possedere i requisiti necessari per poter competere a così alto livello. Esse sono Tammy Duchworth, sindaco di Atlanta (Georgia) e Michele Lujan Grisham, governatrice del New Messico.
Come già detto, sono tutte donne ma nessuna ha la proprietà di soddisfare tutti i gruppi d’interesse insieme ai variegati settori che compongono il Partito Democratico.
La conseguenza sarà che qualcuno dei leaders democratici rimarrà comunque deluso.
Alcune indiscrezioni danno le prime cinque di questo elenco in posizione privilegiata nel taccuino di Biden. Le stesse sono tutte di colore e con un ottimo curriculum anche personale da esibire. Una delle più gettonate sembra essere Susan Rice per la sua cruciale esperienza in politica internazionale.
Ovviamente, non mancano le valutazioni politiche che vedono le donne nere come un blocco di votanti tradizionalmente più presenti e attive nello schieramento democratico. Esse costituiscono una maggiore attrattiva per i votanti di colore che potrebbero moltiplicare il proprio voto
L’obiettivo finale resta sempre quello di battere Trump.
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